Il
secondo giorno della Convocazione nazionale coincide con una ricorrenza
particolare: l’inizio della novena di Pentecoste. La particolarità di
questo giorno è sottolineata da Corrado Di Gennaro – che anima la
preghiera insieme ad una équipe di fratelli provenienti da diverse
regioni –nell’introdurre la preghiera comunitaria carismatica: «Vogliamo
pensare che questo è un grande cenacolo, nel quale pregare con lo stesso
atteggiamento di Maria: glorificando il Signore nella gioia e
nell’esultanza».
L’assemblea inizia così la preghiera benedicendo il Signore e cantando
la sua magnificenza. È a questo punto che viene proclamata la parola con
cui Egli svela i suoi sentimenti verso i discepoli del Figlio: «Allora
Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: "Sento compassione per la
folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non
voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino". E
i discepoli gli dissero: "Come possiamo trovare in un deserto tanti pani
da sfamare una folla così grande?". Gesù domandò loro: "Quanti pani
avete?". Dissero: "Sette, e pochi pesciolini". Dopo aver ordinato alla
folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie,
li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti
mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte
piene.» (Mt 15, 32-37)
La
parola di Dio suscita nell’assemblea la consapevolezza del desiderio di
essere veramente raggiunti dalla misericordia del Padre e Dio non esita
a rispondere a questa richiesta del suo popolo con la sua Parola: «Verso
mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i
prigionieri stavano ad ascoltarli. D'improvviso venne un terremoto così
forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono
tutte le porte e caddero le catene di tutti. Il carceriere si svegliò e
[…] tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e
disse: "Signori, che cosa devo fare per essere salvato?". Risposero:
"Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia".» (At 16,
25-31)
Tutti i presenti in un
unico coro proclamano: “Io credo in Te, Signore”. E lo ripetono,
prendendosi per mano, affinché questa proclamazione della fede,
richiesta dal Signore, possa portare salvezza non solo per se stessi, ma
per i fratelli che stanno accanto e anche per tutti coloro che sono
rimasti a casa come afferma la Parola: «sarai salvato tu e la tua
famiglia».
Sandro Gallo