Carla Osella,
membro di CNS.
Ci troviamo in un tempo in
cui, superato il tradizionalismo passivo delle ideologie, dobbiamo
ricostruire gli uomini e non le strutture. Il Rinnovamento,
raccogliendo
l’esortazione del Magistero che più volte ha richiamato l’importanza
della formazione per avere cristiani più maturi, indica «la formazione
al servizio ministeriale nella Chiesa e nella società quale frutto della
vita nuova nello Spirito» (Statuto RnS, n. 2).
Sono numerosi gli
strumenti che il Rinnovamento ha a disposizione per la formazione: il
gruppo, il Seminario di vita nuova, il Progetto unitario di formazione,
i ritiri, le Convocazioni, le Conferenze, le Scuole nazionali,
l’editoria.
A proposito del Seminario
di vita nuova Carla sottolinea come questo strumento debba essere visto
come uno strumento non solo ad intra ma anche ad extra,
esortando i presenti a proporlo coraggiosamente nelle parrocchie e nelle
diocesi.
Osella prosegue il suo
intervento richiamando il Progetto unitario di formazione, lo strumento
formativo del Movimento. È necessario che i membri del RnS realizzino
una formazione permanente per poter realizzare la missione del
Rinnovamento nella Chiesa e per la Chiesa e poter essere cristiani
maturi in un mondo che ha sempre più bisogno di testimoni veraci che
sappiano mettersi in gioco per Cristo.
Dario Sacchini,
membro aggiunto del CN per l’ambito famiglia.
Il Rinnovamento crescerà
se coloro che vi sono chiamati per servire Cristo sapranno «bere il
calice» che questo servizio richiede. Attraverso un accenno alla sua
esperienza personale, Dario confida ai partecipanti al simposio
come
la chiamata al servizio possa far sperimentare l’inquietudine per la
propria debolezza, possa far sentire «macinati, trafitti», come tutto
ciò possa far aprire gli occhi sui bisogni dei fratelli, che troppo
spesso ci sono passati davanti senza che ce ne accorgessimo.
“The day after” è la
definizione che Sacchini propone per descrivere la Cultura di
Pentecoste; non il giorno di Pentecoste, ma “il giorno dopo”, tutto il
periodo cioè che segue alla discesa dello Spirito Santo. Poi entra più
approfonditamente nel tema della maturazione personale e, citando
Giovanni Paolo II, ricorda che non si può essere veri cristiani se non
si è prima veri uomini. Il cristiano deve essere capace di mettere a
frutto i doni ricevuti, e non perdere mai di vista l’importanza di un
abbraccio, di una carezza. E richiamando ancora le parole del Beato, «Duc
in altum!», esorta i presenti a far sì che i gruppi e le comunità del
RnS lascino le acque tranquille del porto per andare in mare aperto,
pronti anche a farsi cogliere da qualche onda inaspettata.
Il relatore ha infine
consegnato ai presenti alcune esperienze concrete di Cultura di
Pentecoste vissute nella diocesi di Roma, quali input da utilizzare in
chiave testimoniale per mostrare che spesso ciò che il Signore chiede è
semplicemente di utilizzare gli strumenti che lui stesso ci dona.
Anna Pugliese e Sandro
Gallo