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La Croce di Gesù ci introduce nella dignità di figli amati
Preghiera comunitaria carismatica

 

Clicca per ingrandire...La seconda giornata di questa XXXII convocazione nazionale si apre con una preghiera comunitaria carismatica in cui il “popolo della lode” esprime il suo desiderio di voler incontrare il Signore. Dopo un breve istante di silenzio l’assemblea innalza un canto di lode al Dio dell’universo che, attraverso le parole profetiche degli animatori, invita ogni convocato ad alzarsi dal suo stato di prigionia, perché l’amore misericordioso di Gesù vuole spezzare le sue catene.

“Giornata della misericordia” è il nome dato a questa giornata. La misericordia di Dio non si fa attendere a lungo davanti ad un’assemblea che invoca la potenza dello Spirito Santo perché rinnovi, rigeneri e lavi il cuore dei convenuti per renderlo pronto ad accogliere “il Dono”.

Clicca per ingrandire...Il dono di Dio, profeticamente annunciato dall’animazione, si presenta come una nuova alleanza che il Signore vuole stabilire con ognuno dei presenti; un’alleanza consacrata nel corpo di Cristo, fattosi uomo ed immolato sulla croce per chiamare ogni uomo ad essere “figlio amato”.

La promessa di Dio passa immediatamente da profezia a parola, prima con le parole di Matteo:

«Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?"» (Mt 27, 45-46a), che invitano a contemplare l’agonia di Gesù, e poi con quelle di Timoteo: «Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù. […] L’agricoltore poi che si affatica, deve essere il primo a cogliere i frutti della terra.» (2 Tm 2, 3-6) che richiamano l’importanza di questa croce che, nella fatica di restare fedeli ad essa, ha la potenza di inondare di fiumi di acqua viva che sgorgano dal seno di Cristo.

Attraverso il canto e la preghiera questo percorso spirituale, indicato dal Signore all’assemblea, viene vissuto ed interiorizzato, e conduce ad una gioia piena che appare la manifestazione esteriore di quella salvezza promessa e realizzata nei cuori dei convenuti che cantano “Tu sei veramente il Figlio di Dio, venuto a salvarmi” e ascoltano la parola dei Proverbi: «Infatti, chi trova me trova la vita» (Proverbi 8,35a) che accompagna la chiusura della preghiera comunitaria carismatica di un popolo venuto a cercare Dio e che già comincia a trovarlo.

S. Gallo


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