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"Il punto di arrivo esiste, ed è Cristo"

L'intervento di S.E. mons. Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini

 

Clicca per ingrandire...L’affermazione di Kafka che “esiste un punto di arrivo, ma nessuna via” è vera solo a metà. Perché la fede ci dice – e dunque è vero – che il punto di arrivo esiste, ed è Cristo, il punto Omega: infatti “tutto è stato creato in vista di Lui” (Col 1,16). Ma non è vero che “non esiste nessuna via”, perché Lui è la Parola fatta carne che per noi si è fatta via (cfr Gv 14,5). E oltre che via, si è fatto viatico: insieme compagno di viaggio e pane per il cammino. Emmaus è storia in corso: i discepoli che iniziano il cammino come mendicanti di senso, rompono il silenzio per aprire il dialogo. Imparano a interpretare la propria vita e le proprie esperienze a partire dalle Scritture, mentre il Risorto  illumina il loro cuore. Fanno una sosta nel cammino per chiedere al Signore di rimanere con loro. Nella sua misericordia Egli entra nel loro “spazio vitale” e rimane con loro. Quello che succede dopo è pura comunione fraterna. “Quando fu a tavola, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero” (Lc 24,30s). In seguito ritornano dai loro compagni e fanno esperienza di condivisione, prima attraverso l’ascolto attento e stupito, poi, narrando la vittoria della vita sulla morte, manifestatasi definitivamente nella risurrezione di Cristo.

Clicca per ingrandire...Emmaus è strada in corso: è metodo sempre praticabile e cammino sempre percorribile. Come tutte le cose che contano, il metodo Emmaus è semplice ed essenziale: incontrarsi, riunirsi; parlare di ciò che è accaduto; condividere il Vangelo e rileggere la vita; pregare e lodare Dio per tutti i suoi doni; celebrare la comunione fraterna; tornare ai fratelli e sorelle del mondo intero con la bella notizia che ha trasformato le nostre vite: “davvero il Signore è risorto!”.

In questi giorni voi ancora una volta rivivrete qui a Rimini l’esperienza di Emmaus: la nostra diocesi si rallegra per la vostra convocazione e attraverso il Vescovo vi porge il più lieto e cordiale benvenuto. Se, come diceva Tommaso d’Aquino, “chi vive nella carità, partecipa di tutto il bene che c’è e si fa nel mondo”, come potrebbe accadere che il tanto bene che in questi giorni lo Spirito tra volte santo qui compirà, non abbia una ricaduta nella nostra Chiesa diocesana che vive e cammina in questo lembo di mondo a voi più vicino? Ma noi ci auguriamo che anche voi possiate godere almeno di qualche frutto dei tanti che lo Spirito continua a donarci per l’edificazione comune. Sì, a pochi mesi dall’inizio Clicca per ingrandire...del mio ministero in questa Diocesi, permettetemi di dire con umiltà e gratitudine che il Signore non si è affatto stancato di noi, anzi continua a guidarci e ad accompagnarci, a sostenerci e a consolarci.

Permettetemi di formulare un augurio: che ognuno di voi possa dire al termine di questi giorni come i due discepoli di Emmaus: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto, mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?” (Lc 24,32).

Non posso però chiudere questo saluto senza ricordare che il 14 marzo scorso se ne è andata per il santo viaggio Chiara Lubich, definita da Salvatore Martinez “donna divorata dallo Spirito”. Nel suo testamento spirituale ha lasciato scritto: “E’ tensione della mia vita vivere sempre la Parola, essere la Parola, la Parola di Dio. L’amo tanto che desidererei arrivare al punto che , se mi chiedessero: ‘Ma tu chi sei?’, vorrei rispondere: Parola di Dio”.

Che anche per noi così sia!

 


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