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“Luoghi” del Rinnovamento per una riscoperta identità

Simposio su: “L’appartenenza al Rinnovamento non cresce senza luoghi identitari”

 

Appartenenza, crescita, identità e comunione. Sono queste le parole chiave del simposio di approfondimento suoi luoghi identitari del Rinnovamento, guidato nella sessione pomeridiana da Amabile Guzzo, membro del Comitato nazionale di Servizio e da don Fulvio Bresciani, membro aggiunto del Consiglio nazionale – ambito Giovani.

«Nella vita del Rinnovamento la bellezza dell’appartenenza è segnata dall’identificazione di un punto di riferimento fisico e visibile in cui potersi riconoscere». Così i relatori hanno presentato quelle «opere buone» (cf Ef 2, 10) che il Signore ha preparato dall’origine del Rinnovamento in Italia. Tutti quei luoghi che mano a mano sono stati scelti come “casa” e sede per i cammini di formazione ai vari livelli: la casa di Lozio aperta nel ’78, le sedi nazionali e regionali, la casa di Roma o di Loreto, la Casa Paolo VI al Gaver, quella di Nazareth nel prossimo futuro, la missione e la struttura in Moldavia. «Senza dimenticare che luogo identitario sono anche gli organi pastorali di servizio dei vari livelli», come ha specificato Amabile Guzzo.

Con la sua testimonianza, attraverso le diverse dinamiche pastorali vissute nel gruppo, poi in diocesi, in regione e non ultimo nel Comitato nazionale, Guzzo ha spiegato come «l’appartenenza di ognuno al Rinnovamento nello Spirito non può fare a meno dell’identificazione con il pastorale del gruppo o con il Comitato nazionale, con il livello diocesano e quello regionale. Siamo sicuri – ha aggiunto - che l’identità si trasmette non tanto con i documenti o con gli statuti, anche se questi sono importanti, ma con l’esperienza di vita fraterna e con la nostra testimonianza di fede carismatica nel Cristo Gesù».

Un’identità quella del Rinnovamento garantita anche dalla Chiesa, che ha compiuto il primo discernimento sulla vita del Movimento, con l’approvazione dello Statuto nel 2002, ma anche dalle scuole estive di formazione, «luoghi e opportunità dove si cresce nell’appartenenza», ha aggiunto Amabile Guzzo. «Oggi, in particolare, dobbiamo chiederci – ha continuato – se i nostri amici o conoscenti nell’incontro del gruppo trovano un luogo dove sperimentare l’accoglienza e la fraternità. Ciò che dobbiamo salvaguardare, prima di ogni altra cosa, sono la comunione e la fratellanza».

Una responsabilità e un’identità che si riflettono anche negli aspetti economici della vita del Movimento. «I dati del Patto d’amore, ad esempio – ha sottolineato il Membro del Comitato nazionale –, registrano un dimezzamento delle persone che inizialmente lo hanno sostenuto. Dobbiamo crescere nel sostegno fraterno, nella fede e nelle scelte, per fare della volontà di Dio “ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12, 2)».

Un’identità che non è solo pastorale ma che si identifica e trae riferimento anche dai luoghi fisici e dalle missioni. All’inizio erano le case di alcune famiglie ad ospitare l’incontro di preghiera e garantire l’autenticità della proposta – è stato ricordato durante il simposio –, poi nel tempo, il grande numero di fratelli ha spinto a cercare luoghi pubblici per presentarsi e proporsi ad altri fratelli. «Così si è pensato anche alla casa di via degli Olmi a Roma – ha raccontato don Fulvio - come luogo di riferimento per tutto il Rinnovamento italiano. Ognuna di queste realtà – ha aggiunto – ci definisce, ci rappresenta, è come se fosse nostra e crea più passione dentro il cuore obbligando a una riflessione: “Quella è la mia casa di rinnovato!”». E proprio qui a Rimini e nella sua fiera, «quanti ricordi – ha sottolineato con nostalgia don Fulvio -, quanta disponibilità al servizio! Questa fiera era la nostra sede ufficiale per un pugno di giorni ed eravamo fieri di esserci. Dobbiamo tornare a essere “Un solo Rinnovamento nello Spirito” – ha raccomandato – mettendoci a servizio dei più bisognosi proprio con il nostro stile carismatico. Nelle missioni come la Moldavia, ma anche in tutte le realtà socio-caritative che ci vedono ormai impegnati, occasioni di crescita nel confronto con quei luoghi dove scopri che ad agire è il medesimo Spirito e che anche lì sei a casa, sei del Rinnovamento. Ricordiamoci – ha concluso don Fulvio Bresciani – che ci sono dei luoghi che ci identificano. C’è un modo di essere ma anche un modo di vivere. Il Rinnovamento siamo noi!».

Laura Gigliarelli


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