“Chi ci separerà
dall’amore di Cristo?
Forse la
tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame,
la nudità, il pericolo, la spada?
In tutte queste cose
noi siamo più che vincitori
per virtù di colui che ci ha amati.
Né morte né vita, né
angeli né principati, né presente né avvenire,
né potenze, né
altezza né profondità, né alcun’altra creatura
potrà mai separarci
dall’amore di Dio,
in Cristo Gesù,
nostro Signore ” (Rm 8, 35-39).
Solo chi ha vissuto intensamente il
Vangelo può comprendere la verità delle parole di S. Paolo che ben
si addicono al compianto e carissimo P. Mario, così violentemente
sottratto alla vita e alla nostra vista. Ci conforta sapere che la
Sua esistenza non si spegne, ma si accende in Cielo; che la Sua
benedetta memoria non si cancella, ma si imprime con maggiore forza
spirituale nei nostri cuori. E così, anche con P. Mario,
bruscamente, ma con viva speranza, passiamo dalla comunione dei
viventi sulla terra all’esperienza della comunione con i santi del
cielo, dono dello Spirito che già molte altre volte ci è stato
concesso di praticare con quanti sulla terra abbiamo amato.
Ricordi, confidenze, speranze, ma
anche prove, insidie e difficoltà da superare si affollano in me al
richiamo della trentennale esperienza di P. Mario Panciera nel
Rinnovamento nello Spirito: il 18 maggio di quest’anno avrebbe
festeggiato i Suoi trent’anni dal giorno della preghiera d’effusione
dello Spirito, dono di cui volle farsi inesausto cantore e
diffusore.
È stato, come pochissimi altri, il più
profondo conoscitore della storia del Rinnovamento nel mondo, in
modo speciale dei suoi sviluppi ecumenici, delle sue aperture
teologiche, delle sue novità metodologiche specie in capo al tema
della “nuova evangelizzazione”. Del Rinnovamento in Italia, poi, è
stato insieme a don Dino il più infaticabile animatore, protagonista
di mille e mille eventi – noti e meno noti - che ne hanno segnato la
storia e lo sviluppo.
Non gli mancarono detrattori e
denigratori, sia all’interno della famiglia del Rinnovamento, per la
sua fedeltà alla Chiesa e all’ortoprassi cattolica sul tema dei
carismi, sia nel mondo ecclesiale per la sua convinta difesa del
risveglio carismatico in questo nostro tempo.
Una colonna portante, un padre
fondatore del Movimento in Italia: perseverante nella preghiera allo
Spirito Santo e dedito all’accompagnamento dei fratelli è stato
conosciuto e apprezzato da tutte e tre le generazioni del RnS fin
qui prodottesi.
Sin dal 1975 si prodigò con passione e
intelligenza non comuni per assicurare al Movimento la più ampia
diffusione, un’adeguata collocazione ecclesiale in linea con le
attese del Concilio, un cammino formativo unitario.
Solo per ricordare il suo zelo
apostolico vorrei richiamare alcune tappe del suo cammino di “vita
nuova” nel servizio al RnS:
- primo direttore della Rivista
mensile “Rinnovamento” alla cui guida rimase
per quindici anni
- membro del Comitato Nazionale di
Servizio dalla sua prima costituzione fino al 1991
- coordinatore regionale del Lazio
dal 1994 al 1997
- iniziatore della Scuola
Nazionale di Evangelizzazione e della Comunità di vita “Charis”
agli inizi degli anni 1990
- coideatore delle Scuole di Vita
Carismatica e del progetto “Colonna di Fuoco”
nel 1995
- scrittore di molti libri di
spiritualità e di formazione alla vita carismatica in uso nei
gruppi e nelle comunità
- coestensore dello Statuto del
Movimento approvato dalla CEI
- relatore e catechista tra i più
noti all’interno del Movimento e nella Chiesa
a nome del RnS
- iniziatore dell’Istituto di
pneumatologia presso l’Università Urbaniana
Coltivavamo un sogno in comune:
rendere ancora più manifesta, partecipata, approfondita la “dottrina
sullo Spirito Santo”. Tante volte mi sollecitava a fare ancora di
più, a non perdere tempo ed Egli stesso, incompreso, era riuscito a
“spuntare” uno spazio importante all’Urbaniana per avviare una nuova
riflessione sulla realtà dei carismi.
Ricordo in quante circostanze ebbe a
confessare la Sua “santa attrazione” per il carisma delle lingue e
la sua “umana fatica” nell’abbandonarsi a questa pratica: ma gli
occhi erano sempre lucidi quando raccontava che bisogna obbedire a
Dio, che occorre farsi piccoli e sempre rinascere per comprendere la
sapienza di Dio.
Uno dei momenti più indelebili della
nostra amicizia risale alla metà degli anni ’90, quando con P.
Matteo La Grua ci “ritirammo” per tre giorni a Palermo per un “parto
spirituale”: una nuova visione carismatica attraverso i progetti
“Roveto Ardente” e “Colonna di Fuoco”. Ne derivarono settimane,
weekend, libri, iniziative artistiche di grande incidenza nella
vita del RnS alle quali volle contribuire con grande senso
dell’amicizia.
Indimenticabile la serata dedicata
alla Celebrazione del Ventennale della nostra Rivista Rinnovamento
in occasione della Conferenza Animatori dell’ottobre 2004. In quella
circostanza ricordò i “tempi andati” in cui nasceva la Rivista, con
le difficoltà e gli entusiasmi del caso, richiamò tutti i
collaboratori, alcuni dei quali oggi lo accolgono in Cielo. E, per
strappargli un sorriso bagnato da una lacrimuccia di commozione, al
termine del suo intervento il Servizio nazionale della Musica e del
Canto gli dedicò uno dei tanti canti legati alla scuola di
evangelizzazione a lui tanto cara.
A Pasqua ultima scorsa la sua ultima
presenza in via degli Olmi, nella Sede nazionale da lui fortemente
voluta al tempo della nascita della Comunità Charis; predicò gli
esercizi spirituali soffermandosi sul futuro del RnS. Al termine ci
intrattenemmo sul lavoro preparatorio della Commissione per la
Formazione alla quale era stato chiamato a collaborare e in cui
credeva fortemente per una maggiore diffusione del RnS.
L’ultimissima collaborazione è legata
allo speciale che la Rivista Rinnovamento ha dedicato a Giovanni
Paolo II: subito disponibile, oggi sappiamo che questo suo ultimo
pezzo fu scritto per commemorare la memoria del Papa defunto.
Quando alla recente Convocazione
nazionale di Rimini gli abbiamo messo fra le mani il suo libro
appena rieditato, “Sette stelle nel tuo cuore”, che l’ultima
generazione del Rinnovamento non aveva conosciuto perché ormai fuori
produzione, i suoi occhi brillavano di commozione e di felicità, che
mai riusciva a nascondere a dispetto di un volto in apparenza fermo.
Al termine della mia esortazione
finale, a Rimini, lunedì 25 aprile, come ormai era solito fare da
tre anni – anche in occasione della Conferenza Animatori – era nel
retro palco ad aspettarmi. La frase pronunciata, la stessa da tre
anni, mi ritorna ora viva: “Senti, non ho niente da dirti,
altrimenti mi commuovo” e stringendomi al petto mi faceva sentire il
suo amore e la sua gratitudine.
Sono io, siamo noi tutti, oggi, a
dirti grazie, carissimo P. Mario.
Grazie perché ci hai insegnato ad
amare lo Spirito e la Chiesa,
Grazie perché hai sempre difeso il
Rinnovamento,
Grazie perché ti sei concesso a
tutti e a ciascuno,
Grazie perché hai saputo soffrire
in silenzio,
Grazie perché hai perseverato sino
alla fine.
Un rimpianto. Il Comitato Nazionale di
Servizio aveva chiesto a P. Mario di dirigere un Centro studi
dedicato alla memoria di un altro grande padre del RnS: p. Domenico
Grasso. L’opera è rimasta incompiuta perché P. Mario è stato
convocato in Cielo: ritrova così p. Domenico, rivede tanti altri
meravigliosi fratelli che lo hanno preceduto e soprattutto entra
nell’abbraccio trinitario e nella vista beata di Dio.
Preghiamo per la tua anima, prega dal
Cielo per noi. E non smettiamo di volerci bene!
Salvatore Martinez
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