“Avete
indossato l’abito giusto?”. Con questa domanda rivolta dall’equipe di
animazione a un’assemblea straripante prende il via la preghiera
comunitaria carismatica che apre la sessione mattutina della penultima
giornata di Convocazione, dedicata alla diffusione della spiritualità
carismatica.
Il popolo convocato dal
Signore apre “l’armadio di Dio” per indossare l’abito della festa dopo
essersi svegliato nell’abbraccio del Padre con il quale si era congedato
il giorno prima.
Ora è il tempo della lode
e del ringraziamento dopo essere rimasti con il capo sul cuore di Dio,
dopo avere sperimentato la sua misericordia, dopo aver ascoltato il suo
battito d’amore e di gioia per ciascuno dei presenti.
Con il salmo 136 gli
animatori della preghiera invitano l’assemblea a celebrare ancora la
misericordia di Dio e a non smettere di avere sete di lui.
La
preghiera prosegue con l’invocazione dello Spirito e con il desiderio di
una nuova effusione per abbeverarsi nuovamente alla sua Fonte.
L’azione del Signore non si fa attendere manifestandosi attraverso la
sua Parola profetica prontamente proclamata : “Ebbero sete e ti
invocarono e fu data loro acqua da una rupe scoscesa, rimedio alla sete
da una dura roccia” (Sap 11, 4). Ed ecco l’invito ad attingere con gioia
alla sorgente d’acqua viva, che sarà anche oggi fonte di doni e di
grazie.
Una seconda parola
profetica conferma la presenza viva del Signore Gesù che tende
l’orecchio al popolo da lui convocato: “Perciò profetizza e annuncia
loro: ‘Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi
faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella
terra
d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre
tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare
in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra.
Saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò’. Oracolo del
Signore Dio” (Ez 37, 11-14)
Questa promessa del
Signore suscita nell’assemblea un forte desiderio di lode gioiosa che,
aiutata dal canto dell’Alleluja, si manifesta in tutta la sua potenza,
anche con la danza che presto si diffonde nella sala, e si conclude con
la proclamazione del nome di Gesù da parte dei fratelli e le sorelle
presenti.
Dopo questo momento di
festa l’equipe di animazione invita tutti a non lasciare incustodite le
“anfore”, le “giare”, già riempite d’acqua viva.
E’ su un terreno ben
irrigato che il popolo del RnS, imparando da Maria, è pronto a vivere
questa giornata nell’ascolto, lasciando lavorare la Parola di Dio
seminata dallo Spirito affinché possa trovare posto in ogni cuore.
Francesco Storino