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Cinque ambiti d'incontro e di condivisione

per un rinnovamento ecclesiale e sociale

 

Famiglia

“La famiglia cristiana, testimonianza di una vita buona, e l’imperante cultura del male e della morte”. Questo il tema dell’incontro riservato alla famiglia.

Clicca per ingrandire...Gino e Filippa Passarello, membri del Consiglio nazionale RnS e moderatori dell’incontro, hanno introdotto l’argomento indicando l’urgenza di intervenire a favore della famiglia, luogo originale di evangelizzazione da cui dipende «l’avvenire dell’umanità» (cf Familiaris consortio). La famiglia è nel mondo testimone di accoglienza, di dono gratuito, di solidarietà e di dialogo ed è chiamata a mostrare il volto di Dio a un’umanità distratta.
I coniugi Rosa e Francesco Alberoni, lei sociologa e autrice di svariati saggi di successo, lui psicologo e apprezzato autore di numerosi testi di psicologia, sociologia e filosofia, hanno trattato le difficoltà che incontrano i coniugi che oggi vivono la profonda trasformazione subita dalla famiglia. Hanno sottolineato l’importanza di darsi basi solide che derivano dalla trasformazione dei processi emotivi dell’innamoramento, fino ad arrivare all’amore stabile e strutturato, capace di affrontare le esigenze della società e dei figli. Una particolare rilevanza è data all’esigenza di non rinunciare alle origini della nostra civiltà, e all’emergenza educativa, cioè a ciò che trasmettiamo ai nostri figli circa le origini dell’uomo, la morale e l’etica che troppo spesso sono un’opinione e non un valore.
Il secondo intervento è stato curato dall’arciduca Rodolfo d’Austria, sesto figlio dell’imperatore beato Carlo d’Austria, che ha portato la testimonianza di una famiglia cristiana e di una vita, quella dei suoi genitori, vissuta come testimonianza di amore e di fedeltà verso Dio, verso il proprio paese e verso i figli. Anche se perso in tenera età, il padre è stato per lui esempio di rettitudine e di fede, offrendo con gioia le proprie sofferenze – sia quelle morali dell’esilio, sia quelle fisiche della grave broncopolmonite che lo ha portato alla morte – per la pace nella sua terra e l’integrità morale dei suoi figli; condividendo con la sua amata sposa ogni momento.
Anche l’arciduchessa Caterina d’Austria, nipote del Beato e figlia dell’arciduca Rodolfo d’Austria, ha espresso la sua gratitudine a Dio per la santità di vita dei suoi nonni.
Sono seguite due testimonianze che hanno confermato come la vita familiare vissuta in pieno abbandono alla volontà del Signore rende tutto possibile.

 

Giovani

Testimoni della speranza che si radica in Cristo. Ospiti dell’ambito d’incontro riservato ai giovani, il neuropsichiatra Alessandro Meluzzi e la scrittrice Susanna Tamaro. A coordinare, il membro del Consiglio nazionale del RnS, Piergiorgio Merlo.

Clicca per ingrandire...Ognuno di noi è straordinariamente importante nel cuore di Dio: è questo il centro della speranza. Una virtù preliminare alle altre, l’unica capace di «modificare il passato». Con le sue parole coraggiose e dette con forza, Alessandro Meluzzi suscita entusiasmo nei giovani che lo ascoltano a Rimini. Il loro momento di incontro inizia in un clima di festa, tra canti, danze e preghiera. «Dovete essere fieri dell’amicizia con Gesù – li esorta il fondatore della comunità “Agape Madre dell’accoglienza” –; dovete essere coloro che portano la luce, la gioia, ma testimoniano anche l’accettazione della sofferenza, che è parte della stessa speranza». Il mondo – sottolinea Meluzzi – è così disperato perché incapace di accettare il dolore e la fragilità.
La gioia del cristiano non esclude la croce. I cristiani devono saperla abbracciare, fidandosi di Dio. Proprio come insegnano i santi. «La nostra evangelizzazione – dice ancora – sarà tanto più forte quanto più ci ricorderemo del povero, dell’orfano, della vedova che c’è dentro di noi; quanto più accetteremo i doni della Grazia per condividerli fraternamente senza pensarci migliori o più forti».
Dopo Meluzzi, Piergiorgio Merlo introduce Susanna Tamaro, che esorta i giovani del Rinnovamento ad essere dei «veri guerrieri», liberi nello «svelare il disegno di morte» della cultura contemporanea. È una testimonianza forte quella della scrittrice, che non usa mezzi termini, affermando che la società di oggi non ha più il senso della sacralità della vita e della unicità dell’essere umano; viene fatto passare per umanesimo ciò che è contro l’uomo. «In questi tempi demoniaci, ai giovani viene proposto di essere attori di un copione scritto da altri… Dovete farvi dei grandi anticorpi – dice – per contrastare le forze delle tenebre». Per questo, fondamentale è la Grazia, e un cammino di crescita e purificazione personale. «Peccare – continua – significa mancare all’appuntamento con l’Amore». I consigli della Tamaro ai giovani sono molto concreti: li invita a mettersi in ascolto del silenzio, ad imparare a memoria alcuni salmi, da mormorare; a non avere fretta e saper attendere. Poi rivela che le ultime righe del suo libro più celebre, Va’ dove ti porta il cuore, vogliono essere una invocazione allo Spirito Santo. E proprio con l’invocazione allo Spirito Santo si chiude il pomeriggio dedicato ai giovani. Pomeriggio in cui non è mancato il tempo per alcune testimonianze delle meraviglie che compie il Signore.

 

Sacerdoti

Incontro dei sacerdoti sul tema “Sì, lo Spirito del Signore è il grande protagonista della nostra vita sacerdotale”. A moderare l’incontro don Guido Pietrogrande. È intervenuto padre Raniero Cantalamessa

Clicca per ingrandire...«Non bisogna parlare della Pentecoste, ma farne l’esperienza» ha esordito p. Raniero Cantalamessa esortando i sacerdoti, intervenuti all’incontro loro riservato, a chiedere al Signore di ricreare il Cenacolo in mezzo a loro, e ripensando il racconto della Pentecoste (At 2) come rivolto ai sacerdoti.
«Il racconto dice che furono pieni di Spirito Santo. Noi ci domandiamo: Cosa successe? Cosa è lo Spirito Santo? È l’amore di Dio», ha detto il Predicatore e ha precisato che essere pieni dello Spirito Santo vuol dire fare l’esperienza di essere amati profondamente da Dio. I Padri rappresentano questo amore con l’immagine dell’oceano: nella Pentecoste questo oceano straripa e tutti ne sono inondati. Questo ci ricorda anche il verbo del Battesimo: baptizo, che significa “immersione”. Nella Pentecoste noi siamo immersi nell’oceano dell’amore di Dio.
Il più delle volte – ha continuato padre Raniero – i fratelli che fanno l’esperienza dell’effusione dello Spirito Santo, alla domanda: “Cosa è successo nella tua vita?”, rispondono: “Mi sono sentito profondamente amato da Dio”. Questo è il progetto eterno di Dio: l’amore per l’uomo. Il peccato aveva bloccato questo progetto. Cristo Crocifisso è risorto, ha restaurato questo progetto e lo ha reso nuovo nel giorno di Pentecoste.
«Non amo la descrizione iconografica che si fa della Pentecoste – ha aggiunto tra l’altro il Predicatore – né nella Chiesa orientale, né in quella occidentale perché gli apostoli sono rappresentati staticamente. Ho trovato in una giovane chiesa africana un’icona molto bella della Pentecoste. La scena è questa: gli apostoli sono rappresentati con vari atteggiamenti. C’è chi si abbraccia, chi danza, chi prega, è una Pentecoste movimentata che unisce e diversifica. Solo Maria è ferma in questa icona perché lei aveva già fatto l’esperienza della Pentecoste

 

Cultura della Pentecoste

Clicca per ingrandire...Mediato dal giornalista Domenico delle Foglie, l’ambito della cultura di Pentecoste dal titolo “Per una società riconciliata nella giustizia e nell’amore”, si è proposto quale momento annunciatore della fine della stagione della concorrenzialità della religione e l’inizio della interazione religiosa. Come annunciato e profetizzato nel lontano 2002 dal caro Papa Giovanni Paolo II, è giunto il momento per il movimento del Rinnovamento nello Spirito di uscire dal cenacolo ed annunciare la legge di Dio nella società. Speranza e pazienza si presentano quali elementi importantissimi per dare continuità a questo progetto. Dio deve (e non può esimersi da tale missione nessun cristiano) essere annunciato in ogni ambiente.
Dagli interventi del professor Francesco D’Agostino a quelli del magistrato Gaspare Sturzo e dinanzi alla presenza degli onorevoli Rocco Buttiglione e Luca Marconi, si è passato all’analisi storica del concetto di giustizia; un concetto quanto mai “scomodo” ma che può essere alleggerito solo dalla speranza in Gesù e nella sua parola. L’annuncio della civiltà dell’amore è alle porte; le strade da percorrere sono diverse ma, nell’ambito della cultura di Pentecoste non c’è spazio per il luogo comune dello scetticismo nella Parola e per la paura di affacciarsi al mondo. Intelletto e fede possono concorrere e, con tali propositi, la testimonianza dell’imprenditrice Marina Salomon è stata molto esaustiva. L’intervento conclusivo di Marcella Reni è stato un puro invito a non demordere. Individualismo e relativismo posso essere sconfitti dalla parola di Dio.

 

Coordinatori dei Gruppi e delle Comunità RnS

L’incontro riservato ai Coordinatori dei gruppi e delle comunità RnS, sul tema: “Cercate di rendere sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione” (2 Pt 1, 10) è stato guidato dal Coordinatore nazionale, Mario Landi.

Clicca per ingrandire...Il Coordinatore nazionale dinanzi ai responsabili dei gruppi e delle comunità ha ribadito il ruolo profetico del RnS: «Movimento che porta le ragioni dello Spirito. Ragioni che passano per la libertà umana, educata e sottomessa al principio di unità e di santità, sottointese dall’esperienza carismatica del cammino intrapreso». La base di questo cammino – ha continuato Mario Landi – sfocia in un atteggiamento di conversione permanente e il suo obiettivo è il raggiungimento di una santità possibile e verificabile all’interno del percorso di crescita, che ogni singolo gruppo deve potere assicurare ai propri aderenti. Landi ha, inoltre, sottolineato l’imprenscindibilità dell’Accoglienza, da curare con amore e dedizione verso i fratelli, poiché essa deve tradursi, in un secondo tempo, in accompagnamento spirituale, che sfoci con naturalezza e con grande senso di responsabilità verso una missione matura.
Il Coordinatore nazionale ha inoltre chiarito l’idea fondante del Progetto unitario di formazione e della utilità degli strumenti che sono stati consegnati a ogni responsabile. «Una responsabilità matura deve portare a investire su forze nuove. Sui giovani, per esempio», ha affermato. Una parola è stata spesa sulla necessità di rivedere i Seminari di vita nuova; intendendoli come luoghi di annuncio, di guarigione e di liberazione, per poi inserire i fratelli “effusionati” in un cammino di discepolato e di crescita. Mario Landi ha destinato un tempo all’assemblea per eventuali domande e chiarimenti su dubbi e incertezze che gli stessi responsabili possono incontrare lungo il proprio cammino. Ha infine incoraggiato a continuare il lavoro intrapreso dai gruppi e dalle comunità con cura pastorale, intelligenza e discernimento spirituale, cercando sempre il bene dei fratelli affidati loro da Dio.


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