AVVENIRE - 7 giugno 2011
Martinez: «Dalla Pentecoste un nuovo annuncio»
DAL NOSTRO INVIATO A RIMINI MATTEO LIUT
Riuniti «come uomini pasquali », testimoni del più grande segno della
presenza del Risorto nella storia, l’Eucaristia, e inviati nelle «nostre
case da uomini pentecostali capaci di testimoniare e portare alla fede
altri uomini». È questo il mandato che Salvatore Martinez, presidente
del Rinnovamento nello Spirito, ha lasciato ai 15 mila partecipanti
della 34ª Convocazione nazionale del movimento, chiusasi domenica scorsa
a Rimini. «Eucaristia e Pentecoste non sono altro che due prodigi
d’amore », ha sottolineato Martinez, quello stesso amore che Dio ha
mostrato nell’incarnazione e verso cui chiama ogni uomo. Missione che
spetta a ogni battezzato, ha aggiunto il presidente del Rinnovamento, e
che trova il suo sostegno proprio nello Spirito Santo, che nel giorno di
Pentecoste venne effuso sugli apostoli. «A ogni effusione – ha
proseguito Martinez – corrisponde sempre una “diffusione”: questa è la
nostra missione. Con l’effusione dello Spirito non si formano
“pregatori” ma evangelizzatori. La preghiera viene prima: si prega per
ricevere lo Spirito e una volta ricevuto si evangelizza». E questo
mandato deve accompagnarsi sempre a un profondo amore per la Chiesa:
«Ecco il primo mandato – ha affermato Martinez –: vivere nel cuore di
Dio e della Chiesa ». E poi la sottolineatura: «Il Rinnovamento è un
movimento ecclesiale e non sociale o politico – ha affermato il
presidente – ma ognuno di noi, formato alla scuola dello Spirito, è
chiamato a operare in ogni ambito, a divenire nella storia segno di
contraddizione ». Un invito che trova piena consonanza con la scelta
della Chiesa italiana di porre al centro del XXV Congresso eucaristico
nazionale (3-11 settembre 2011) il dialogo tra Eucaristia e vita
quotidiana. E la Convocazione di Rimini per il Rinnovamento quest’anno è
stata anche una tappa importante di preparazione verso il Congresso.
Nella giornata di chiusura, poi, è toccato a Marcella Reni, direttore
del Rinnovamento nello Spirito Santo, fare un bilancio della vita dal
movimento in Italia. A chiudere i quattro intensi giorni di preghiera,
celebrazione e festa, infine, è stato l’arcivescovo di Palermo, il
cardinale Paolo Romeo, che ha presieduto la Messa di chiusura. «Non
temiamo di fare della nostra vita cristiana, della pratica vitale della
nostra fede in Gesù, la bella strada che ci conduce alla vita eterna –
ha invitato il porporato –. Sarà lastricata di amarezze e di prove, ma
procedendo di tappa in tappa con l’aiuto dello Spirito Santo i passi
della nostra anima si faranno più saldi ». Gettando poi uno sguardo
sulle attività e sugli impegni, anche internazionali, promossi dal
Rinnovamento, il cardinale ha notato: «Vi state prodigando allo scopo di
fecondare con i semi dello Spirito i vasti mondi della cultura,
dell’educazione, della giustizia, della carità. Come dice Gesù nel
Vangelo di Matteo, “Andate, dunque, e fate discepoli”, andate e portate
ovunque le meraviglie della Pentecoste». Chiusa la Convocazione
nazionale, il Rinnovamento, che in Italia conta 200 mila aderenti e 1900
gruppi, guarda già ai prossimi appuntamenti importanti in agenda. Primo
in ordine di tempo è il Pellegrinaggio nazionale in Terrasanta tra il 28
luglio e il 4 agosto prossimi. I giovani del Rinnovamento, poi, saranno
presenti alla Gmg di Madrid, dal 16 al 21 agosto, fermandosi dall’11 al
14 agosto a Gibilterra, dove si terrà lo «Youth arise international
festival », che all’insegna della spiritualità carismatica, proporrà un
fitto calendario di esperienze di preghiera e fraternità, laboratori e
concerti di musica cristiana. Il 10 settembre, poi, in occasione del XXV
Congresso eucaristico nazionale, il Rinnovamento, assieme all’Ufficio
Cei per la pastorale della famiglia, proporrà per il 10 settembre il 4°
Pellegrinaggio nazionale delle famiglie per la famiglia ad Ancona. Dal
14 al 19 novembre prossimi, infine, è in programma il ritiro spirituale
per sacerdoti, diaconi e religiosi a Loreto.
LA BUSSOLA QUOTIDIANA - 7 giugno 2011
Twal: Venite in Terrasanta per sostenere i cristiani
di Alessandra Nucci
“Agli italiani e al mondo dico: quando venite in Terrasanta, non
limitatevi a visitare i luoghi sacri, venite a trovare le pietre vive: i
fedeli cristiani che formano la Chiesa vivente di oggi: dite loro che
non sono soli. Fate sentire che i loro fratelli nel mondo li pensano,
pregano per loro.” A questo appello ha dato voce Mons. Fouad Twal, il
Patriarca di Gerusalemme dei Latini, presente alla convocazione
nazionale a Rimini del Rinnovamento nello Spirito Santo, il movimento
dei fedeli laici che è impegnato nella costruzione di un Centro
internazionale mariano a Gerusalemme, intitolato alla Santa Famiglia di
Nazareth, voluto dal Beato Giovanni Paolo II. Dal palco del Rinnovamento
mons. Twal abbraccia idealmente il mondo e dice “Voi tutti siete miei
parrocchiani: Gerusalemme è la vostra Madre Chiesa! È lì che si trovano
le vostre radici. E per questo dico che è dovere morale vostro, e dei
cristiani tutti, di venire a dire ai vostri fratelli in Terrasanta che
non li avete abbandonati.” Il prelato, che è esperto del Medio Oriente
anche per essere stato arcivescovo di Tunisi per 13 anni, fornisce una
finestra sul Medio Oriente, visto dall’ottica dei cristiani di
Terrasanta. “Siamo nella violenza da 60 anni - esordisce Mons. Twal - e
in tutto questo tempo non siamo riusciti a trovare una soluzione. Ciò
significa che abbiamo sbagliato, e che non c’era la buona volontà di por
termine al conflitto, solo la volontà di continuarlo. Noi vogliamo la
pace, una vita normale. Non dei privilegi. E vogliamo anche noi poter
visitare senza timore i luoghi sacri della Terrasanta.”
Eccellenza, lei è stato è stato a lungo Presidente della Conferenza
episcopale del Nord Africa, che opinione si è fatto della rivoluzioni in
Egitto e Tunisia…? È un movimento di ribellione che non ha colore
politico. Non c’è un grido contro il sionismo o l’imperialismo. Sono
solo giovani che chiedono un lavoro e una vita normale. È un movimento
che ha il potenziale di arrivare dappertutto, quindi è prudente adesso
fare dei passi concreti da parte anche di altri. Ad esempio? Togliere i
“checkpoint” (posti di controllo, ndr) in Israele. Creare due Stati.
Sappiamo di essere condannati a vivere fianco a fianco, pertanto sarà
meglio essere buoni amici piuttosto che nemici per sempre. Occorre
lavorare per creare una cultura di pace e collaborazione. È un messaggio
per Israele, dunque. È un messaggio per tutti, ma i checkpoint sono di
Israele. E Israele deve avere il coraggio di toglierli, per permetterci
di raggiungere i luoghi sacri. È triste vedere che gruppi dall’estero,
dall’Italia, dagli Usa, da dovunque, possono andare nei luoghi sacri, ma
non ci può andare la gente di qui, quelli che vivono nella porta
accanto, Ramallah, Hebron… . Quando preghiamo per la pace non preghiamo
per un popolo e non per l’altro. Ma per giungere alla pace occorrono,
ripeto, passi concreti. Abbiamo bisogno di pace per tutti. Nell’ultimo
Sinodo, il 1 ottobre, i patriarchi del Medio Oriente, 185 vescovi, hanno
condannato ogni forma di violenza. Noi siamo cristiani e crediamo ancora
nel comandamento che ingiunge di amare il prossimo.
L'AZIONE - 10 giugno 2011
A Rimini la 34a Convocazione di RnS -
pdf
IL PONTE - 11 giugno 2011
"La mia carne è la vita del
mondo" - jpg
IL BIELLESE - 17 giugno 2011
«Lo spirito di morte domina la nostra cultura. Ma noi diciamo...» - pdf