A
circa un mese dalla beatificazione di Giovanni Paolo II non poteva
mancare un omaggio in memoria del Papa che ha cambiato la storia
dell’umanità. Un ricordo che coincide con il XXV anniversario
dell’Enciclica sullo Spirito Santo, Dominum et vivificantem.
“Giovanni Paolo II. Un
uomo, un Papa, capolavori dello Spirito”, questo il titolo della tavola
rotonda moderata nel pomeriggio da Marco Tarquinio, direttore di
Avvenire.
Tre gli ospiti
d’eccezione: il cardinale Paul Poupard, presidente emerito del
Pontificio Consiglio della Cultura, padre Raniero Cantalamessa,
predicatore della Casa Pontificia e mons. Pawel Ptasznik, già
collaboratore di Giovanni Paolo II e ora responsabile della Sezione
polacca della Segreteria di Stato Vaticana.
Con un video è stato
ripercorso lo stretto legame tra il Papa, ormai Beato, e il Rinnovamento
nello Spirito Santo. Cinque incontri, tra il 1980 e il 2004, che hanno
segnato un legame di gioia e preghiera proseguito incessantemente fino
alla fine della vita terrena di Giovanni Paolo II.
L’Enciclica
Dominum et vivificantem mostra un Papa tra forza e sofferenza,
«vero discepolo di Giovanni e di Paolo. Apostolo della missione» ha
spiegato il cardinale Poupard. Un Papa che ha posto l’accento, ha
aggiunto Cantalamessa, «sull’importanza dello Spirito Santo nella
preghiera in un continuo “togliere e dare”: togliere il peccato per
ricevere lo Spirito di Cristo».
Giovanni Paolo II è anche
l’uomo Papa che ha guidato l’umanità nel discernimento tra il bene e il
male. Mons. Ptasznik ne è testimone. «Giovanni Paolo II mi disse che il
bene si difende da solo, ma il male deve essere scoperto per essere
salvato dall’amore del Signore». Per questo è importante «un’opera di
rieducazione della coscienza – ha sottolineato il card. Poupard,
ricordando il pensiero di Giovanni Paolo II durante la prima visita
apostolica in Francia – perché Gesù è venuto ad aiutare l’uomo per
uscire dal male e fare il bene».
Non un uomo qualunque,
quindi, ma un uomo dello Spirito. Come ha detto padre Raniero
Cantalamessa, «stando vicino a lui si aveva l’impressione di un uomo che
conservava un dialogo con un interlocutore interiore». Un uomo, ha
aggiunto Ptasznik, che «faceva della sua vita e della sua morte un dono
per la più grande causa: la salvezza».
Un’altra dimensione
potente nella vita di Giovanni Paolo II è stata la compassione. «Il Papa
tornava spesso sulla questione della sofferenza umana ma mai sulla
propria», ha raccontato Pawel Ptasznik. «Ha vissuto le ferite nel corpo
dell’Europa con una predicazione di pace contro la guerra», ha aggiunto
Marco Tarquinio.
Ma
il ricordo che bisogna conservare è nel ritratto proposto dal cardinale
Poupard, «il Papa non era un nostalgico del passato ma ci spingeva
sempre a costruire il futuro tra memoria, coscienza e progetto».
L’ultimo tema
nell’enciclica Dominum et vivificantem è l’umanità e il
rafforzamento dell’uomo interiore per mezzo dello Spirito Santo, Spirito
di intelligenza e di amore insieme. Pensando alle sfide del futuro, come
quella educativa sottolineata da Marco Tarquinio, quello che rimane da
fare è rafforzare l’uomo interiore credendo nell’azione dello Spirito e
ricordando le parole di Giovanni Paolo II: «Ho sempre appartenuto a
questo Rinnovamento nello Spirito Santo. Scrivendo Dominum et
vivificantem ho pensato a voi».
«Questa è l’eredità che
non vogliamo disperdere», ha concluso Salvatore Martinez salutando i
testimoni dei capolavori che lo Spirito ha compiuto nella vita e nelle
opere del beato Giovanni Paolo II.
Laura Gigliarelli