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«Portate ovunque le meraviglie della Pentecoste!»

Sintesi dell'omelia di S.E. Card. Paolo Romeo

 

«Gesù è la “porta di accesso” al cielo (cf Gv 10, 9) per quanti sono pellegrini sulla terra. Lui è l’Agnello che, in cielo, adoreremo per sempre insieme alla schiera degli angeli e dei santi (cf Ap 5, 11-12)»: con queste parole il card. Paolo Romeo, arcivescovo metropolita di Palermo, ha iniziato la sua omelia nell’ultimo giorno della Convocazione nazionale, solennità dell’Ascensione di Gesù. Presente a Rimini già in precedenza, in occasione della Convocazione nazionale del 2003, il Cardinale ricorda come in quell’occasione era giunto in qualità di nunzio apostolico, proclamando il messaggio dell’oggi beato Giovanni Paolo II. «Ci chiediamo come sia possibile meditare sul cielo – prosegue l’Arcivescovo di Palermo. Con san Paolo diciamo: “Noi non abbiamo ricevuto lo Spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato” (cf 1 Cor 2, 9 11b-12). È solo lo Spirito che ci fa scrutare i misteri di Dio... tanto da farne oggetto della nostra fede». Il cristiano è fatto per il cielo, seppure sia «impastato di terra, lacrime e sangue... In cielo Gesù vuole “farci sedere alla sua mensa” (cf Lc 21, 5)… e farci condividere “il suo trono” (cf Ap 3, 21)». Questa destinazione ultima, però, giunge soltanto dopo aver vissuto la propria vita sulla terra, nella pienezza della fede. «Non temiamo di fare della nostra vita cristiana, della pratica vitale della nostra fede in Gesù, la bella strada che ci conduce alla vita eterna. Sarà lastricata di amarezze, di fatiche, di prove, ma procedendo di tappa in tappa con l’aiuto dello Spirito Santo i passi della nostra anima si faranno più saldi... Con la compagnia dello Spirito Santo crocifiggiamo il mondo in noi... Lasciamo morire ciò che ci appesantisce, che ci distoglie dalla meta del cielo e ci fa dimenticare la volontà di Gesù di “essere nel mondo senza essere del mondo” (cf Gv 17, 11.16)». L’Ascensione proietta verso l’orizzonte della Pentecoste, quando lo Spirito di Dio scende nel cuore degli apostoli e di Maria nel Cenacolo: è l’effusione dello Spirito Santo che dona all’uomo di «comprendere... la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore» (cf Ef 1, 17.19). Il card. Romeo sottolinea, poi, le parole di Benedetto XVI in occasione della preparazione della GMG di Sidney, nel 2008, quando il Pontefice ebbe a dire: «L’amore di Dio può effondere la sua forza solo quando gli permettiamo di cambiarci dentro» (Messaggio ai giovani, 20 luglio 2007). Un esplicito monito a un ritorno allo Spirito per la conversione piena alla parola del Signore, anche e soprattutto «in un’Europa e in un’Italia che fanno fatica a conservarsi cristiane». L’Arcivescovo sottolinea infine l’importante impegno del Rinnovamento nella diffusione della Cultura di Pentecoste, come Giovanni Paolo II aveva chiesto al RnS in occasione dell’Udienza privata concessa ai responsabili il 14 marzo 2002. «Vi state prodigando – conclude il card. Romeo – allo scopo di fecondare con i semi dello Spirito i vasti mondi della cultura, dell’educazione, della giustizia, della carità. Come dice Gesù nel vangelo di Matteo, “Andate, dunque, e fate discepoli” (cf 28, 19), andate e portate ovunque le meraviglie della Pentecoste».

Elsa De Simone


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