«La
nostra chiamata è quella di vivere la bellezza e la responsabilità di
essere cristiani in ogni situazione della vita. E da dove viene la
bellezza se non da Cristo, dal suo amore per noi?». Esordendo
nell’omelia del secondo giorno della Convocazione nazionale, il
patriarca di Gerusalemme Fouad Twal fa riferimento alla sua vocazione di
vescovo in una terra difficile, Gerusalemme, ma anche alla vocazione di
ciascun cristiano, chiamato a essere testimone autentico della fede e di
Cristo. Lui che, “più bello fra i figli dell’Uomo” (Sal 44), prima di
noi è stato “uomo dei dolori che ben conosce il patire” (Is 53, 2-3). E
rivolgendosi al popolo del Rinnovamento presente a Rimini ha chiesto:
«come fate ad essere così numerosi, così belli, così felici nonostante
le sfide che incontrate, le incomprensioni e le critiche?». Al fianco
del Rinnovamento nella costruzione del Centro mariano della Santa
Famiglia di Nazareth a Gerusalemme, il Patriarca ha sottolineato come
questo progetto sia stato «benedetto nel giorno dell’Annunciazione, e
farà tanto bene ai cristiani di Terrasanta. Maria, colei che è tutta
bella e vicina al figlio suo Gesù, ci è vicina e ci ricorda che ogni
chiamata del Signore è sempre accompagnata da una croce, da una
sofferenza piccola o grande da portare. Ma lei rimase in silenzio,
confidando in Dio. Anche noi dobbiamo saper rimanere in silenzio».
Nella consapevolezza dei timori che quotidianamente attanagliano l’uomo,
Twal ha ricordato la condizione in cui vive il Medio Oriente: «La
situazione è pesante e difficile, tanta è la sofferenza che ci circonda
e l’incertezza di fronte al domani, ma anche l’attesa di novità e di un
futuro migliore. Noi vescovi del Medio Oriente abbiamo sperimentato nel
Sinodo dello scorso ottobre a Roma una grande comunione, la gioia di
pregare con il Santo Padre, una nuova Pentecoste. Ma dinanzi alla
difficoltà di tornare nei nostri Paesi, in una situazione aggravata da
attentati e minacce, abbiamo deciso che il prossimo incontro del
Consiglio dei Patriarchi cattolici del Medio Oriente si terrà in ottobre
proprio a Baghdad, in Iraq, mentre la Conferenza episcopale dei Vescovi
latini sarà nello stesso mese al Cairo, in Egitto. In questi momenti
difficili abbiamo percepito una grande unità fra tutti i cristiani, un
invito a pregare gli uni per gli altri». E questo invito a pregare,
questo grande bisogno di pace per la Terrasanta e per i tanti rifugiati
che non hanno abiurato la propria fede e che sono stati accolti nelle
chiese e nei conventi, è esteso a tutto il Rinnovamento. «Sono lieto di
essere oggi in mezzo a voi per confermare e testimoniare ciò che di
bello già siete e fate, ciò che dona speranza e nuova vita, una vita
secondo lo Spirito Santo, soprattutto nel portare al Signore tanti
nostri fratelli e sorelle in cerca di lui. Diamoci sempre più da fare
perché la comunità aderente al Rinnovamento si allarghi, perché sempre
più persone si accostino all’amicizia con Gesù attraverso la parola di
Dio, i sacramenti, attraverso il vostro sostegno di credenti. Sono in
mezzo a voi anche per chiedervi di essere sempre più uniti nel
quotidiano con i cristiani di Gerusalemme, rafforzandoci l’un l’altro
nella speranza e nell’impegno comune per un mondo migliore. Vi
aspettiamo a Gerusalemme. Conto molto su di voi».
Elsa De Simone