RASSEGNA STAMPA
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APCom del 19 marzo 2007
DICO/ FAMILY DAY IL 12 MAGGIO, TROVATO ACCORDO DICO/ MANIFESTO FAMILY DAY: 'PIU' FAMIGLIA', NON SI
CITA DDL F AMILY DAY/CATTOLICI PREPARANO LA LORO S.GIOVANNI,12/5 IN PIAZZAIl portavoce: ho'spiato'p.za Farnese,ora volantini in ogni Chiesa Di Serena Sartini e Iacopo Scaramuzzi Roma, 19 mar. (Apcom) - E' tutto pronto. Si parte. Decisa data e luogo, ora al via l'organizzazione del 'Family day'. L'appuntamento è per il 12 maggio pomeriggio, in piazza San Giovanni, a Roma. I cattolici di tutta Italia, i movimenti, le associazioni, i gruppi parrocchiali si preparano a scendere in piazza per dire sì alla famiglia e per esprimere il proprio disappunto sui 'dico', pacs, unioni civili e tutte le "esperienze di convivenza" diverse dal matrimonio. Un grande happening che vedrà sfilare singole persone, famiglie intere, uomini, donne, bambini in passeggino. In cielo tanti palloncini bianchi e gialli (colori della vita). Una giornata all'insegna della festa, tra musica, testimonianze e momenti di riflessione per "trasmettere anche i contenuti". Un megaraduno che "coinvolga ogni angolo del Paese, senza alcuna valenza partitica e politica". Una "manifestazione popolare", insomma, "aperta a tutti", di impronta "laica che si rivolga ai partiti di destra e di sinistra, passando per il centro". E intanto si studia anche una "grande campagna nazionale, a due livelli, uno pubblico e uno associativo". A parlare è Mimmo Delle Foglie, portavoce del comitato 'Scienza e Vita', da oggi portavoce unico del Family Day. Tira le somme del summit che oggi pomeriggio, da mezzogiorno e fino alle 15, ha visto al lavoro presidenti di tutte le Associazioni del Forum delle Famiglie, da Giacobbe a Olivero (Acli), da Cesana (Cl) ad Alici (Azione cattolica), passando per i Focolarini, i Neocatecumenali, al Rinnovamento nello Spirito. "Andremo in tutta Italia, da un angolo all'altro del Paese e tappezzeremo tutte le parrocchie con volantini e manifesti", prosegue Delle Foglie. "Chiederemo ai vescovi di darci spazio in tutte le parrocchie", spiega ancora Delle Foglie. Per la manifestazione, "non ci sarà alcun invito, nè ai vescovi nè ai politici. "Non inviteremo nessuno - precisa il portavoce - i vescovi rimarranno a casa, è impensabile in Italia una cosa del genere, la troverei persino un po' pericolosa. I laici fanno i laici, i vescovi fanno i vescovi". Ma andiamo in ordine. Nella sede del Comitato di Scienza e Vita, in lungotevere dei Vallati, alle 12 si chiudono le porte e comincia il summit. Ordine del giorno: prima la discussione della bozza del Manifesto sulla famiglia, poi la decisione del luogo e della data del Family Day. Alle 14 il Manifesto è approvato. Si intitola "Più famiglia", con sottotitolo "Ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese". Primo firmatario: Giovanni Giacobbe, presidente del Forum delle Famiglie, che al termine del summit auspica che piazza San Giovanni "venga riempita da 100mila persone". Firmano tutte le associazioni aderenti al Forum. Unica assente: l'Agesci che "aveva un percorso educativo proprio e ci aveva chiesto un mese di tempo, ma noi avevamo necessità di farla entro maggio", spiega il portavoce. Poi prende forma il family day: si terrà il 12 maggio, a piazza San Giovanni, a Roma. "Abbiamo fatto di tutto per fare la manifestazione una settimana prima del Consiglio permanente della Cei (in programma dal 26 al 29 maggio, con il debutto di monsignor Angelo Bagnasco, neo presidente), che si esprimerà con la nota - scandisce Delle Foglie - noi laici facciamo un'altra cosa, un family day in una grande piazza di Roma". Ci sarà un testimonial sul palco di San Giovanni, "una figura pubblica importante" di cui tuttavia ancora non viene svelata l'identità - ancora in fase di decisione - ma "non sarà nè un vescovo nè un politico. Il palco - precisa il portavoce - è delle associazioni. I politici hanno la piazza che è aperta a tutti. E se vogliono venire ad ascoltarci, vengano pure. Ma la manifestazione è laica, senza alcuna pregiudiziale partitica". Infine, l'auspicio che "il Manifesto sulla famiglia, che è aperto a tutti i cittadini italiani, abbia un'ampia diffusione in tutta Italia e possa essere condiviso da un ampio schieramento che vada da sinistra a destra passando per il centro". Nel testo del Manifesto, di due pagine e mezzo, "non c'è la parola dico, ma quella di 'esperienze di convivenza' oppure 'esperienze non matrimoniale'. Infine, non troverete una parola aggressiva. Dal nostro punto di vista, da come è stato costruito - conclude - è un impianto di sì e non di 'no'". Ssa/Ska |