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RASSEGNA STAMPA

Articoli pubblicati su quotidiani e settimanali


 

AVVENIRE 3 maggio 2007

Betori: «Da Dio l'immagine vera dell'uomo»

Chiudendo nella Fiera di Rimini la XXX Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito il segretario Cei ha indicato le ragioni dell'impegno a favore della famiglia e della vita

Dal Nostro Inviato A Rimini Matteo Liut

Mai come oggi «siamo chiamati ad affermare e testimoniare l'irriducibile componente spirituale della persona umana e la sua naturale tensione verso la trascendenza». È anche questa, secondo monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, una delle motivazioni che spingono i cattolici «nell'impegno a favore della vita e del riconoscimento in pienezza della dignità della persona umana». Lo ha ricordato durante la celebrazione finale della XXX Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, che si è chiusa martedì nei padiglioni della Fiera di Rimini. Un evento che ha visto la presenza di 25 mila persone da tutta Italia, radunate attorno al tema «Nulla è impossibile a Dio». E il passo evangelico, tratto dal racconto dell'Annunciazione nel Vangelo di Luca, è risuonato più volte nella relazione finale del presidente nazionale del Rinnovamento, Salvatore Martinez.
Cuore dell'evento, che quest'anno è stato l'occasione anche per ricordare i 40 anni dalla nascita del movimento carismatico cattolico, è stata la sessione di lunedì pomeriggio, che si è proposta come un anticipo del «Family day» del 12 maggio e che ha visto sul palco personalità del mondo dello spettacolo e della politica in un serrato confronto sui temi più urgenti riguardanti i nuclei domestici.
Nelle parole del racconto del libro della Genesi sulla creazione dell'uomo, monsignor Betori martedì ha indicato le ragioni dell'impegno dei cattolici nel mondo: «Male ci interpreta chi pensa al nostro impegno a favore della famiglia fondata sul matrimonio al di fuori di questo orizzonte creaturale, quasi fosse dettato da un interesse a imporre "leggi cristiane"». «Non lavoriamo per l'interesse cattolico - ha detto citando le parole rivolte da Benedetto XVI ai vescovi italiani nel maggio 2005 - ma sempre per l'uomo creatura di Dio». L'impegno sociale per la vita, la famiglia, la giustizia e il lavoro, ha concluso Betori, partono dalla convinzione della centralità del «rapporto dell'uomo con Dio: la questione antropologica non può fare a meno di ricondursi alla questione teologica». Su questa strada, ha auspicato Betori, continui anche il cammino di Rinnovamento nello Spirito.
«L'orizzonte storico è la Chiesa nel mondo - ha sottolineato Martinez nel suo intervento - per questo non possiamo accontentarci di una fede arrendevole, colpevole, individualista. La fede non è un sentimento, ma uno stile di vita; la fede non è una sensazione, ma una volontà; la fede non è un'emozione, ma un impegno». Il Rinnovamento, ha aggiunto, «evangelizza portando il carisma della fede, che non si riduce alla "guarigione del corpo", ma deve invadere ogni ambito di vita». Un progetto che, secondo il presidente di Rinnovamento, si può realizzare solo se «trasformiamo in preghiera la Parola di Dio. Parola che è da riprendere in mano».

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LA PADANIA – 1 maggio 2007

In 25 mila riuniti alla fiera di Rimini
Pre-Family Day, Bobba attacca la sinistra: «Giusto il corteo perché il Governo ci ascolti»

FILIPPO POLETTI
 

Il Family Day, in programma il 12 maggio a Roma, ha già ottenuto un importante risultato: lo ha ottenuto ieri a Rimini, dove 25mila aderenti al movimento ecclesiale del Rinnovamento nello Spirito Santo si sono dati appuntamento per approfondire i temi della famiglia e per cantarle alla sinistra.
Il “pre-Family Day” - com’è stata battezzata la giornata - ha dato una scossa al Governo di Romano Prodi e al disegno di legge presentato dall’Esecutivo poche settimane fa: all’appuntamento hanno partecipato la coppia formata da Paola Binetti e da Luigi Bobba che, cavalcando la tigre rossa... ...dell’Ulivo, hanno assecondato il tentativo dei cattolici di sinistra di conquistare Palazzo Chigi ad aprile dell’anno scorso. E a parlare di quella vera e propria buccia di banana che sono i Dico sono accorsi, alla Fiera di Rimini, anche il sottosegretario alla Solidarietà sociale Cristina De Luca, la senatrice dell’Ulivo Emanuela Baio Dossi, così come Massimo Polledri della Lega Nord, Rocco Buttiglione e Luca Marconi dell’Udc, Alfredo Mantovano di An e l’azzurra Laura Bianconi. Assente, e non a caso, la sinistra radicale. La fiera di Rimini - a due passi dal parco-giochi romagnolo noto come l’Italia in miniatura - è stata, ieri, il tamburo e il megafono del Paese. Quello che - guidato dal portavoce cattolico del Family Day Savino Pezzotta - ha detto con chiarezza che «la famiglia costruisce il futuro di tutti». E, ancora, che «ciò che è bene per la famiglia, è bene per il Paese».
Sui muri dei padiglioni espositivi campeggiano i manifesti, tantissimi, della grande manifestazione del 12 maggio, organizzata in piazza San Giovanni. A dare la carica contro i Dico ci pensa Salvatore Martinez, musicologo e presidente nazionale del Rinnovamento: «La famiglia è parola laica, complessa e plurale. Il nostro obiettivo è far sì che piazza San Giovanni diventi, il prossimo 12 maggio, la piazza di tutte le famiglie».
Binetti e Bobba entrano in punta di piedi alla fiera. Sì, perché Radio Maria, l’associazione Scienza & Vita o le tante mamme in fila davanti alla nursery allestita per l’occasione, gridano a favore della famiglia e contro il ddl del Governo rosso: «A Roma - racconta Paola Ianni, 28 anni di cui 15 di impegno nel Rinnovamento, prossima sposa l’11 agosto - il nostro movimento ci sarà con 10 mila persone».
Paola, al pari di Giuseppina Franceschetti - 43 anni, nel Rinnovamento dal 1991 -, non vuole sentire parlare di Dico e di nozze gay. E loro, come gli altri carismatici, non ci stanno alle menzogne rosse contro la famiglia naturale fondata sul matrimonio. Per questo Bobba e Binetti sono in imbarazzo: militano a sinistra, quella appunto che ha proposto di legalizzare i Pacs.
La Cdl - fa notare Mantovano - «ha fatto approvare la Legge 40, questo Governo vuole invece i Dico. Stando a ciò che dice l’Istat non è vero che il numero delle convivenze superi quello delle famiglie fondate sul matrimonio. Il numero di convivenze è di 560 mila a fronte dei 250 mila matrimoni che si celebrano ogni anno in Italia. I matrimoni durano una vita e sono milioni di milioni». Sono cifre, queste, che testimoniano come non esista una ragione di Stato per i Dico. «La manifestazione del 12 maggio - dice dalla città di San Patrignano Bobba, ex numero uno delle Acli, con tono quasi dimesso e senza cravatta - interpreta il sentire comune diffuso: se lo interpreteremo e gli daremo rappresentanza, faremo un bene al nascente Partito democratico».
«La sinistra italiana vuole sposare il relativismo etico» attacca Buttiglione: «Nella famiglia nascono i bambini e, se non nascono, nessuno pagherà l’assistenza agli anziani e le pensioni, e la nazione morirà». Anche per la Binetti - di nero vestita, seria in volto - «in Italia c’è un grande senso della famiglia. La famiglia è ancora il luogo della stabilità del Paese. Anche coloro che reclamano i Dico chiedono un’omologazione alla famiglia, perché essa è ancora il luogo della speranza e della sicurezza».
Binetti non la pensa come i suoi partner politici: «Quando non c’è famiglia ed essa non è coesa, non c’è uno sviluppo armonico dei figli. La famiglia sana è garanzia di salute». Lo choc sociale dei Dico, dunque, impensierisce la senatrice, ancorata con entrambe le mani alle poltroncine azzurre della sala Neri della fiera di Rimini. Già, ma come e cosa rispondere al mondo gay che vuole le nozze omosessuali e che ha già detto di non voler entrare nel Pd a nome di Franco Grillini? «Ognuno di noi - si arrampica la Binetti - deve riconoscere nell’altro la propria realtà personale. L’essere omosessuale appartiene alla sfera della persona. Ridurre tutta la ricchezza di ciascun individuo a questo solo aspetto, significa impoverirlo».
L’incontro in sala Neri termina per dare la parola a testimonial d’eccezione del mondo cattolico come il cantautore Amedeo Minghi, il calciatore Beppe Dossena e l’attrice Claudia Koll. «Voi siete benedetti, amen alleluja», cantano all’unisono i carismatici del Rinnovamento presenti. Bobba, Binetti, Buttiglione e Mantovano sorridono. Poi, promettono di essere a Roma, al Family Day: «Ci sarò - spiega Bobba -. E’ una bella manifestazione: è importante dire qualcosa di importante per la famiglia». La Binetti aggiunge, facendo gol a Prodi e allo stesso Bobba: «L’importante è che ci ascoltino». Prodi è avvisato. Pure Bobba. E pure la Binetti e - come dicono in Emilia - compagnia briscola.
 



LA PADANIA – 1 maggio 2007

Il senatore della Lega Nord: «Oggi come oggi c’è una diffusa volontà anticattolica. Il disegno di legge sui Dico mina la base dello spirito del nostro popolo»
Polledri: «La difesa della famiglia Questa è la linea del Piave»

«Il primo messaggio che le istituzioni devono dare al Paese è che è bello essere madri ed essere padri. È bello, cioè, crescere i figli. In casa di mia madre erano in 12, eppure erano tempi in cui le famiglie del nostro Paese erano più povere di quelle di oggi».
Massimo Polledri - senatore del Carroccio ospite della trentesima convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, in programma dal 28 aprile a oggi alla fiera di Rimini - parte dalla cappa culturale che avvolge il nostro Paese. Davanti al sottosegretario alla Solidarietà sociale Cristina De Luca, a Luca Marconi dell’Udc (aderente al Rinnovamento), all’azzurra Laura Bianconi, a Emanuela Baio Dossi dell’Ulivo e al giornalista Umberto Folena, il parlamentare della Lega Nord è partito dal dato di fatto, quello cioè che oggi «manca una generazione». Perché, appunto, mancano le famiglie disposte a fare figli.
Senatore Polledri, il Rinnovamento ha lanciato la carica contro i Dico. “Nulla è impossibile a Dio”, dice la citazione evangelica stampata in un manifesto alla fiera. L’approvazione del ddl governativo è invece possibile?
«Oggi come oggi c’è una diffusa volontà anticattolica. Per fare l’uomo “nuovo”, la cultura di stampo illuminista e comunista tenta di distruggere la famiglia. Non c’è alcun bisogno dei Dico. Purtroppo, il rischio che questo disegno di legge del Governo Prodi passi è forte».
Il senatore Bobba dell’Ulivo, ospite a Rimini, ha sottolineato l’impegno del Governo per la famiglia citando i 10 punti programmatici indicati da Prodi. Questo Governo è davvero dalla parte dei padri e delle madri del Paese?
«Visto che ci troviamo in Emilia Romagna, mi soffermo brevemente su un dato di fatto. La Cdl ha introdotto il sostegno degli asili aziendali. Il presidente Errani, invece, ha presentato un ricorso alla Corte Costituzionale e grazie a ciò oggi, come risultato, in questa Regione non ci sarà più il sostegno agli asili aziendali. E tutto questo per motivi puramente ideologici».
Lucia Annunziata ha dichiarato che sarà al Family Day. Cosa ne pensa?
«Il tema della famiglia è la linea del Piave. Tutte le ideologie della storia hanno tentato di smontare il cristianesimo e la famiglia. Il ddl sui Dico attacca la famiglia: dice, infatti, che essa è un’unione di persone senza specificarne il numero e, ad esempio, se è un insieme formato da un uomo e da una donna, da due donne oppure - lo dico provocatoriamente - da una donna e da una cane, e così via. Questa legge mina la base dello spirito del nostro popolo. Se si tocca la famiglia, infatti, si tocca la radice stessa dello stare insieme. Se passa la legge sui Dico, passa una legge distruttiva che cambierà lo spirito del nostro popolo».
Cosa rappresentano i Dico?
«La cartina di tornasole di un momento molto difficile che stiamo vivendo. Non si è mai visto un presidente della Cei girare con la scorta. Abbiamo, purtroppo, a che fare con falsi profeti che ci dicono cosa dobbiamo fare. Personalmente e come padre di famiglia, mi dà fastidio che due persone dello stesso sesso si bacino in tv così come hanno fatto da Santoro».
Il sottosegretario De Luca si è augurato che, dopo la manifestazione del 12 maggio, «si cambi passo». Cosa risponde?
«Dico una cosa semplice, e cioè di ritirare il ddl sui Dico».
Sarà anche lei a Roma?
«Ci sarò: almeno quel giorno ci ritroveremo intorno a un’idea forte e al valore fondante della nostra società».
Da neorupsichiatra, fa bene andare in piazza contro i Dico?
«Fa sicuramente bene: toglie le tossine e rende più agili».
F. P
 



LA PADANIA – 1 maggio 2007

L’ex segretario della Cisl: «La nostra è una battaglia culturale in difesa delle unioni naturali»
«La manifestazione del 12 maggio unirà il Paese»

Rimini – Il piglio è quello dei vecchi tempi, in cui era il numero della Cisl. «Ciò che sta succedendo – ha detto ieri Savino Pezzotta a proposito della minacce al presidente della Cei Bagnasco – deve essere condannato da tutte le forze politiche. Tacere non è bello né utile. La reazione democratica deve essere larga e convinta».
Pezzotta, a Rimini per la convocazione nazionale del Rinnovamento dello Spirito, è indignato. E, assieme a lui, i tantissimi parlamentari – da Massimo Polledri della Lega a Bobba, Binetti, ottiglione, Cuffaro, De Luca, Mantovano e Marconi – presenti che hanno firmato un appello pro Angelo Bagnasco. «Quando firmai un accordo con il Governo Berlusconi – ricorda l’ex sindacalista oggi a capo del Family Day del 12 maggio -, venni giudicato con parolacce come ad esempio venduto. Qualcuno, poi, non si fermò alle parole. In una società democratica è giusto dire ciò che si pensa e non è giusto mettere il bavaglio a nessuno. Tuttavia, occorre fare un uso rispettoso della parole, senza demonizzare. Quando le parole sono lanciate, non si sa dove possono finire. Il mio invito è non a reprimere i pensieri, ma a esprimerli con un certo tono. Nella nostra società si può arrivare a un punto in cui le parole vengono manipolate: la prudenza suggerisce un uso moderato e mite dei termini». Toni miti, dunque. E toni miti, ma decisi, sono quelli utilizzati ieri da Pezzotta per presentare il Family Day. «La famiglia è un bene umano, dal quale dipende il futuro della società. L’idea del Family Day parte da un’affermazione laica. Solo la famiglia, fondata sull’unione di un uomo e di una donna, è l’elemento cardine del Paese. La stessa Costituzione parla della famiglia naturale, fondata sul matrimonio».
Pezzotta, arrivato a Rimini per dare la carica al mondo dell’associazionismo in vista del 12 maggio, tira le somme di un mondo alla rovescia. «La questione non è più di natura solo socio-economia ma culturale, e cioè relativa a quale idea di famiglia abbiamo e facciamo passare nel Paese. E’ in atto un tentativo di sminuirla. Se passasse l’idea di una pluralizzazione della famiglia, avremmo ricadute negative sul piano socio-economico. La nostra è, per questa ragione, una battaglia culturale, finalizzata a riportare al centro dell’attenzione la famiglia».
Il no di Pezzotta è contro i Dico: «Diciamo sì al riconoscimento dei bisogni delle persone: contestiamo i Dico perché equiparano le unioni al matrimonio». Il sì di Pezzotta è a «una legge organica sulla famiglia. La nostra iniziativa vuole unire il Paese e non dividerlo. Chiediamo politiche nuove per la famiglia». Nota amara, la contromanifestazione laicista, prevista a Roma lo stesso 12 maggio. «E’ la prima volta che, nella storia civile e sociale del Paese, ci sono persone che annunciano una contromanifestazione. Non è un bel fare. Anche se crediamo nella democrazia, fare una contromanifestazione è di cattivo gusto».
F. P
 



LA PADANIA – 1 maggio 2007

La durissima omelia dell’arcivescovo di Bologna Caffarra
«Poveri i poteri umani che ostacolano il disegno divino»

Rimini - La terra di Romagna non è tutta rossa. Certo, vota a sinistra come capita a Rimini da anni con il diessino Alberto Ravaioli, ma in queste ore è contro Romano Prodi. Lo si è visto ieri, a Rimini appunto, al meeting nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, il movimento ecclesiale nato nel 1967 dopo l’effusione dello spirito santo accaduta nel Michigan a un gruppo di giovani statunitensi.
Lo si è visto ieri, appunto, durante la sessione pomeridiana dedicata alla preparazione del Family Day conclusa - tra gli applausi di una folla commossa - dal cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna: «Nessuno - ha detto il porporato durante l’omelia della messa interrotta dal battimano - potrà impedire alla Chiesa di dire ad alta voce il suo sì alla famiglia e quindi il suo no a tutto ciò che ne mette a rischio l’irripetibile unicità».
Al pre-Family Day di Rimini non poteva mancare, lui, l’arcivescovo che da tempo e con fermezza combatte i Dico e quanti vorrebbero sancire la vittoria di chi vive all’insegna del “vietato vietare”. Lui, che lo scorso aprile - all’Istituto Veritatis Splendor di Bologna - ha detto senza mezzi termini che, se applicato alla lettera, il principio dei Dico «è semplicemente la distruzione di ogni forma di socialità».
Anche ieri, alla fiera di Rimini davanti a 25 mila carismatici, Caffarra - già consulente della Congregazione per la dottrina della fede ai tempi in cui era presidente il cardinale Joseph Ratzinger - ha messo i bastoni tra le ruote alle nozze gay. L’ha fatto dopo il caloroso messaggio che Benedetto XVI ha inviato al presidente nazionale del Rinnovamento Salvatore Martinez, in cui ha sottolineato l’importanza di «sostenere tutto ciò che concretamente difende e promuove quei valori umani e cristiani che devono essere alla base di ogni nucleo familiare».
Caffarra parla con voce ferma dal mega palco, blindato dalle forze dell’ordine, allestito in un immenso padiglione fieristico. I fedeli ascoltano in silenzio, perfetto, le parole del numero uno della chiesa bolognese: «Esiste come una naturale, profonda amicizia fra la fede cristiana e la famiglia, poiché la fede cristiana è l’incontro con la Vita che si è fatta visibile. La Chiesa non può non prendersi cura della famiglia, poiché essa sa qual è la misura della sua preziosità: la preziosità stessa della vita. Nessuno potrà impedire alla Chiesa di dire il suo “no” a tutto ciò che mette a rischio l’irripetibile unicità della famiglia, poiché nessuno potrà impedire alla Chiesa di amare l’uomo, di desiderare che egli abbia la vita e l’abbia in abbondanza, di lottare contro tutti i germi di corruzione che producono la morte dell’uomo».
«Dio ama, Dio salva», cantano in coro, accompagnati dall’orchestra, i 25 mila carismatici. E alzano le mani verso il cielo di Romagna, scuotendo l’aria della fiera. «Nulla è impossibile a Dio», scrisse l’evangelista Luca, citato testualmente nel grande cartellone montato sul palco. «Se Dio ha inviato il suo Unigenito perché gli uomini abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza - richiama Caffarra -, chi può porre impedimento al compimento di questo disegno divino?». Poi, ancora, parole forti, fortissime: «Poveri poteri umani quelli che cercano di impedirlo». Scoppia l’applauso. E, ancora una volta, la grande famiglia cristiana, e cioè la Chiesa, si compatta contro i Dico.
F.Pol
 



IL GIORNALE DI VICENZA e L’ARENA - 1 maggio 2007

Tutti solidali con Bagnasco
Telefonata del Papa. Napolitano: «L’Italia non lo lascerà solo»
Gli scontri ideologici
Il Vaticano apprezza l’intervento del presidente della Repubblica L’agenzia della Cei: «In atto un tentativo per far tacere la Chiesa»


Città del Vaticano. In un gesto di grande affetto e sostegno, ieri mattina papa Benedetto XVI ha telefonato a monsignor Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, Conferenza episcopale italiana, per esprimergli a voce vicinanza, dopo le minacce dei giorni scorsi. Poi in un messaggio scritto lo ha esortato a «continuare ad operare per il bene comune, difendendo e promuovendo quei valori umani e religiosi, senza i quali non è possibile costruire vere, libere e stabili democrazie». Nel messaggio il Papa si dice «profondamente addolorato e colpito» per i «gravi e deprecabili episodi che turbano la serena convivenza della comunità ecclesiale e civile».
Ieri il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, aveva chiesto all’Italia di non lasciare solo Bagnasco e il fatto che ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano abbia espresso il sostegno della Nazione è stato apprezzato in Vaticano. Insieme con il papa intanto, tutta la Chiesa ha fatto quadrato, con una serie di prese di posizione e testimonianze, attorno a Bagnasco. E monsignor Betori, segretario della Cei, ha espresso il ringarziamento della Cei e del suo presidente per le parole di Napolitano. «Raccolgo le parole da lei pronunciate in relazione a recenti, gravi episodi di intolleranza nei confronti della Chiesa Cattolica», ha scritto Napolitano a Bertone, «Desidero assicurarle che l’Italia non lascerà solo monsignor Angelo Bagnasco di fronte alle inammissibili, vili minacce di oscura provenienza di cui è stato fatto oggetto. Occorre garantire il più sereno esercizio della missione pastorale del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e il più pacato, responsabile e costruttivo dialogo tra Chiesa Cattolica, la politica e società civile, in linea con gliottimi rapporti che intercorrono tra la Santa Sede e lo Stato italiano»
Le minacce contro Bagnasco, ha denunciato il Sir, il Servizio di informazioni religiose promosso dalla Cei, «vengono da gruppi ai margini della società, i quali tuttavia si alimentano in certi ambienti, anche politici, che fomentano nella base sociale sentimenti ostili alla Chiesa». «Il loro tentativo», ha proseguito il Sir, «è di metterla a tacere sui temi chiave della società di oggi: vita, famiglia, libertà d’educazione» A firmare la nota è stato don Giorgio Zucchelli, presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici, oltre 160 testate diocesane, un milione di copie. La fermezza nel non lasciarsi intimidire va coniugata, ha spiegato don Zucchelli, alla volontà di attenuare il clima di scontro. Quella italiana è «anche una Chiesa che non si pone contro nessuno e si apre al dialogo con tutti, con la forza della ragione e della fede. Dialogo dal quale coloro che lanciano minacce si autoescludono».
Ha usato invece toni biblici il cardinale di Bologna Carlo Caffarra, nell’esprimere la compartecipazione alla «buona battaglia» combattuta dal presidente della Cei. Nelle intimidazioni contro Bagnasco «si leggono», afferma Caffarra «i segni inequivocabili di quel percorso di male che già aveva cercato la sua vittoria nel “crocifiggilo!” gridato a Pilato. È un percorso che il Risorto ha inesorabilmente sconfitto».
Solidarietà a Bagnasco è arrivata da monsignor Vincenzo Pelvi, suo successore come Ordinario militare d’Italia. Pelvi ha invitato, durante una messa, l’intera comunità militare ad esprimere «sentimenti di vicinanza nei confronti di una persona che da sempre ha manifestato un forte sentimento di appartenenza alle forze armate». Messaggi di appoggio e sostegno, dalla comunità di Sant’Egidio, dell’Azione cattolica, dal movimento Rinnovamento nello spirito Santo, che sta tenendo un convegno nazionale pre-Family Day a Rimini, da Comunione e Liberazione e dalla comunità di Don Orione.
 



CORRIERE ADRIATICO – 3 maggio 2007
Edizione del 1 maggio 2007:

I cattolici hanno fatto quadrato con una lunga serie di presedi posizione e testimonianze

Il Papa e Napolitano: “Vicini a Bagnasco”
Benedetto XVI telefona al cardinale. Il presidente invia un messaggio a Bertone

CITTA' DEL VATICANO - In un gesto di grande affetto e sostegno, papa Ratzinger ha telefonato ieri mattina a mons. Angelo Bagnasco per esprimergli a voce la propria vicinanza, dopo le minacce ricevute nei giorni scorsi dall’arcivescovo di Genova e presidente della Cei. Della telefonata “personale e di solidarietà” di Benedetto XVI, ha dato ieri sera notizia padre Federico Lombardi, portavoce vaticano; la Santa Sede, in tale modo, ha voluto sottolineare come il presule, preso insistentemente di mira da estremisti o provocatori, goda della protezione del Pontefice in persona.

Domenica il segretario di Stato Tarcisio Bertone aveva chiesto all’Italia di non lasciare solo Bagnasco e il fatto che ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano abbia espresso il sostegno della Nazione al presidente della Cei è stato molto apprezzato in Vaticano.

Questo il messaggio che Napolitano ha inviato al cardinale Tarcisio Bertone: “Raccolgo le parole da lei pronunciate in relazione a recenti, gravi episodi di intolleranza nei confronti della Chiesa Cattolica. Desidero assicurarle che l’Italia non lascerà solo monsignor Angelo Bagnasco di fronte alle inammissibili, vili minacce di oscura provenienza di cui è stato fatto oggetto. Occorre garantire il più sereno esercizio della missione pastorale del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e il più pacato, responsabile e costruttivo dialogo tra la Chiesa Cattolica, la politica e la società civile, in linea con gli ottimi rapporti che intercorrono tra la Santa Sede e lo Stato italiano”.

Insieme a papa Raztinger, intanto, tutta la Chiesa italiana ha fatto quadrato, con una lunga serie di prese di posizione e testimonianze, attorno all’arcivescovo di Genova.

Le minacce contro Bagnasco - ha denunciato il 'Sir' , il Servizio di informazioni religiose promosso dalla Cei, “vengono da gruppi ai margini della società, i quali tuttavia si alimentano in certi ambienti, anche politici, che fomentano nella base sociale sentimenti ostili alla Chiesa”. “Il loro tentativo - ha proseguito il “Sir” - è quello di metterla a tacere sui temi chiave della società di oggi: vita, famiglia, libertà d’educazione”. A firmare la nota è stato don Giorgio Zucchelli, potente presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici, oltre 160 testate diocesane, un milione di copie, il popolo delle parrocchie. La fermezza nel non lasciarsi intimidire va coniugata - ha spiegato il religioso - alla volontà di attenuare il clima di scontro. Quella italiana è “anche una Chiesa che non si pone contro nessuno e si apre al dialogo con tutti, con la forza della ragione e della fede. Dialogo dal quale coloro che lanciano minacce si autoescludono”.

Ha usato invece toni biblici il cardinale di Bologna Carlo Caffarra, nell’esprimere la sua compartecipazione alla “buona battaglia” combattuta dal presidente della Cei. Nelle intimidazioni contro Bagnasco “si leggono - afferma il card. Caffarra - i segni inequivocabili di quel percorso di male che già aveva cercato la sua vittoria nel 'crocifiggilo!' gridato a Pilato. E’ un percorso che il Risorto ha inesorabilmente sconfitto”.

Solidarietà a Bagnasco è arrivata da mons. Vincenzo Pelvi, suo successore come Ordinario militare d’Italia. Mons.

Tra i tanti messaggi di appoggio e sostegno arrivati al vescovo di Genova quelli di Sant'Egidio, dell’Azione Cattolica, del movimento del “Rinnovamento nello spirito Santo”, che sta tenendo il suo convegno nazionale pre-Family Day a Rimini, di 'Comunione e Liberazionè , della comunità di Don Orione.
PAOLO OTTAVIANI,
 


 

FAMIGLIA CRISTIANA – 3 maggio 2007
SPECIALE "FAMILY DAY"


CHE COSA CHIEDONO LE ORGANIZZAZIONI POPOLARI CHE HANNO ADERITO AL MANIFESTO "PIÙ FAMIGLIA"

LE VOCI DEL "FAMILY DAY"


LUIGI ALICI
Azione cattolica italiana
Il manifesto Più Famiglia e la manifestazione del 12 maggio non rappresentano un punto d’arrivo, ma un punto di partenza per promuovere nuove occasioni d’incontro e di sostegno tangibile alle famiglie in difficoltà e ai giovani che guardano in modo disorientato e incerto al loro futuro. Occorre andare alle ragioni strutturali della debolezza della famiglia e rilanciare come credenti una pastorale familiare sempre più organica e sensibile alla questione antropologica. Come Azione cattolica desideriamo impegnarci sempre di più in questa testimonianza, per continuare a riconoscere nella famiglia un «bene umano fondamentale che custodisce le radici più profonde della nostra umanità».

ALBERTO e ANNA FRISO
Famiglie nuove del Movimento dei focolari
Del manifesto Più Famiglia, che costituisce la base valoriale della manifestazione, ci piace ricordare il passaggio laddove si parla della famiglia come soggetto che forma la responsabilità sociale. È un’affermazione determinante in quest’epoca caratterizzata da una sempre crescente disgregazione, dove i primi a pagarne le conseguenze sono la formazione dei giovani e l’educazione dei bambini. L’uomo vive non soltanto come singolo, ma anche come parte di una relazione, che acquista forza straordinaria quando è una relazione uomo-donna in vista di un progetto comune. Come educare a questa responsabilità sociale che passa dalla famiglia? Innanzitutto dando una testimonianza concreta, e in secondo luogo sollecitando le agenzie culturali a essere responsabili e meno superficiali.

GIANCARLO CESANA
Comunione e liberazione
Il 12 maggio sono in gioco due questioni assai vive nel nostro Paese: il futuro di un Governo debole, che sui Dico ha fatto una scommessa di coesione tra alcune sue componenti cattoliche e quelle della sinistra estrema; il destino di una società che sembra volere relativizzare i valori tradizionali, come la famiglia, che l’hanno costruita fin qui. Questa seconda questione riguarda non solo l’Italia, ma tutto il mondo occidentale, ed è oggetto di un confronto, e di uno scontro, culturali e politici senza precedenti. Una parola centrale – che caratterizza la posizione di chi è a sostegno della famiglia – è "esperienza". L’esperienza non definisce la verità, ma è l’offerta di una proposta per approssimarsi a essa. Insistere sulla documentazione dell’esperienza di umanità che la famiglia produce vuol dire insistere su una evidenza che evita lo scontro ideologico e che all’ideologia, al progetto sociale antepone la speranza.

KIKO ARGUELLO
Cammino neocatecumenale
Assistiamo a una delle sfide più grandi che attraversano tutta la nostra società: la destrutturazione della famiglia. Ciò comporta la destrutturazione di tutta la società, provocando soprattutto nei giovani una mancanza d’identità, di senso morale, e chiudendo loro la via di un vero destino. Oggi nelle scuole molti ragazzi sono figli di coppie divise, separate, portano nel loro animo ferite intense che non dimenticheranno mai. Hanno visto i loro genitori che si odiavano. Invece di nascere e di crescere in una scuola d’amore hanno assistito a una spaccatura, a una rottura che ha ferito il loro cuore per sempre. In Inghilterra, alcuni anni or sono, erano così tanti i ragazzini che si uccidevano a 10 o 11 anni a motivo della separazione dei genitori che si è arrivati a prospettare la possibilità che i giudici non concedessero il divorzio a genitori che avevano figli di quell’età. Oggi ci sono milioni di bambini che non sono protetti, è la fascia più debole della nostra società e lo Stato non li aiuta.

SALVATORE MARTINEZ
Rinnovamento nello Spirito
Andiamo a Roma per mostrare la vera laicità del popolo italiano, quella che prosegue – con le parole e le opere – la grande tradizione degli ideali di solidarietà e di giustizia sociale, e che vediamo ben rappresentata dal laicato cattolico. È ora di passare dalla protesta alla proposta: smettiamo di parlare delle idee e dei progetti degli altri, consapevoli che non siamo "contro" qualcuno, ma "a favore" dell’uomo, mossi dalla passione per la vita, per la stabilità dell’amore coniugale, per la fecondità che si esprime nella famiglia e costituisce una ricchezza spirituale e sociale senza eguali.

MARIO MARAZZITI
Comunità di Sant’Egidio
È importante sostenere un impegno per una coraggiosa nuova politica a favore della famiglia ora, il 12 maggio, e successivamente. Il 12 maggio non è perciò un punto d’arrivo, ma una tappa di un percorso. Riteniamo che possa essere un momento di festa e di proposta al Paese, per ricordarsi che una società più individualista, più frammentata, con famiglie sempre più deboli non ha futuro perché non sa occuparsi non solo delle minoranze, ma nemmeno di tutti noi man mano che diventiamo deboli. La Chiesa italiana, attraverso i laici cattolici e quanti si uniscono alle loro posizioni, sta facendo un grande servizio al Paese, e riveste un ruolo di supplenza della politica nel ricordare quei valori forti che lo Stato dovrebbe far propri e promuovere.

CHIARA SAPIGNI e MARCO SALA
Comitato nazionale Agesci
Bisogna oggi riaffermare con forza la necessità di sostenere, anche con adeguati mezzi legislativi, la famiglia, prima cellula della società ed esperienza comunitaria fondamentale per la formazione dei ragazzi e dei giovani. L’Agesci – attenta all’educazione dei ragazzi che spesso vivono situazioni di disagio proprio in quanto parte di famiglie in difficoltà – sottolinea l’importanza di un’azione educativa e di un’attenzione legislativa continua e sollecita, mirata a favorire la crescita nei ragazzi di personalità capaci di scelte autentiche e profonde, fondate sul dono di sé e sulla capacità di vivere valori quali la fedeltà, la gratuità, il rispetto reciproco, che sono alla base di ogni comunità familiare. C’è necessità di sinergia fra le diverse agenzie educative – famiglia, scuola, Chiesa, tempo libero –, l’una a sostegno dell’altra, interagendo e facendo rete, in un’ottica di più ampio respiro che possa anche riguardare il lavoro. Insomma, occorre che la famiglia sia vista nel suo più completo essere.

SOLIDEO SARACCO
Associazione italiana guide e scout d’Europa cattolici
L’aver aderito al manifesto Più Famiglia vuole testimoniare il costante impegno della nostra associazione nell’educare alla famiglia. In particolare, noi scout d’Europa cerchiamo di fornire ai giovani, attraverso un’educazione differenziata al maschile e al femminile, occasioni di crescita per far propria l’idea del matrimonio come uno scambio reciproco d’amore, il cui segno tangibile siano i figli. Noi scout d’Europa riteniamo che lo scoutismo cattolico sia uno strumento di formazione integrale della persona, fatto di tante piccole cose che all’apparenza possono sembrare anche banali, ma che sono mezzi per raggiungere un obiettivo ben più alto e ambizioso, quello della formazione umana e cristiana del ragazzo. L’attenzione alla persona è la nostra principale preoccupazione ed è per questo che la nostra associazione ha scelto di operare soltanto sul piano educativo, ritenendo le esposizioni pubbliche non consone alla sua natura. I nostri capi parteciperanno, quindi, alla festa del 12 maggio da singoli cittadini che vogliono condividere l’impegno di promuovere il valore della famiglia come bene fondamentale per la nostra società.

ANDREA OLIVERO
Acli
Se, sul piano dei princìpi, le Acli hanno da sempre assunto posizioni molto chiare, oggi servono segni di mobilitazione. Abbiamo bisogno di strumenti per avere visibilità e coinvolgere i nostri associati. Per raggiungere degli obiettivi bisogna passare da una proposta che è soltanto teorica a un’iniziativa popolare. Il tema della famiglia, nello specifico, non riguarda soltanto le organizzazioni, ma ciascun cittadino, per cui oggi parlare di Più Famiglia significa ragionare sul nostro ruolo educativo all’interno della società. Lo Stato dovrebbe oggi riconoscere alla famiglia la soggettività sociale, dandole il ruolo di interlocutore privilegiato quando si vanno a proporre e a discutere iniziative che riguardano il lavoro, il welfare, l’organizzazione della vita stessa delle nostre città. Non solo, quindi, un sostegno concreto, ma una partecipazione reale del soggetto familiare a quei processi decisionali che lo riguardano.

CARLO COSTALLI
Movimento cristiano lavoratori
Il Family Day sarà una manifestazione di popolo, festosa, ma anche ben decisa a rendere visibile una presenza che nel Paese è massiccia e che, invece, i mass media tendono a ignorare, privilegiando lobby minoritarie. C’è una rinascita di valori forti e veri, ed è sbagliato dare l’immagine, falsa, di un’opinione pubblica fortemente orientata pro-Dico. L’errore dei cattolici è stato quello di restare, fino a ora, una maggioranza troppo silenziosa. Non siamo abituati a marciare, a far sentire la nostra voce. Ma adesso si cambia: in piazza saremo tantissimi, e ignorarci sarà impossibile.

GINO DOVERI
Consulta nazionale delle aggregazioni laicali
Come cattolici, ci siamo mossi per primi a difesa della famiglia perché percepiamo più di altri l’urgenza di questo impegno, a fronte di un tentativo, mosso da una cultura relativistica, di indebolire la famiglia sul piano sociale, culturale e legislativo. Pensiamo alla richiesta di equiparare le unioni omosessuali e le convivenze alla famiglia fondata sul matrimonio. Sono modelli alternativi per noi inaccettabili, in contrasto con la legge di Dio, la legge naturale e la stessa Costituzione italiana. Esse non hanno quel carattere di stabilità che si ha solo nel matrimonio, religioso o civile. Ricordiamo che anche la Costituzione, recependo le ragioni del diritto naturale, prevede un unico modello di famiglia: quello fondato sul matrimonio.

PAOLA BIGNARDI
Retinopera
Retinopera ha aderito al Family Day per contribuire a sottolineare il significato della famiglia, esperienza umana tra le più intense e grandi, di cui appare necessario ribadire la bellezza in questo momento di cambiamento sociale e culturale profondo. Nella società statica da cui veniamo, il valore della famiglia era più scontato: oggi tutti i valori hanno la necessità di essere espressi in forme nuove, e soprattutto esplicite. Ci siamo sempre detti che la famiglia è importante, senza condividere in maniera esplicita il perché; ci siamo ripetuti che ha un grande valore, senza compiere scelte concrete che la sostenessero. Così, poco a poco, il pensiero stesso sulla famiglia ha subìto dei cambiamenti che interpellano la coscienza cristiana; soprattutto, la famiglia si è trovata ad affrontare difficoltà nuove, senza aiuti adeguati, senza solidarietà, senza sostegni. Per affermare con verità il senso della famiglia occorre che esso non rimanga una pura e astratta proclamazione di valore, ma divenga esperienza socialmente riconosciuta e aiutata da adeguate scelte, anche di carattere sociale e politico, che consentano oggi alla famiglia di vivere bene. Retinopera, che in questi anni ha lavorato per superare la frammentazione del laicato, partecipa molto volentieri a un’iniziativa che vede insieme realtà aggregative diverse, a manifestare con diverse sensibilità lo stesso convincimento: il bene della famiglia è assolutamente decisivo per il bene della società.

FRANCESCO D’AGOSTINO
Unione giuristi cattolici italiani
Famiglia e matrimonio sono istituzioni non solo genericamente sociali, ma specificamente giuridiche; potremmo anzi dire che si fondano sul diritto naturale. Purtroppo, il fondamento naturale del matrimonio e della famiglia oggi è diventato estremamente controverso e costituisce una sfida culturale che un’associazione come la nostra – che da sempre ha dedicato a queste tematiche un’attenzione prioritaria – non poteva ignorare. Bisogna riaffermare la centralità della famiglia. Basterebbe che il Parlamento fosse rigoroso nel rispettare il dettato costituzionale. La nostra Costituzione non si limita, infatti, a riconoscere in astratto la famiglia, ma indica delle linee programmatiche per un sostegno concreto. Ma, anche al di là della Costituzione, il sostegno alla famiglia riveste un’importanza sociale. Quanto più entra in crisi l’istituzione familiare, infatti, tanto più ne risente, e tende a implodere, quella sociale.

VINCENZO SARACENI
Associazione medici cattolici italiani
Mi auguro di cuore che la manifestazione del 12 maggio sia una grande festa, una testimonianza dello spirito costruttivo di chi scende in piazza non contro qualcosa o qualcuno, ma soltanto a favore della famiglia. I medici cattolici operano nel campo della salute e più in generale della qualità della vita, ed è per questo che ogni discorso che riguarda la famiglia ci tocca anche professionalmente, oltre che come cattolici preoccupati del bene della società. È qui che si sperimenta e si vive in prima battuta l’accoglienza e la cura delle persone più fragili: anziani, bambini, malati. Proprio quelle persone con le quali i medici hanno a che fare ogni giorno.

ANGELO FERRO
Unione cristiana imprenditori e dirigenti
Come imprenditori cristiani siamo a favore di una nuova stagione di responsabilità e di doveri che metta al centro la cellula fondamentale della società, da cui dipende veramente il nostro futuro. E senza fiducia nel futuro non si va da nessuna parte. È per questo che scendiamo in piazza: chiedere maggiori tutele e una nuova valorizzazione della famiglia ha proprio il senso di auspicare e lavorare per costruire una maggior fiducia nel futuro. Anche lo stesso sistema produttivo ha bisogno di questa fiducia e ha bisogno di un legame stretto e reciproco con le famiglie. È un discorso che ci teniamo a fare alla società nel suo insieme, ma in modo particolare alla classe dirigente e agli imprenditori italiani.

FRANCO MUGERLI
Coordinamento delle associazioni per la comunicazione
Oggi la famiglia è ostacolata: milioni di famiglie vivono sulla soglia della povertà, come dimostrano ormai diverse indagini. La "crescita zero" è un problema di cui ci si preoccupa, ma non si mettono in atto quelle politiche familiari in grado di imprimere una svolta. Si prende a confronto il caso francese per i Pacs, ma si finge di non vedere, anzi non si vedono affatto, le coraggiose politiche familiari attuate dai laicissimi cugini d’oltralpe. A fronte di un allarme crescente per l’emergenza bullismo e per la resa all’incapacità di educare le nuove generazioni, non si vuole ammettere la mancanza di scelte culturali e politiche che mettano la famiglia al primo posto. L’emergenza famiglia è sotto gli occhi di tutti, ma – guardando il dibattito politico – sembra che l’unico vero problema siano le coppie di fatto. In questo modo, però, si disgrega la famiglia in nome della libertà, e il potere diviene ancora più forte sull’individuo che rimane sempre più solo.

EDIO COSTANTINI
Centro sportivo italiano
La nostra missione è aiutare i ragazzi a riconoscere che la vita è un valore: non vogliamo crescere dei campioni, ma degli uomini e dei cittadini. Tre le istituzioni con le quali ci rapportiamo stabilmente per stabilire un’alleanza educativa: famiglia, scuola e parrocchia. Ecco perché saremo in piazza il 12 maggio: bisogna riaffermare il ruolo fondante della famiglia nella società, rendendosi conto che la solitudine e le difficoltà dei figli sono spesso problematiche strettamente connesse con quell’aiuto che alla famiglia è dovuto, ma ancora manca. Ai giovani vogliamo dire che è possibile e giusto scommettere sulla famiglia, e che non serve mettere in campo pericolosi duplicati. È una battaglia culturale, prima ancora che politica.

ANTONIO DIELLA
Unitalsi
Le nostre famiglie sono accoglienti e aperte ad altre famiglie in difficoltà. Questa è una ricchezza per l’Italia, e così interpretiamo il manifesto Più Famiglia, che sta alla base della manifestazione del 12 maggio, quando dice che «quello che è bene per la famiglia è bene per il Paese». Nella nostra associazione sperimentiamo la situazione di famiglie che educano alla solidarietà e all’attenzione verso coloro che vivono la sofferenza, in particolare i più piccoli. È qui che si sviluppa la possibilità e la speranza di vita per tanti: in famiglia matura quella "Chiesa ordinaria" che abbiamo sempre incontrato là dove le difficoltà sono maggiori.

ANNA MARIA PASTORINO
Centro italiano femminile
Il 12 maggio sarà un giorno di "missione", una sfilata di testimonianze e insieme una giornata di festa, per ricordare a chi condivide i valori cattolici e a chi non li condivide che difendere la famiglia, così come sta scritto nella nostra Costituzione, significa difendere il nostro futuro di donne e di uomini. Chi sceglie di convivere non vuole avere né diritti, né doveri. La famiglia, oggi, ha piuttosto delle priorità ben precise: in primo luogo servono più asili nido, che siano gratuiti a prescindere dal reddito, e più case in affitto per i nostri giovani.

SERGIO MARINI
Coldiretti
Aiutare sul piano sociale e fiscale la famiglia significa per noi dare anche nuova forza e nuova capacità di intrapresa al nostro tessuto produttivo. Del resto, fa parte della nostra specificità rappresentare un modello d’impresa familiare. Ma non scendiamo in piazza con mentalità rivendicativa o per partecipare a una manifestazione "di settore", sia pure intendendo per tale il mondo cattolico. Abbiamo fatto la nostra scelta convintamente all’interno del Forum delle associazioni familiari per chiedere "più famiglia" e più attenzione a essa. Laicamente, vogliamo accendere un riflettore sulla famiglia, bene prezioso per tutta la collettività. Un riflettore che sostituisca quell’attenzione che da parte delle istituzioni è stata finora residuale.

CARLO CASINI
Movimento per la vita
La manifestazione di piazza San Giovanni ha un doppio volto: quello gioioso della testimonianza e quello della precisa richiesta alle istituzioni. Senza retrosensi politici, senza alcun indice puntato, ma con la consapevolezza che la famiglia è il mattone costitutivo della società e che quindi nessuno è autorizzato a sottrarsi al dovere di sostenerla e promuoverla e che nessuno può lavorare contro di essa. Dire sì alla famiglia significa, infatti, anche dire no alla cultura dell’individualismo e della fuga dalle responsabilità, e questo implica la richiesta di non procedere oltre nel tentativo di regolamentazione delle unioni di fatto per renderle simili alla famiglia fondata sul matrimonio. Per queste ragioni il Movimento per la vita scenderà in piazza insieme con tutto il Forum. Ci siamo posti come obiettivo quello di organizzare un pullman per ognuno dei 600 e passa Centri di aiuto alla vita e movimenti locali che abbiamo in tutta Italia.

GIANFRANCO GAMBELLI
Confederazione nazionale Misericordie
Come movimento cattolico plurisecolare abbiamo deciso di partecipare al Family Day perché riteniamo che si stia andando verso un indebolimento della famiglia come elemento di sostegno alla comunità, con una conseguente perdita di riferimenti per la società, in particolare per le nuove generazioni. Oggi la famiglia non è adeguatamente sostenuta dalle istituzioni. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad attacchi, sfociati in un disegno di legge che mira a indebolirne le radici per far credere all’opinione pubblica che altre forme di convivenza possano essere più vantaggiose e meno vincolanti. È invece importante che la famiglia rimanga solida nella sua istituzionalità, poiché rappresenta un cardine imprescindibile in termini di sviluppo socioeconomico, ma soprattutto morale del nostro Paese. Difendendo la famiglia, il nostro movimento intende difendere l’intera collettività, proprio nei suoi valori fondanti.
 


 

IL VELINO – 3 maggio 07

*Family day, parte da Rimini il l'iniziativa del 12 maggio


Bologna, 03 MAG (Velino) - Il Family Day dovra' essere un successo. E per partire con il piede giusto si chiede la collaborazione di uno dei movimenti cattolici piu' potenti in Italia, quello del Rinnovamento nello Spirito Santo, che lo scorso fine settimana si e' dato appuntamento alla fiera di Rimini per la trentesima Convocazione nazionale. Proprio davanti alla platea di 25 mila persone, il portavoce della manifestazione in difesa della famiglia, Savino Pezzotta, ha lanciato l'iniziativa del 12 maggio in piazza San Giovanni in Laterano a Roma. Con se' ha chiamato una serie di ospiti illustri che per un paio di giorni hanno tenuto banco, complici anche gli attacchi e le minacce al presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco. Mentre a due chilometri di distanza, nella sala congressi della vecchia fiera di Rimini, il popolo dei Comunisti italiani (diecimila circa) confermava alla giuda del partito Oliviero Diliberto, dal palco di Rimini Fiera hanno preso la parola il presidente dell'Udc Rocco Buttiglione, ma anche la senatrice dielle Paola Binetti, il segretario generale della Cei Giuseppe Betori, ma anche il presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro che per l'occasione ha lanciato il suo 'manifesto' per invitare i siciliani ad aderire in massa alla manifestazione del 12 maggio. Per non parlare degli attori e dei cantanti che hanno voluto portare la propria testimonianza in difesa della "famiglia tradizionale" come Claudia Koll e Amedeo Minghi.
A scaldare gli animi e' Buttiglione, preoccupato per i continui attacchi all'arcivescovo di Genova: "In un paese libero - spiega - ognuno dice cio' che gli pare. Ma in Italia c'e' una campagna che vuole impedire ai vescovi di parlare.
Questo e' un atto di violenza ed espressione di un nuovo totalitarismo. Sta montando contro la Chiesa un clima di violenza. Hanno tentato di fare al Parlamento europeo una mozione per condannare Bagnasco. Se gli succedesse qualcosa, noi sapremo dove andare a cercare i mandanti morali". L'ex sindacalista della Cisl si scaglia contro gli organizzatori della contromanifestazione di piazza Navona: "E' la prima volta nella storia civile che quando uno organizza una manifestazione c'e' un altro che ne organizza una alternativa perche' non e' d'accordo. Non e' un bell'affare. Non e' giustificata una contromanifestazione, perche' divide il paese". Poi aggiunge: "Quando ci sono state altre manifestazioni che a noi non piacevano - dice Pezzotta - non ne abbiamo organizzata una contro, perche' siamo rispettosi dell'espressione che ognuno puo' portare in piazza e perche' crediamo nella democrazia". Chiude la convention Betori che rivendica per se' e per la Chiesa il diritto di esprimersi, ma anche di sostenere la manifestazione in piazza: "Quando le cose sono messe in crisi da una cultura che si vorrebbe proporre come una cultura diffusa - spiega il prelato - e' necessario che il sentire diffuso delle persone si manifesti e s'imponga anche sulla cultura pubblica che spesso non ascolta queste persone". E il popolo del Rinnovamento nello Spirito Santo applaude. In attesa di prendere pulmann e treni alla volta di Roma, la prossima settimana, a sostenere il Family Day.


 

 

XXX Convocazione Nazionale RnS


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