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"Per le tue piaghe noi siamo stati guariti"

Padre Matteo La Grua: novant'anni al servizio di Dio

 

Clicca per ingrandire...“Per le tue piaghe noi siamo stati guariti (Is 53, 5)”: ispirata a questo tema biblico si è svolta la toccante preghiera per la guarigione animata da p. Matteo La Grua, delegato nazionale Ministero di intercessione per i sofferenti, festeggiato a Rimini, anche per i suoi 90 anni, appena compiuti, tutti dedicati alla preghiera e al servizio della parola e della misericordia di Dio.

Dopo l’invocazione allo Spirito Santo la parola donata è stata Zc 12, 10: “guarderanno a colui che hanno trafitto”, in piena sintonia con l’argomento scelto da p. La Grua, che ha voluto coinvolgere l’uditorio nella gioia di vedere il Signore risorto, la stessa provata dai discepoli nel Cenacolo.

Eppure tra loro c’era qualcuno, come l’incredulo Tommaso, chiamato a mettere il dito nel costato, da Gesù stesso davanti al quale si gettò ai piedi gridando: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù, però, gli replicò che beati davvero sarebbero stati quelli che avrebbero creduto senza dover toccare le piaghe del crocifisso: “Noi siamo questi beati – ha detto p. Matteo – che crediamo per fede”.

Gesù ha preso su di sé l’iniquità del mondo per guarirci mediante il suo sacrificio o, come dice Isaia, per le sue piaghe. Il legno della croce è il segno della salvezza portata al mondo: “Attraverso i cinque portici vogliamo entrare nella piscina probatica, per aspettare la manifestazione della misericordia di Dio che ci guarisce dalle nostre infermità”.

Cominciando dalle piaghe dei piedi p. la Grua ha connesso ad esse tutte Clicca per ingrandire...le liberazioni dai lacci del nemico, tutte quelle sofferenze che demoralizzano: “Per tre anni Gesù, come disse Pietro a Cornelio, percorse tutta la Galilea e la Giudea liberando tutti quelli che erano sotto il potere del maligno, consolandoli. Gesù che ha percorso le strade del mondo, oggi, si è fermato davanti a noi: adoriamolo, prostrati davanti a lui con cuore pentito”.

Passando alle mani di Gesù p. la Grua ha esortato l’assemblea orante a sentire il “tocco” delle mani di Gesù che possono toccare ogni parte malata per guarirla: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Sono le stesse mani con cui aveva sollevato il paralitico alla piscina probatica, la fanciulla morta nella casa di Giairo e che ora possono sollevare chi è caduto sulle strade della vita.

Il costato di Cristo, terzo portico per poter accedere alla piscina probatica, è quel cuore aperto nel quale tutti siamo chiamati ad entrare, bagnati da sangue e acqua, lavacro di guarigione e liberazione. Se non tutti siamo malati nel corpo, tutti siamo però bisognosi di guarigione interiore, abbiamo il cuore ferito da delusioni e tradimenti. Gesù offre il dono dello Spirito per la guarigione, al convito della Trinità.

Le ferite della corona di spine conficcate sul capo di Gesù sono state messe in parallelo con le preoccupazioni che assillano la nostra vita.

La piaga sulla spalla è quella spesso sfugge a chi contempla i misteri della crocifissione, ma non dobbiamo dimenticare il peso della croce, che lo fece cadere per ben tre volte e che ferì la sua carne. Questo simboleggia il peso dei peccati propri o delle persone che ci sono vicine.

In conclusione p. La Grua ha ricordato le piaghe della flagellazione che hanno colpito Gesù in tutto il corpo, come prefigurato in Isaia nell’immagine del Servo sofferente, a causa del peccato del popolo. Solo guardando al Cristo l’umanità può essere salvata, solo riconoscendolo come Salvatore il mondo può trovare la pace, questo annuncio è l’impegno che dobbiamo prendere come cristiani.

A conclusione Salvatore Martinez ha proclamato la parola del Signore, tratta dall’Apocalisse, a conferma della giornata penitenziale: “Apparve una moltitudine immensa… davanti al trono dell’Agnello e gridavano a gran voce la salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello”.


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