Di
quanti santi e martiri è intessuta la storia delle Chiesa, e com’è bello
girare per le strade di Roma e scoprire chiese che hanno centinaia di
reliquie di centinaia di santi! Da cinque mesi Ralph Martin sta vivendo
a Roma, con sua moglie, per conseguire una specializzazione nell’ambito
dei suoi studi teologici. Testimone delle origini del Rinnovamento
carismatico cattolico, inizia il suo intervento raccontando la bellezza
e l’importanza della cultura cristiana. Parla di santa Caterina e di
santa Agnese e del loro essere al tempo stesso pienamente carismatiche e
pienamente contemplative. Anche la Chiesa – dice – deve essere più
carismatica e più contemplativa, e in questo tempo in cui vive grandi
difficoltà, dobbiamo tutti essere pronti a difendere la fede in primo
luogo con la nostra testimonianza. Per difendere la cultura cristiana,
il Vangelo deve essere predicato nuovamente. La Chiesa è consapevole di
quanto sia necessaria una nuova Pentecoste.
Noi del Rinnovamento nello
Spirito – aggiunge Martin – siamo stati scelti dal Signore per fare
esperienza della Pentecoste e per esserne testimoni verso la Chiesa
tutta. Il Signore ci ha dato una conoscenza di come i fratelli possono
farne esperienza, di come le grazie ricevute da Dio ma rimaste
“bloccate” dal peccato o da una mancata consapevolezza possono essere
“slegate”, “scongelate” quando questi ostacoli vengono meno. Sappiamo
bene che agli apostoli non era bastato vivere con Gesù ed essere
continuamente istruiti da Lui; potremmo dire che avevano frequentato il
migliore seminario esistente, eppure non avevano ancora capito.
Credettero ed obbedirono alla parola di Gesù che gli chiedeva di restare
nel Cenacolo senza comprenderla pienamente; la compresero solo quando
furono battezzati nello Spirito Santo.
Per moltissimi cattolici –
avverte Martin – questa esperienza dello Spirito deve ancora essere
vissuta. Per tanto tempo alcuni hanno creduto che la Pentecoste fosse
riservata alla sola Chiesa delle origini ma, grazie anche al contributo
del cardinale Suenens, il Concilio vaticano II ha voluto chiarire: «lo
Spirito Santo non si limita a santificare e a guidare il popolo di Dio
per mezzo dei sacramenti e dei ministeri, e ad adornarlo di virtù, ma
“distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a lui” (1 Cor 12, 11),
dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali
li rende adatti e pronti ad assumersi vari incarichi e uffici utili al
rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa» (Lumen Gentium
n. 12).
A questo punto Martin
confida la sua piccola esperienza personale: «Dopo 45 anni dal mio
battesimo nello Spirito oggi il mio desiderio di darmi al Signore è più
forte che mai». A volte ci troviamo comodi dove siamo, troviamo
confortante ripetere le stesse esperienze: non c’è nulla di male.
Possiamo però guardare non solo al desiderio di tornare alla prossima
Convocazione nazionale, ma anche all’oggi nel quale Dio ci pone. Come il
Signore ci chiede oggi di seguirlo? Chi ci suggerisce di invitare? Per
chi è importante che noi preghiamo?
«Due
importanti decisioni ho preso nella mia vita – racconta – la prima fu di
accettare l’invito a quel ritiro in cui Dio mi ha cambiato dal di
dentro; la seconda, quattro giorni dopo, fu di dedicare un tempo stabile
alla preghiera nella mia giornata».
Non c’è spazio per lo
Spirito Santo laddove regnano peccato, indifferenza, auto-soddisfazione.
Se ci è chiaro che per i peccati gravi è necessario il pentimento e la
confessione sacramentale, è importante anche prestare attenzione a tutti
i limiti che poniamo al nostro rapporto con Dio, che ci chiede di essere
sempre più uniti a Lui e più disposti a fare la sua volontà. Chiediamo
la grazia di “vedere” questi ostacoli e di superarli, perché il peccato
nascosto blocca l’opera dello Spirito Santo.
Al termine della
relazione, Ralph Martin invita Salvatore Martinez a unirsi a lui nel
guidare una preghiera di invocazione allo Spirito Santo per una nuova
effusione di doni e carismi.
«Vogliamo vivere questo
momento – suggerisce il Presidente RnS – con la stessa compunzione del
cuore di quella folla che, davanti a Pietro e agli apostoli, il mattino
di Pentecoste chiese: “Cosa dobbiamo fare?” e alla quale Pietro rispose:
“Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare… e riceverete lo
Spirito Santo” (At 2, 37-38)».
In ginocchio, sostenuti
dal canto e dalle parole di Ralph e di Salvatore, tutti i presenti
vivono un momento di intensa preghiera, concluso con la proclamazione di
questa parola profetica:
«Dopo aver remato per
circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si
avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: "Sono io,
non abbiate paura!". Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la
barca toccò la riva alla quale erano diretti»
(Gv 6,
19-21).
Sandro Gallo