Una
pioggia di insegnamenti e parole preziose quelle pronunciate dal card.
Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio consiglio della cultura,
che inizia la sua omelia con una preghiera: «Signore, tu che hai dato lo
Spirito Santo agli apostoli riuniti in preghiera con Maria, madre di
Gesù, concedici, tramite la sua intercessione, di servirlo fedelmente e
di diffondere la gloria del suo nome con la parola e l’esempio…». E
proprio Maria, la Madre celeste, diviene il centro dell’omelia del
Cardinale. Egli ricorda come, già cinquanta anni fa, anche il Santo
Padre Paolo VI, in chiusura della 3ª sezione del Concilio Vaticano II,
sottolineò «il posto singolare che Maria occupa nel mistero di Cristo e
della Chiesa» con queste parole: «La sua intima essenza, la sorgente
prima della sua efficacia santificatrice sono da ricercarsi nella sua
mistica unione con Cristo» il quale l’ha voluta tanto intimamente unita
a sé per la nostra salvezza. Nella Lumen Gentium, ci fa osservare
il Presidente emerito del Pontificio consiglio della cultura, lo stretto
legame tra Maria, Gesù, lo Spirito Santo, la Chiesa nascente e la
missione evangelizzatrice. «La Chiesa giustamente guarda a Colei che
generò Cristo, concepito dallo Spirito Santo e nato dalla Vergine, per
nascere e crescere anche nel cuore dei fedeli, per mezzo della Chiesa.
La Vergine, infatti, - continua Poupard citando l’Enciclica
– nella sua vita fu modello di quell’amore materno del quale devono
essere amati tutti quelli che nella missione apostolica della Chiesa
cooperano alla rigenerazione degli uomini» (LG n. 65). Poi il Porporato,
ricordando l’Esortazione apostolica postsinodale Christifideles
laici, esorta a pregare con il fervore del Beato Papa Giovanni Paolo
II per la missione dei fedeli laici. Essi vengono chiamati a «irradiare
la luce di Cristo e a comunicare il fuoco dello Spirito Santo per mezzo
della loro vita evangelica in tutto il mondo». Ancora una volta viene
rivolta a Maria la preghiera di riempire di riconoscenza ed entusiasmo i
cuori dei fratelli laici così da donare loro una rinnovata effusione.
L’evento della Pentecoste, infatti - insegnava Giovanni Paolo II nella
Dominum et vivificantem -, spiritualmente non appartiene solo al
passato. «La preghiera della Chiesa è nell’invocazione incessante nella
quale lo Spirito Santo intercede per noi: egli stesso la pronunzia con
la Chiesa e nella Chiesa».
Lo Spirito, dunque,
infiammi, per la sua potenza, i cuori di tutta la comunità di Dio ed
essa perseveri nella speranza del suo Regno. Speranza ed Eucaristia – ha
detto il Cardinale – siano «il presupposto fondamentale per la nuova
evangelizzazione…».
L’augurio conclusivo del
Porporato è dunque quello che il mondo possa ricevere la buona Novella
non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, ma da veri ministri del
Vangelo, pervasi dal fervore dello Spirito e che sappiano anche donare
la propria vita «affinché il Regno sia annunziato e la Chiesa sia
impiantata nel cuore del mondo».
Daniela Di Domenico