“La vanità corre, l’amore
scava”
Sintesi
dell'intervento di Gregorio Vivaldelli, biblista
Rimini,
24 aprile 2005 -
ore 14:30
Il biblista Gregorio
Vivaldelli, che oggi festeggia i 12° anniversario di matrimonio con
la moglie Emanuela, ha esordito rilevando la bellezza del tema proposto:
“Chiunque riconosce che Gesù è il figlio di dio, Dio Dimora in Lui ed
egli in Dio”. (1 Gv 4, 15)
Il relatore ha subito
puntualizzato: “Noi abbiamo fiducia perché abbiamo sperimentato
l’amore di Dio nelle Nostre Vite”. Dentro di noi esiste il desiderio
nascosto di scoprire un amore che dia senso alla nostra vita. Giovanni,
nella sua 1° lettera è chiaro: chi non ama è nella morte. Giovanni Paolo
II: “L’uomo non può vivere senza amore”. Se non gli viene
rivelato, se non lo sperimenta, l’uomo rimane incomprensibile anche a
se stesso, rischia di non sapere per quale ragione è venuto al mondo nel
segmento di storia in cui vive. Per la Bibbia , l’amore non è “qualcosa
da fare”, l’Amore è Dio. Vivaldelli ha ricordato all’assemblea un canto
conosciutissimo, “dove c’è carità e amore, qui c’è Dio”. La storia della
Salvezza è la storia dell’amore di Dio, come aveva intuito Rosmini. Dio
per far capire all’uomo quanto lo ama si è presentato come lo Sposo,
Gesù è lo Sposo. E’ questo un Amore che ci obbliga a entrare in
relazione con l’altro. Gesù fa vedere l’altro come il fine ultimo della
propria piena realizzazione. Per la Bibbia quindi l’uomo può essere
felice solo quando l’altro è felice, in ogni luogo, in cucina, in sala,
nel
talamo nuziale. Agape nel Nuovo Testamento è l’amore stesso che Dio
realizza dentro di ciascuno nella persona di Gesù. Il Nuovo Testamento
ci rende consapevoli che Dio sta camminando dentro di noi. Occorre
plasmare la propria esistenza sul Vangelo per giungere al traguardo di
Paolo: “non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”.
“ Se fuggi fuori da te la tua prigione ti seguirà ovunque tu vada,
se inizi a scavare la tua prigione si aprirà” .“La vanità corre,
l’amore
scava”, ha ripetuto tre volte Vivaldelli, applaudito dall’assemblea.
“Se hai incontrato l’amore di Dio verifica quanto stai correndo
nella tua famiglia.” Per la Bibbia l’amore sponsale
fa scoprire nel coniuge il
grande amico della vita, ma l’amicizia, la prima manifestazione
dell’amore di Dio in noi, richiede un patto, un impegno. Qui il relatore
ha portato l’esempio di Gionata e Davide (I Sam).
L’amicizia deve essere
quella forza che rinvigorisce il coraggio in Dio. I coniugi devono
vivere la sorprendente consapevolezza del potersi fidare, così come nel
Cantico dei Cantici l’amata dice all’amato “il mio diletto è per me
e io in lui” e attraverso un vezzeggiativo ci rivela una
caratteristica importantissima dell’amore di Dio, la tenerezza.
Solo
questa tenerezza rende affascinanti le famiglie cristiane. Il relatore
ha sottolineato che “rischiamo di essere tiepidi”, anche nella
difesa della vita, e che la tiepidezza in amore è indice di mediocrità.
La tiepidezza va vinta seguendo i consigli che Dio stesso dà alla Chiesa
di Laodicea (Ap 3): acquistare da Lui oro, cioè prendere in mano la
Parola di Dio, vesti bianche che rappresentano la fede in Dio risorto e
collirio, immagine dello Spirito Santo. “Aiutiamoci a fare delle
nostre famiglie dei vulcani dello Spirito Santo”. Se ciò avviene,
“Chi ci separerà dall’amore di Cristo?”, nulla - ha
concluso Vivaldelli - neppure la nostra personale fragilità. |