La Concelebrazione
eucaristica presieduta dal card. Giovanni Battista Re, prefetto della
congregazione per i vescovi, chiude la XXXI Convocazione nazionale.
Nella
gioia della felice coincidenza della chiusura di questa Convocazione con
la festa dell’Ascensione, il card. Giovanni Battista Re, invita
l’assemblea «a guardare in alto e a pensare alle cose di lassù». Nel
momento della salita al cielo di Gesù Cristo – ha detto il Cardinale –
gli apostoli «rimangono sul monte degli Ulivi col naso all’insù. Non
riescono a staccare i loro occhi dal cielo, con in cuore un’intensità di
sentimento incontenibile». Certo oggi per un evento del genere ci
aspetteremmo qualcosa di più spettacolare, perché quell’avvenimento
chiude un epoca, quella del passaggio terreno di Gesù, e ne apre un
altra, quella della Chiesa.
«Il vero significato dell’Ascensione è che Cristo – continua il
porporato – esce dalla storia per diventare contemporaneo di ogni uomo e
di ogni donna fino alla fine dei secoli», così il Salvatore diventa
compagno invisibile di viaggio di ogni uomo, chiamato a vederlo con gli
occhi della fede e a testimoniarlo fino ai confini della terra, proprio
come fu per gli apostoli, duemila anni fa.
Oggi, più che mai, il mondo ha bisogno di questa testimonianza, che va
resa anche dal Rinnovamento e dagli altri Movimenti ecclesiali.
A
tale riguardo, il card. Re ha ricordato il Progetto unitario di
formazione del RnS che, come egli ha detto, «è destinato a segnare una
tappa importante nel decennale della Pentecoste dei Movimenti che ci fu
in Piazza San Pietro, col Papa Giovanni Paolo II»; ad essere lievito in
questo nostro mondo. Riferendosi poi al tema della Convocazione ha
affermato che «una crescita nella conoscenza della parola di Dio rende
matura e solida la fede e aiuta a comunicare il fascino del Vangelo e la
bellezza di una vita tesa in uno sforzo di rinnovamento spirituale».
Infine il Cardinale ha fatto richiesta al Rinnovamento di contribuire a
rendere «la nostra Chiesa cattolica sempre più bella, più credibile, più
santa e a rendere il mondo più rispondente al disegno di Dio». E non ha
mancato di dare anche alcuni suggerimenti: siate «attenti alle
indicazioni del vostri vescovi, fattivamente presenti negli ambiti
pastorali, parrocchiali e diocesani», sentendo tutta la responsabilità
dei problemi umani, sociali, morali e spirituali, nella consapevolezza
di «portare il peso della storia», attingendo sempre dal cielo «luce e
forza per fare fronte alle nostre responsabilità».