L'intervento del Card. Salvatore De
Giorgi
Breve sintesi dell'omelia dell'Arcivescovo di Palermo
La celebrazione eucaristica nel giorno di apertura della Convocazione, 29 aprile, in coincidenza con la festa liturgica di santa Caterina da Siena, patrona d’Italia e d’Europa, è stata presieduta dal card. Salvatore De Giorgi, arcivescovo di Palermo. Nell’omelia ha commentato il brano tratto dal Vangelo di Matteo, la parabola delle dieci vergini in attesa dello sposo. “Non è una semplice coincidenza l’inizio della XVII Convocazione Nazionale con la festa di santa Caterina da Siena – ha esordito il card. De Giorgi - che se ha un significato per tutti gli italiani, di cui è patrona, ha un significato particolare per gli aderenti al RnS che, dal suo esempio, possono trarre luce e ispirazione, in vista della costruzioni di nuovi cieli e terra nuova”. Caterina, rispetto alla parabola evangelica, vedeva nel simbolo della lampada il cuore, nel simbolo dell’olio l’umiltà che preserva dalla stoltezza della superbia. Nella fiamma, infine, ravvisava la luce della fede, anche nell’ora della sofferenza e della tribolazione. Figlia di un tintore, nacque il 25 marzo 1347. A sei anni ebbe la prima visione di Gesù che la invitava a seguirla da vicino. A sette si fidanzò con Gesù, davanti a Maria. A 12 anni i genitori volevano farla sposare ma lei si oppose fermamente. A 16 si aderì alle Mantellate, terzo ordine domenicano. Quindi una laica, che si è distinta per fede, opere di penitenza che attrasse attorno a sé un cenacolo di devoti, chierici e laici, che volevano unire alla contemplazione un irresistibile slancio per l’azione. Ispirata da Dio divenne una maestra di Spirito, come emerge dalle 350 lettere dell’epistolario e da molte altre opere, sebbene illetterata. A Pisa ricevette le stimmate che suggellarono il suo matrimonio mistico: il suo compito era di riportare la sede papale da Avignone a Roma, sostenendo la missione dei pontefici del tempo, in un’epoca travagliata. Un lavoro immenso sostenuto e sofferto. Caterina morì a Roma a soli 33 anni, la stessa età di Cristo. Ricordando la vita di Caterina il celebrante ha ricordato il suo impegno per l’unità, una sfida per i cristiani di tutte le generazioni, una chiamata anche per il Rinnovamento. Canonizzata da Pio II, fu dichiarata da Pio IX compatrona di Roma e ammirata da tanti pontefici, fino a Giovanni Paolo II che l’ha proclamata anche patrona d’Europa, dopo essere stata proclamata patrona d’Italia e dottore della Chiesa dai suoi predecessori. Il fuoco di cui parlava la santa, nel commento alla parola evangelica oggi proclamata, è il fuoco dello Spirito Santo, fuoco di Pentecoste che accende contemplazione e missione, nella speranza di rinnovamento della Chiesa e della società. Questo è quanto lo Spirito suscita nei cuori di chi si apre alle sue mozioni. “Guardate all’esempio di santa Caterina – ha esortato De Giorgi - come esempio della misura alta della vita cristiana, alla quale tutti siamo chiamati, secondo l’espressione usata da Giovanni Paolo II. Caterina intuì questa vocazione di ogni cristiano fin dalla sua giovinezza, Il RnS, realtà spirituale e corrente di grazia, la pone al vertice dei suoi intenti”. Un sostegno nel cammino cristiano è l’Eucaristia, di cui il Papa ha ricordato la centralità nella vita cristiana con l’Istruzione Ecclesia de Eucharistia. Nel Rinnovamento questo sacramento che è vertice e culmine della vita cristiana, ha esortato il card. De Giorgi, sia di ispirazione alla vita di fede e alla spinta missionaria, secondo l’esempio di Caterina. La missione oggi consiste nell’evangelizzazione, tante volte ricordata da Giovanni Paolo II, come antidoto alla progressiva secolarizzazione della società. Ogni cristiano è destinatario e annunciatore del vangelo. Come suggerisce il tema della convocazione, ha concluso il celebrante, guardiamo a cieli nuovi e vita nuova, ma questo non significa dimenticare il secolo presente, l’impegno sociale verso la famiglia e i giovani, che il Rinnovamento italiano porta avanti nei suoi progetti, secondo il mandato del Papa che ha affidato al movimento la diffusione della Cultura di Pentecoste. L’arcivescovo di Palermo ha concluso con un parallelo tra la missione che il RnS vuole intraprendere a favore dei carcerati, tema a lui particolarmente caro, e il carisma della stessa Caterina in questo particolare ambito di emarginazione. |
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