La Celebrazione
eucaristica del primo giorno della 34a Convocazione nazionale RnS è
presieduta dal card. Angelo Comastri, Vicario Generale del Papa per la
Città del Vaticano, che la introduce rivolgendo all’assemblea
un’affettuosa esortazione ad accogliere l’invito di Cristo a essere una
cosa sola, abbattendo i muri dell’incomprensione e della divisione.
Ricordando
le parole con cui il beato Giovanni Paolo II inizia la lettera Enciclica
Redemptoris missio - «La missione di Cristo redentore, affidata
alla Chiesa, è ancora ben lontana dal suo compimento» - richiama
l’attenzione sull’attuale momento storico, che tende a ridurre al nulla
il senso più profondo dell’esistenza umana, non riconoscendo la presenza
di Dio.
In questo mondo il senso
stesso delle parole ha perso il suo splendore e ha assunto un
significato diverso. Il Cardinale ha riletto dunque alcune di queste
parole alla luce della figura della Vergine. Come simbolo del termine
bellezza, ad esempio, questo nostro mondo brandisce delle
maschere, ben lontane dalla bellezza vera, quella interiore, che nasce
nel cuore e brilla sul volto di Maria alla presenza dell’Angelo quando
le annuncia: «Gioisci, tu che sei stata riempita di bellezza! Il Signore
è con te» (cf Lc 1, 28) .
E ancora, il termine
ricchezza: quanti oggi vivono per accatastare danaro, eppure
rimangono poveri? Tiziano Terzani, scrittore e giornalista
contemporaneo, ha osservato che nonostante gli enormi progressi compiuti
negli ultimi secoli, l’uomo non è mai stato così spiritualmente povero
da quando è così materialmente ricco.
Eppure
Maria – prosegue il Cardinale – nella sua povera casa, che noi oggi
definiremmo una grotta, una stalla, è certamente la persona più ricca,
poiché mai nessuno ha avuto Dio nel proprio grembo.
E ancora, il successo:
molti ambiscono alla notorietà, ma chi sono i veri grandi? Maria era
veramente grande perché aveva Dio nel cuore e le sue mani erano
aggrappate all’Onnipotente. E la libertà, parola il cui
significato spesso si confonde con il capriccio, con l’egoismo. Maria
diviene la creatura più libera che sia mai apparsa sulla faccia della
terra, proprio nel momento in cui si proclama la serva del Signore.
Infine, il card. Comastri si sofferma sulla parola felicità: la
persona realmente felice è quella che ha sconfitto il proprio orgoglio e
il proprio egoismo. Maria, dopo l’annuncio dell’angelo, si mette in
viaggio per andare da Elisabetta. In quel momento dal suo cuore scorga
il più bell'inno alla gioia: il Magnificat.
Il card. Comastri conclude
l’omelia augurando a tutti di mettersi alla sequela della Vergine, che
ci guida sulla strada della vera bellezza, grandezza, libertà e
felicità, e ci fa giungere a Dio.
Anna Pugliese