“Chi
non rinasce dall’acqua e dallo Spirito non può entrare nel regno dì Dio”
(cf Gv 3,5), è questo il tema attraverso cui padre Raniero Cantalamessa
– predicatore della Casa Pontificia – ha guidato l’assemblea nella
riflessione sul battesimo nello Spirito.
Le
parole dell’Evangelista risuonano come la metafora di una nuova
creazione, attribuita alla fede. Chi crede ottiene una vita nuova in
forza del sacramento ricevuto, che rende nuova ogni cosa. Mediante
l’effusione dello Spirito Santo il sacramento, che era “legato” a causa
della mancanza di consapevolezza – afferma padre Cantalamessa –, viene
rinnovato e confermato; in tal modo ciò che era addormentato riprende
vita.
È
Gesù a parlare per primo di battesimo nello Spirito (cf At 1,5), che
trova la sua realizzazione nella Pentecoste, il giorno in cui gli
apostoli furono ricolmi di Spirito Santo, ovvero dell’amore che scorre
tra il Padre e il Figlio, quell’amore che è il compimento della
salvezza. Gli apostoli sono ora la prova – continua padre Raniero – di
come l’amore di Dio trasforma le vite e fa compiere cose grandi.
Il Rinnovamento carismatico ha riportato alla luce questa esperienza
offrendo la consapevolezza che l’entusiasmo che ne deriva è la «sobria
ebbrezza dello Spirito», che riconduce al fuoco della vita divina.
L’azione che lo Spirito Santo compie nella nostra vita è duplice:
carismatica e santificante. Mediante la prima lo Spirito si serve dei
nostri doni per rendere santa la comunità, mediante la seconda egli
agisce in noi per trasformare la nostra persona.
Il
compito del Rinnovamento carismatico è creare sinergia tra queste due
dimensioni, così che l’azione di Dio trasformi pienamente i cuori. Come
accadde alla comunità a cui Pietro si rivolse il giorno della
Pentecoste, quando proclamò a gran voce la signoria di Cristo: «Sappia
dunque con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito
Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso» (At 2, 36). Il
frutto del battesimo nello Spirito è quindi riconoscere che Gesù è il
Signore, prosegue il Predicatore, che invita così i presenti a
proclamare la supremazia di Cristo.
Padre Raniero, in
conclusione, richiama l’importanza di rimanere ancorati alla Chiesa, con
tutte le sue imperfezioni e i suoi limiti, di confermarle la nostra
fiducia ed esserle fedeli ancora più fortemente ora che è sotto accusa,
ricordando le parole di san Cipriano: «Non può avere Dio per padre chi
non ha la Chiesa per madre». Il Predicatore ha affermato che la Chiesa è
fatta di uomini: «Cristo ha amato la Chiesa forse perché è senza
macchia? La Chiesa sarebbe senza macchia se non avesse noi». Ha poi
sottolineato il ruolo fondamentale del Rinnovamento nella Chiesa e nella
società: «Il Rinnovamento carismatico è la pupilla dell’occhio di Cristo
e bisogna conservargliela!». E come i discepoli risposero a Cristo che
gli domandava: «Volete andarvene anche voi?» (Gv 6, 67), padre Raniero
ha esortato i presenti a rispondere con loro: «Da chi andremo? Santa
Madre Chiesa, noi non ti lasceremo mai!».
Anna Pugliese