“La concezione cristiana
delle politiche di sviluppo dei popoli: uno sguardo al mondo
globalizzato”. Questo il tema della sessione a cura del prof. Rosario
Sapienza, preside della
Facoltà
di Giurisprudenza dell’Università di Catania. La tavola rotonda è stata
moderata dal prof. Giuseppe Dalla Torre, rettore della Lumsa di
Roma.
Sussidiarietà, valori
morali, diritti umani e rapporti fra gli Stati. «Secondo don Sturzo – ha
ricordato in apertura Dalla Torre – la guerra non è un fenomeno
naturale, ma storico contingente che in quanto tale può e deve essere
abbandonato».
A mettere in luce il
percorso e la proposta sturziani declinandoli in alcuni punti, il
prof. Francesco Bonini, direttore del Dipartimento di Storia e
critica della Politica all’università di Teramo. La costruzione di un
dinamismo civile
e
di popolo; l’affermazione del nesso politico tra un ordinamento popolare
interno e un nuovo ordine internazionale; l’idea dell’unificazione
europea come risposta strategica alle distruzioni della prima guerra
mondiale; la fondazione, a Londra, del gruppo “Popolo e libertà” nel cui
programma si afferma il primato della morale, e si condannano fascismo e
bolscevismo. Il prof. Bonini ha sottolineato il realismo e la
lungimiranza dell’analisi politica sturziana. Morale ma non moralismo;
pace ma non pacifismo: per il servo di Dio, la via della pace si basa
sull’impegno politico. E la globalizzazione? Il docente ha ricordato le
parole di Giovanni Paolo II: «La globalizzazione, a priori, non è né
buona né cattiva. Sarà ciò che le persone ne faranno». «Un impegno
affidato a tutti – ha concluso Bonini
–
da declinare sturzianamente ai molteplici livelli, senza steccati tra
laici e cattolici».
Dopo l’introduzione, è
stata la volta dell’intervento del neo presidente del Parlamento
europeo, Jerzy Buzek, che ha ricordato il valore cristiano della
solidarietà, che caratterizza tutta l’opera sturziana. «Senza libertà
non c’è democrazia – ha detto con forza -; non possiamo dimenticare da
dove veniamo e quale società vogliamo costruire. Noi europei siamo il
popolo della democrazia, dei diritti umani. Don Sturzo ci dimostra come,
in armonia con la nostra spiritualità, possiamo civilizzare il mondo.
Vogliamo avere il coraggio di usare metodi coerenti con il nostro
sistema di valori». E sul suo ruolo al Parlamento europeo ha detto:
«Continuerò il lavoro iniziato dal mio
predecessore;
difenderemo sempre i valori universali e i diritti umani ovunque siano
in catene». Dignità umana e valori universali sono stati al centro anche
dell’intervento del presidente uscente del Parlamento europeo,
Hans-Gert Pottering, che ha chiesto alla Chiesa sostegno e
incoraggiamento per proiettare «le nostre idee, i nostri valori al di là
dei confini nazionali». «Dobbiamo sempre – ha continuato – perseguire
una politica che sostenga la dignità dell’essere umano sulla base della
tolleranza, favorendo il dialogo interreligioso». L’Unione Europea
dunque come comunità di valori, quei valori etici che possono unire
credenti e non credenti. E alla base della globalizzazione, secondo
Pottering deve regnare il concetto cristiano democratico del mercato
sociale dal volto umano.
Ultimo intervento, quello
di S.E. Francis Martin Xavier Campbell, ambasciatore di Gran
Bretagna presso la Santa Sede, che ha ricordato come l’influenza
del
pensiero Sturziano si veda in tutte le encicliche del XX secolo. Il
rispetto della persona umana e la ricerca del bene comune sono stati per
lo Statista siciliano la terza via, rispetto a quelle
dell’individualismo e del collettivismo.
Proclamare prima di tutto
il Vangelo, ma anche agire per perseguire la giustizia terrena. Una
doppia missione per ogni cattolico; una missione che – ha sottolineato
Campbell – don Sturzo ha incarnato con grande equilibrio. Poi, una forte
sottolineatura sull’urgenza dell’istruzione. «Per don Sturzo era uno
strumento primario nella battaglia contro la povertà. L’istruzione – ha
continuato - è diritto di ogni bambino, libera potenziali enormi», senza
la cui realizzazione l’umanità rimarrà impoverita. E ha dato una cifra:
10 miliardi di dollari. Basterebbero per portare l’istruzione primaria
gratuita in Africa e nel Sud Est asiatico: «Sarebbe il miglior
investimento che il mondo possa fare». E al termine ha invitato ad
imitare l’ottimismo nell’agire che era tipico di Sturzo: «Fu un
ottimista – ha detto riferendosi al Servo di Dio – nonostante le sfide
temibili che aveva davanti». Essere ottimisti, dunque, nella
consapevolezza di non poter risolvere tutti i problemi, ma di avere le
abilità di affrontarli.