Torna alla pagina precedente...

1° Congreso Eucarístico Internacional Universitario

Murcia (Spagna), 9-13 novembre 2005

Sintesi degli interventi di Salvatore Martinez

 

Si è tenuto a Murcia, in Spagna, dal 9 al 13 novembre scorsi, il 1° Congresso Eucaristico Inernazionale Universitario, organizzato dall'UCAM, l'Universitad Católica de San Antonio.

 

Ulteriori informazioni sul Congresso sono disponibili qui:

 

http://www.ucam.edu/congresos/institucionales/eucaristico/index.htm

 

All'importante evento internazionale ha partecipato, in qualità di relatore, il Coordinatore Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, Salvatore Martinez.

Riportiamo, di seguito, le sintesi dei due suoi interventi.

 


 

“María, Signo Eucarístico para la Nueva Evangelización”

 

Salvatore Martínez

Coordinador Nacional de Renovación en el Espiritu (Italia)

 

Sintesi dell'intervento

 

Maria è Colei che papa Giovanni Paolo II nella sua ultima Lettera Enciclica pubblicata, “Ecclesia de Eucharistia”, definì “la Donna eucaristica”. Non c’è scuola di evangelizzazione migliore che la “scuola di Maria”, nessuno più di Lei rende comprensibile la “spiritualità eucaristica”. Abbiamo bisogno del cuore di Maria per avere uno sguardo nuovo su questo nostro mondo: la Chiesa, il mondo, l’Europa, la Spagna hanno bisogno di un cuore nuovo per la nuova evangelizzazione. Proviamo noi per primi a diventare da oggi questo “cuore nuovo” imparando da Maria. Quando Dio sceglie evangelizzatori, quando chiama ciascuno di noi ad essere “testimoni del suo amore”, Dio guarda il cuore dell’uomo. Quello che accadde a Maria, in modo perfetto e irripetibile, accade oggi anche a noi. L’uomo “senza cuore” è il vero ateo, perché Dio è amore. Solo chi non vuole amare rifiuta Dio. È atea una politica senza cuore; è atea un’economia senza cuore; è atea una cultura senza cuore; è atea una solidarietà umana senza cuore; è atea una famiglia senza cuore. Senza il cuore l’amore non si fa relazione né donazione.

Maria, la grande sedotta da Dio, ci svela come è possibile innamorarsi di Gesù. Nessuno, dice il Papa, conosce l’arte dell’amore più di Maria. Nel suo sguardo c’è lo sguardo del Figlio: impariamo da Maria, dalla sua “contemplazione eucaristica”, il segreto dell’evangelizzazione. Lo Spirito Santo, mediante Maria, può portarci a questa “scuola di contemplazione eucaristica”, la sola che trasfigura il nostro volto di cristiani.

Nella “Rosarium Virginis Mariae”, Giovanni Paolo II spiega lo “sguardo contemplativo di Maria” in “cinque sguardi” - lo sguardo interrogativo, lo sguardo penetrante, lo sguardo addolorato, lo sguardo radioso, lo sguardo ardente - ognuno dei quali ci svela l’azione dello Spirito Santo nella nostra vita. Ognuno di questi sguardi è un segno della nuova evangelizzazione, ecco perché li vogliamo far nostri e con Maria, come Maria, dire il nostro “sì” allo Spirito Santo che ci chiama ad essere testimoni. (…)

Parlando dell’Eucaristia il Santo Padre Benedetto XVI, nel giorno in cui ha preso possesso della Cattedra in S. Giovanni, ha affermato: “Cristo si fa trafiggere il cuore di nuovo… Ognuno di noi può darGli del tu. Il Signore si trova sempre a portata di voce”. Quanto conforto troviamo in queste parole! Attraverso l’Eucaristia possiamo dare “del tu” al Signore che si trova “a portata di voce”.

Chi contempla Gesù non può che affermare: vale la pena di vivere, di cercare, di soffrire, di impegnarsi per gli altri. Perché – come affermava Pio XII -  “l’Eucaristia è la professione pratica di tutto il cristianesimo”. È il mio augurio, per ciascuno di noi, ma anche per quanti portiamo nel nostro cuore”.

 


 

El Rostro Eucarístico de Cristo en la Historia”

 

Salvatore Martínez

Coordinador Nacional de Renovación en el Espiritu (Italia)

 

Sintesi dell'intervento

 

L’Eucaristia è mistero di presenza per mezzo del quale si realizza la promessa di Gesù: “Io sono con voi tutti i giorni” (Mt 28, 20). Scrisse un giorno Gilbert Cesbron: “Tutti aspettano da Dio prove della sua esistenza, mentre Dio ci dà solo prove del suo amore”. Cristo è la prova dell’amore di Dio; l’Eucaristia è la prova che questo amore eterno abita la nostra terra.

Dio cerca adoratori, perchè è spirito! Sa amare, chi sa adorare Cristo; può amare, chi adora Cristo! Adorare mediante l’aiuto dello Spirito, perché (cf Ez 36, 26) il nostro cuore di pietra sia trasformato in cuore di carne. Ecco che il volto eucaristico di Cristo appare nella nostra capacità d’amare.

In occasione del Vespro di Pentecoste Giovanni Paolo II segnalava il progetto di adorazione eucaristica “Roveto Ardente” che dall’Italia, grazie al RnS, si è diffuso in tutto il mondo. “Il progetto ‘Roveto Ardente’ è un invito all’adorazione incessante, giorno e notte. Il RnS ha voluto promuovere questa opportuna iniziativa per aiutare i fedeli a ‘ritornare nel Cenacolo’. Nel “Roveto Ardente” si esperimenta un nuovo culto spirituale al Signore, in cui tutto il nostro essere – spirito, anima e corpo – si manifesta dinanzi a Dio. Dio vive nell’Eucaristia e il vivente lo adora in modo vivo.

È lo Spirito, nell’adorazione che fa nascere moltissimi discepoli di Cristo. La preghiera, nell’adorazione, “dilata” la presenza di Cristo dentro e fuori di noi. “È ormai tempo di svegliarsi dal sonno” (cf Rm 14, 11) grida S. Paolo alla nostra umanità. Senza la preghiera, l’evangelizzazione è un fiume che ristagna. Fidiamoci dello Spirito e apriamoci all’adorazione eucaristica nello Spirito.

Dio è amore e noi nell’adorazione riscopriamo il potere del’amore di Gesù. Oggi il modo migliore per dire l’amore di Dio è riconiugare la parola amore con compassione. Gesù ci insegna ad essere compassionevoli, per essere il suo volto eucaristico nella storia.

Abbiamo un nemico che si oppone a questo disegno di compassione: Satana, che nega l’Eucaristia. Adorando Gesù nell’Eucaristia ripetiamo con Gesù: “Padre, liberaci dal male”, cioè “liberaci dall’egoismo”.  Viviamo in un tempo di culto idolatrico dell’io assoluto con il pericolo di un consecuente “egoismo generazionale”. Senza discepolato, faticoso e continuo questo mondo sarà presto senza memoria e sprofonderà nel soggettivismo e nell’idolatria. È la verità che ci rende liberi e non la libertà che ci fa veri! (…)

Nel cuore dell’uomo c’è un inestinguibile bisogno di assoluto. Solo Dio, che si è reso finito con la venuta sulla terra del Figlio Gesù, ha il potere di condurre la nostra finitezza nella dimensione del Suo infinito amore. (…)

Il relativismo è una “dittatura del nostro tempo”, una sfida aperta al senso eucaristico della storia. Grida il mondo con i suoi richiami effimeri: ma ancora più forte grida l’amore di Dio nell’Eucaristia, un grido che ci scuote dal torpore nel quale spesso cade la nostra fede.

Bisogna dunque educare le nuove generazioni ad “investire in eternità” e insegnare ai giovani a indossare il solo abito della verità. In un tempo malato d’amore c’è bisogno di uomini e donne, di famiglie cristiane con una fede di alta qualità, una fede sinonimo di “lotta e non di carezze”.

Assistiamo alla più drammatica confusione tra il bene e il male. La fede è un dono e una via da percorrere a partire dalle nostre famiglie. La famiglia è una palestra di vita nuova: si può vivere insegnando ai propri figli ad amare il mondo e ad amare Dio. Avvertiamo il bisogno di famiglie “trasformate in Cristo” e non “conformate al mondo”. “La Famiglia è il cuore della nuova evangelizzazione” (Evangelium Vitae, 92).

Dobbiamo mobilitare tutte le nostre possibilità per farci servitori degli uomini.  Dobbiamo fidarci di più dello Spirito Santo. “Gesù farà grandi cose in noi se gliele lasciamo fare e se non cerchiamo di interferire con Lui” era solita ripetere Beata Teresa di Calcutta alle sue sorelle. Siamo stati “pensati” da Dio in vista di un testamento, di un’eredità d’amore che matura nella condivisione. È questo amore di Gesù che ci spinge (cf 2 Cor 5, 14); è per amore di Gesù che noi vogliamo farci servitori dei fratelli (cf 2 Cor 4, 5); è in questo amore che Gesù vuole che noi rimaniamo (cf Gv 15, 9b)  per essere Suo volto nella storia.


Hit Counter