“La
concezione cristiana della politica: l’eredità “scomoda” del popolarismo
sturziano in Italia”. È questo il tema affrontato nella sezione
pomeridiana del 3 ottobre dedicata dal Convegno Internazionale Sturziano
alla politica e sul quale si sono confrontati alcuni ex segretari della
DC e del PPI, dopo una introduzione tematica di Roberto Mazzotta,
preside dell’Istituto “Luigi Sturzo” di Roma, e moderati dal direttore
ad interim di Avvenire Marco Tarquinio, che ha ricordato
come oggi si parli solo del fare la politica e non del pensare la
politica, pertanto c’è un grave deficit di pensiero.
Mazzotta ha posto tre
interrogativi di “stampo sturziano” di attualità: come riuscire a
sostenere lo stato sociale nei prossimi anni se non è più possibile una
spesa pubblica elevata? Come realizzare un decentramento amministrativo
e politico? Come gestire il fenomeno della diversità?
L’On. Gerardo Bianco
ha affermato che don Sturzo è una miniera che offre validi spunti per
affrontare diversi problemi del nostro tempo;
ha
poi detto che non si può distinguere la teoria politica di don Sturzo
dalla sua azione con il Partito Popolare, per cui, anche oggi dobbiamo
guardare al pensiero sturziano e ricominciare a costruire una sana
politica partendo “dal basso”, dalla gente. L’On. Rocco Buttiglione
ha ricordato come il Sacerdote calatino volesse un partito che
ascoltasse la gente e facesse cose che andassero bene per tutti.
Inoltre, l’On. Buttiglione ha posto il problema della mancanza di
rappresentanza, oggi, dei cattolici e di come la democrazia sia in crisi
perché mancano dei “valori forti”.
L’On. Ciriaco De Mita,
confessando di aver scoperto don Sturzo facendo il segretario della
DC,
cioè facendo politica, ha definito il pensiero sturziano come il
migliore pensiero politico moderno che ci sia, perché non dà risposte
preconfezionate ai problemi della società, ma detta le condizioni per
agire. De Mita ha ricordato inoltre l’importanza per don Sturzo della
ispirazione religiosa alla libertà e della dimensione internazionale
della politica, che è fondata sulla convinzione che l’ordine parte dalla
comunità.
Tutti i relatori sono
stati concordi nel ritenere don Sturzo un profeta che ha precorso i
tempi, di qui la ricchezza e l’attualità del suo pensiero, al quale
ispirarsi oggi per il bene della politica e della società, perché il
Sacerdote calatino non ha fallito nella sua politica, come alcuni
stupidamente pensano, ma la sua vittoria è stata solo rinviata a tempi
maturi, dove verrà messo a frutto tutto il suo insegnamento.
Marco Sciddurlo
