Con Zaccheo sul
Sicomoro
Non sa cosa pensasse
Zaccheo quando salì sul Sicomoro. Di sicuro Daniela, una volontaria del
Progetto Sicomoro (promosso dall’Associazione Prison Fellowship Italia
onlus) ha sperimentato la stessa cosa quando è entrata a far parte
dell’équipe che si è occupata dell’iniziativa. I muri spessi del
carcere, gli agenti che guardano a vista.
Le
emozioni, le paure, il disagio anche solo nello stringere una mano. Sono
ancora forti i ricordi di Daniela e del percorso fatto all’interno del
Carcere di Opera con i partecipanti al Progetto Sicomoro, il primo in
Italia. Un progetto che prevede forme alternative di giustizia
riparativa e la riconciliazione tra “vittime e carnefici”.
E così sono iniziati gli
incontri, il confronto di storie che dopo tanti anni, lasciano ancora
dolore e morte nel cuore, ma anche un grande desiderio di cambiare. E
proprio il dolore che ha creato divisone, pian piano, nelle parole di
Daniela, comincia a creare unione e comprensione. «Vedere il dolore
dell’altro, sia vittima che carnefice, - continua Daniela -, ha trafitto
i cuori che si sono aperti alla compassione… Dio era lì, dentro il
Carcere di Opera, insieme con noi… Al termine del percorso, nessuno era
più come prima, nemmeno noi volontari. Quanta fatica fare incontrare
Abele con Caino… Ma quanta gioia quando, infine, sia Abele che Caino si
sono riconosciuti per quello che sono, da sempre e per sempre, e
nonostante tutto, fratelli».
Daniela Di Domenico