“La Chiesa non può non prendersi cura della famiglia” Sintesi dell'omelia di S.E.R. card. Carlo Caffarra
Nella terza giornata di
Convocazione, a presiedere la santa Messa è l’Arcivescovo di Bologna
mons. Carlo Caffarra. In apertura della sua omelia, il cardinale ripete
le parole del Vangelo di Giovanni: “Io sono venuto perché abbiano la
vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10, 10b). “Questa – dice – è la più
grande promessa fatta all’uomo: la promessa della vita”. E dove sono le
sorgenti della vita? Mons. Caffarra cita il Salmo responsoriale in cui
si invoca: “Manda la tua verità e la tua luce; siano esse a guidarmi; mi
portino al tuo monte santo e alle tue dimore” (Sal 43, 3). Ebbene,
“l’uomo vive innanzitutto di verità e di luce, e per avere la vita che
più profondamente il suo cuore desidera, ha bisogno di Dio”. Lo Spirito
Santo ci introduce a questa verità: Egli viene ad abitare “nel cuore
anelante dell’uomo, e lo conduce a Cristo, pane eucaristico di vita”.
Poi, l’Arcivescovo mette in risalto il legame profondo che esiste tra
matrimonio, famiglia e vita; cita le parole di Giovanni Paolo II: “La
famiglia è il santuario della vita”. “La Chiesa – dichiara mons.
Caffarra – non può non prendersi cura della famiglia, poiché essa sa
quale è la misura della sua preziosità: la preziosità stessa della vita.
Nessuno potrà impedire alla Chiesa di dire ad alta voce il suo ‘sì’ alla
famiglia e quindi il suo ‘no’ a tutto ciò che ne mette a rischio
l’irripetibile unicità, poiché nessuno potrà impedire alla Chiesa di
amare l’uomo, di desiderare che egli abbia la vita e l’abbia in
abbondanza, di lottare contro tutti i germi di corruzione che producono
la morte dell’uomo”. |