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Il cristiano annuncia al mondo la Gioia

Sintesi dell'omelia di S.E. mons. Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini

 

Clicca per ingrandire...Nella cultura odierna, in cui è sempre più evidente «una desertificazione di senso» – ha detto all’inizio della sua omelia mons. Francesco Lambiasi – il nichilismo che si avverte, e che intristisce i cuori rendendoli esanimi, è dovuto a uno «spostamento dalla cultura cristiana alla cultura pagana». E sul terreno della ricerca della felicità sembra che si sia già giocata la partita a discapito della fede cristiana.

Di fronte alla questione della sofferenza e della morte – continua mons. Lambiasi –, il paganesimo si rassegna a un fato cieco. «Il Cristianesimo annuncia invece la felicità già su questa terra» e l’annuncia con un grido di gioia: «è risorto, perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24, 5).

Riferendosi al Vangelo del giorno il Vescovo ribadisce quanto la Parola annuncia: in verità, ora siete nella tristezza, ma sarete nella gioia, il vostro cuore si rallegrerà (cf Gv 16, 22).

Ma che cosa è questa gioia? Chiede ai presente il Vescovo di Rimini. E ripercorrendo il Credo ne estrae «otto sante ragioni» che chiariscono cosa possiamo intendere per gioia cristiana.

  1. Noi crediamo in Dio, amore  che ci ha creati, voluti e chiamati per nome e non si dimentica mai di noi.

  2. Crediamo in Gesù Cristo, morto per noi, «non in senso cumulativo, ma in senso distributivo, per tutti e per ciascuno» in particolare.

  3. Crediamo nello Spirito Santo, «fortissimo e tenerissimo Consolatore» e anche quando «non ci salva dal dolore, ci salva nel dolore».

  4. Crediamo nella Chiesa, dove si realizza per noi il miracolo della Pentecoste. Tutti uniti dalla Carità che «tutto ama, crede e sopporta».

  5. Crediamo nella comunione dei santi e in particolare della regina di tutti i sante, la Vergine Maria. Il suo«parto virginale ha proiettato Cristo» a illuminare tutta la nostra vita.

  6. Crediamo nella remissione di peccati, vale a dire che Dio è più grande del nostro peccato.

  7. Crediamo nella risurrezione della carne. Sappiamo di essere già passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli.

  8. Crediamo nella vita eterna, in vista della quale i nostri slanci di fede e di pace non andranno mai perduti.

Questo è il motivo della nostra gioia e allora, conclude mons. Lambiasi: «perché non rallegrarci sempre, visto che siamo chiamati a rallegrarci per sempre?».


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