È
mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini, a presiedere la
Celebrazione eucaristica conclusiva della 35ª Conferenza nazionale
animatori. Nella giornata in cui la Chiesa festeggia la solennità di
Ognissanti, il Vescovo ha ricordato che «la santità è ciò di cui il
mondo ha bisogno, eppure non siamo fedeli alla chiamata del Signore:
dobbiamo accogliere il suo messaggio con umiltà e semplicità di cuore».
Il discorso della Montagna riportato nel brano del Vangelo (cf Mt 5,
1-12a) pone l’accento sullo stato di “beato”, sulla «santità che fa rima
con felicità», come indicato da mons. Lambiasi. Il messaggio delle
beatitudini è sempre attuale ma complesso, perché «è il messaggio della
santità declinato sul versante della felicità: dinanzi a questa ovvietà
non rischiamo il rigetto, piuttosto l’assuefazione che altro non è se
non l’anticamera del rigetto stesso», ha indicato il Vescovo di Rimini.
Per questo, per veicolare il messaggio che lega
santità e felicità, l’unico canale possibile è quello della
testimonianza, di cui anche oggi si registrano casi ed esempi di
straordinaria bellezza. Due le testimonianze di vita ricordate: padre
Fausto Tentorio e la giovanissima Giulia Gabrieli, esempi di vite
vissute nella consapevolezza dell’unico Amore a cui le loro esistenze si
sono rivolte. Emblematico il “testamento” di p. Fausto, il missionario
del Pontificio Istituto missioni estere ucciso il 17 ottobre ad Arakan,
nella provincia di Nord Cotabato: «Riconoscente a Dio per il grande dono
della vocazione missionaria, sono cosciente che essa comporta la
possibilità di trovarmi coinvolto in situazioni di grave
rischio per la mia salute e incolumità personale… Tutto accetto con
fiducia dalle mani di Dio, e offro la mia vita per Cristo e la
diffusione del suo Regno». Estremamente emozionante anche la
testimonianza della piccola Giulia Gabrieli, la quattordicenne morta per
una malattia incurabile lo scorso 19 agosto a Bergamo, mentre a Madrid
si concludeva la Via Crucis dei giovani della GMG. «Questa giovane, che
pure ha accolto inizialmente la malattia con un moto di rabbia e
ribellione, ha fatto dei suoi due anni di sofferenza un percorso di
“santità”. A chi andava a salutarla ha raccontato: “Ho passato il tempo
a ripetere a tutti di non fare la caccia al tesoro senza il tesoro”.
Giulia non aveva trovato solo il tesoro, la perla preziosa del Vangelo.
Lei aveva trovato nella sofferenza la mappa per il Tesoro». La
testimonianza della bellezza della vita deve passare necessariamente
attraverso la consapevolezza della sua essenza: «Bisogna accorgersi di
quanto sono importanti le cose di ogni giorno – continua mons. Lambiasi.
Il demone della tristezza, che complica tutto, sta facendo danni nelle
nostre comunità cristiane. Preghiamo perché il Signore ci dia testimoni
coraggiosi che non si facciano abbattere dal vittimismo».
Al termine della Celebrazione eucaristica, il
presidente Martinez ha ringraziato il Vescovo per aver mostrato esempi
di una santità praticabile. «Abbiamo tra noi tante anime elette e tante
ne incontriamo ogni giorno. Tornando a casa, indossiamo nuovamente i
calzari per andare ad annunciare che dello Spirito del Signore è piena
la terra».
Elsa De Simone