Una nuvola di fumo e
profumo d’incenso annunciano l'ingresso nella sala della processione
eucaristica.
E' l'ora del Roveto Ardente, un momento di lode adorazione,
intercessione e suppliche per il mondo sul tema: «Egli portava il
peccato di molti e intercedeva per i peccatori».
L'adorazione ha avuto
inizio con la parabola del buon Samaritano (Lc 10,30-35) proclamata
dalla voce di padre Giovanni Alberti, membro del Comitato
Nazionale di Servizio del Rinnovamento. Le sue parole hanno comunicato
all'assemblea la certezza che il buon Samaritano è Dio che, passando
accanto alla vita e alle situazioni difficili di ciascuno, guarisce.
Padre Alberti esorta tutti
ad aprire il proprio cuore per permettere a Dio di entrare per portare
la sua pace.
Mario Landi,
Coordinatore Nazionale, inviata tutti a immergersi nella pace di Dio,
dove non c'è più spazio per nessuna guerra e nessuna sofferenza. «Sei il
mio rifugio» sono le parole che
Marcella
Reni, direttore RnS, ha rivolto con fede a Dio, riconoscendo che
Egli è l'unico capace di guarire ogni ferita e fare rialzare da ogni
caduta.
I presenti sono così
invitati ad elevare le loro braccia al cielo, in segno di libertà e di
richiesta di guarigione. Sono esortati a riconoscersi in quel uomo
incappato nei briganti che ha avuto la grazia di incontrare Gesù che è
la Pace. Subito dopo, un canto in lingue si innalza dall'assemblea e
nella preghiera ciascuno presenta a Dio le ferite proprie e delle
persone care.
E' iniziato così un
momento di intercessione, in cui i presenti sono stati chiamati a
sentirsi loro stessi il buon samaritano per l’umanità sofferente che li
circonda. Si è invocato il nome potente di Gesù sulla Chiesa Santa e
peccatrice, sui sacerdoti, sul mondo intero, con la speranza certa che
nel Suo nome ogni male è stato sconfitto.
Con questa certezza il
Roveto Ardente si è concluso con la gioia esplosa nel canto di
ringraziamento.
Anna Pugliese