RASSEGNA STAMPA
Articolo pubblicato su Avvenire del 08-06-2007

 

NUOVI SCENARI

Incontro organizzato dai teodem: «La vera laicità è saper cogliere le istanze venute dalla piazza»

Pezzotta: un movimento nella società civile

«Per dar voce al grande protagonismo emerso in piazza San Giovanni occorre una realtà para-politica, che tenga vivo il cattolicesimo popolare»

Da Roma Gianni Santamaria

Savino Pezzotta giudica il Partito democratico non un «partito nuovo», ma un «nuovo partito» in cui i cattolici «entrano per farsi contaminare e questo a me non piace. Io dico: prudenza. Vedete prima cosa si costruisce». Lui, comunque, non ci sta e per dar voce al protagonismo emerso da San Giovanni sogna un movimento «para-politico» che tenga viva la tradizione del cattolicesimo democratico e popolare - destinata a finire con il Pd - «non perché è utile ai cattolici, ma perché è utile al Paese». E lo è ancora di più perché ci sono questioni antropologiche essenziali che vanno difese - nascita, vita, lavoro, malattia, morte -, ma anche una agenda politico-istituzionale da costruire per rispondere al «fallimento della seconda Repubblica», con una democrazia ridotta ad «autoritarismo elettorale».
Dopo le polemiche giornalistiche dei giorni scorsi l'ex sindacalista ci ha tenuto a dire che non si sente un «condottiero» delle truppe del Family Day e quell'evento non vuole usarlo e strumentalizzarlo, anzi lui stesso ne è stato «destrutturato» e ne è uscito con la voglia di capire. Che non è la «spada di latta di Bagnasco». Infine, che vera laicità è la capacità di interpretare il reale, le istanze venute dalla piazza, che non hanno nulla a che vedere con gli scenari sul «partito di Pezzotta» evocati dai media. Ad ascoltare l'ex leader della Cisl c'erano politici di entrambi gli schieramenti. Primi fra tutti i «teodem» che avevano organizzato l'incontro dal titolo «La provocazione del Family Day tra politica e antipolitica». Poi i giornalisti Giuliano Ferrara e Riccardo Bonacina, rispettivamente direttori de «Il Foglio» e di «Vita», insieme a tre esponenti del laicato protagonista del Family Day: Salvatore Martinez (Rinnovamento nello Spirito Santo), Andrea Olivero (Acli) e Andrea Riccardi (Sant'Egidio). C'era anche il ministro Beppe Fioroni che al termine ha replicato a Pezzotta: «Chi ha paura di essere sale e lievito, di contaminarsi, chi alza steccati deve essere consapevole che l'isolamento crea i requisiti per la conservazione».
Ma il tema dell'incontro citava esplicitamente l'antipolitica. Questa, ha detto uno degli organizzatore Enzo Carra, «può correre su autostrade» se la politica «non fa il suo mestiere». Sul clima di questi anni ha impostato il suo intervento-domanda Ferrara, ricordando il consenso bipartisan avuto dalla legge 40, ma anche che «nel sistema bipolare», i cattolici «non ci stanno a proprio agio». Non ci sono, però, solo i problemi tra cattolici e bipolarismo, esistono anche quelli dentro il mondo cattolico. E qui Ferrara ha chiamato in causa il «capriccio prodiano» del «no» al referendum e la «riproposizione del carattere adulto che piace al presidente del Consiglio». Bonacina ha individuato una delle micce che innescano l'antipolitica nella presa di possesso, da parte di alcune oligarchie, della «rappresentanza politica» e della «rappresentazione mediatica», con un'informazione che «genera fatti a partire dall'opinione di pochi». In piazza Navona «c'erano politici a caccia di giornalisti e qualche turista» ed è stata trattata quasi come quella del Family Day, ha detto il giornalista del no profit. L'inquietudine della gente scatta, allora, «se non si rappresenta il Paese nella sua realtà». Martinez ha parlato non di antipolitica, ma di «avanzata di un laicato appassionato» che non è riducibile allo schema di un partito. E ha tenuto a rivendicare il ruolo dei laici. Il popolo di piazza San Giovanni per il presidente della Acli va interpretato dalla politica come «una risposta all'antipolitica», cioè non solo «come una riserva etica, ma come qualcosa di più: persone disposte a fare qualcosa per il Paese». Riccardi ha parlato di un cattolicesimo di oggi che anche i politici di provenienza cattolica faticano a interpretare. Si tratta di una «classe dirigente post-democristiana» in difficoltà con il cambiamento e che giudica il cattolicesimo che ha realizzato il Family Day «qualcosa di arretrato». C'è dunque, un distacco, un raffreddamento, un «disagio» in «un tempo di spaesamento». Una cosa è certa il Family Day è stato una «ripresa di protagonismo del mondo cattolico», ha detto ancora Carra, che in conclusione ha accolto le provocazioni di Pezzotta. «Anche noi dobbiamo cambiare».


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