Attesa, desiderio, preghiera, attenzione e partecipazione di tutti.
Sono questi gli elementi di vita che hanno aperto la sezione
pomeridiana di questa terza giornata di Convocazione. Un’esperienza
di fraternità per una vera appartenenza al Rinnovamento nello
Spirito; “una sessione nuova, mai sperimentata, frutto di un grande
discernimento”, come ha spiegato Salvatore Martinez.
È risuonata più volte la Lettera ai Romani: “Così anche noi, pur
essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua
parte siamo membra gli uni degli altri” (Rm 12,5). Lo Spirito
Santo sta risvegliando la Chiesa affinché ogni cristiano manifesti
la propria identità. “Dalla società dell’appartenenza siamo passati
alla società dell’alienazione”, ha denunciato
don
Fulvio Di Fulvio, membro del Comitato nazionale di servizio del
RnS. “L’uomo si è messo al posto di Dio. Abbiamo paura di
affidare a lui la nostra vita. Sono cinque, in particolare – ha
sottolineato don Fulvio - gli ingredienti che rendono autentica
la vita di un cristiano”:
-
Pentimento dei peccati.
Questo comporta sia il rinnegamento del male che l’accettazione di
Dio nella vita. Gesù deve tornare a governare in comunione con lo
Spirito Santo.
-
L’accoglimento di Dio. È
fondamentale accogliere Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore e
Redentore. È di Cristo chi gli appartiene per la fede.
-
Il battesimo,
l’effusione dello Spirito Santo. Ogni cristiano deve essere segnato
dal Soffio vitale. Noi siamo chiamati a diffondere questa
esperienza.
-
Inserimento in una
comunità, necessario a ogni autentico cristiano. Lo Spirito di Dio è
comunione con la Chiesa. Tutti hanno bisogno di crescere insieme, di
aggregare a sé altre persone.
-
L’evangelizzazione,
chiunque ha ricevuto lo Spirito deve annunciare. “Tutti sono validi
all’interno del popolo per diffondere la Parola. Chiunque non
evangelizza, citando il concilio Vaticano II – è inutile agli altri
e forse anche a se stesso”.
Fatte
queste premesse, Mario Landi ha lanciato, agli oltre 20.000
presenti, una provocazione: “Sentite di appartenere a Dio?”,
ha chiesto. Non è importante parlare di appartenenza al Rinnovamento
ma a Gesù e alla Chiesa. “Essere del Rinnovamento – ha
affermato Landi – esprime una forma di appartenenza a Gesù. E se
non vediamo operare in noi stessi quanto lo Spirito ha operato in
Cristo, non gli apparteniamo. Lo Spirito che si è incarnato – ha
proseguito Mario Landi –, è sceso nella storia concreta. Per
questo ogni effusione autentica ci dona l’incarnazione” di
Cristo nella nostra vita. Nasce un Corpo. Questo ci offre una nuova
rilettura circa l’identità dei gruppi del Rinnovamento che
rappresentano una piccola cellula di comunità cristiana, una forma
di “autorealizzazione” di Gesù. Non c’è effusione senza comunità.
Siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo Corpo.
“Vivere nella comunità, essere fratelli e sorelle non significa
partecipare a un gruppo che prega, ma a un Corpo che vive.
Allontanando il rischio di rimanere disillusi, non dobbiamo – ha
raccomandato Landi – idealizzare il nostro Movimento, questo
rappresenterebbe un suicidio spirituale, al contrario dobbiamo
sentirci un pezzo di roccia della Chiesa di Dio fatta di carismi e
di disponibilità”.
Proprio
dalle opere di Dio che devono essere visibili agli altri, è iniziato
l’intervento di Marcella Reni, Direttore del RnS: “Ogni
gruppo deve generare alla fede, deve far rinascere nello Spirito.
Prima ancora che io nascessi, Gesù aveva pensato al mio gruppo, ai
1.900 gruppi del Rinnovamento, alla missione in Moldavia e alla sede
nazionale di Via degli Olmi a Roma, voluta fortemente da don Dino
Foglio e da padre Mario Panciera. È qui che il Signore ci dona
profezie, luce e progetti. Questo avanzare è il frutto dell’impegno
di tanti fratelli e tante sorelle sparsi in tutta Italia, del lavoro
dei 31 dipendenti della Sede nazionale e anche dell’sostegno avuto
con il 5 per mille che ci ha permesso di acquistare una casa in
Moldavia”. Venti fratelli moldavi hanno ricevuto, lo scorso 19
aprile, l’effusione dello Spirito Santo e domani inizierà il primo
gruppo di preghiera voluto dal popolo moldavo. “Questo – ha
concluso la Reni – continua ad alimentare speranza, sogni e
desideri che sono di Dio”.
L. Gigliarelli
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