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Rinnovamento, opera di Dio

Sintesi della relazione a cura del CNS e CN

 

“Siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha preparato, perché in esse camminassimo” (Ef 2, 10). Questo il tema delle relazioni che hanno preceduto l’inizio dei simposi. Relatori, il coordinatore nazionale RnS Mario Landi e Angelo Civalleri, membro aggiunto del Consiglio nazionale per l’Ambito progetti.

Landi ha invitato a riappropriarsi del senso di appartenenza al RnS, della consapevolezza di essere opera grande di Dio, chiamata a operare a sua volta. E ha ricordato le parole rivolte dai Papi al Movimento. Giovanni Paolo II, nel 2002, lo definì «dono speciale dello Spirito Santo alla Chiesa in questo nostro tempo»; ancora prima Paolo VI lo aveva detto «chance per la Chiesa». In ultimo l’esclamazione di Benedetto XVI: «C’è bisogno di questo Rinnovamento!». Mario Landi si è soffermato sul modo di operare del Rinnovamento, lo stesso, ha detto, usato da Gesù nel capitolo 4 del vangelo di Luca: «“Lo Spirito del Signore mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e la vista ai ciechi” (cf vv 18-19). Questa è l’opera del Rinnovamento nei nostri gruppi e nelle nostre comunità. La nostra opera è un’opera fondata sull’opera stessa di Dio. Di fronte alle povertà morali, spirituali, noi dobbiamo portare il lieto annuncio: ogni uomo vale infinitamente agli occhi di Dio». Opera, sono i Seminari di vita nuova e i tanti progetti che il Rinnovamento sta coltivando; opera è lo stare insieme negli organi pastorali; infatti «Pentecoste – ha continuato il Coordinatore nazionale – non genera un’esperienza dello Spirito individuale, genera invece il Corpo mistico di Gesù, genera sì nel Rinnovamento un cambiamento di vita personale, ma che poi trova la sua verifica nello stare insieme all’interno di un gruppo». Landi ha poi sottolineato la vocazione degli animatori e dei responsabili del Rinnovamento a farsi servi, la stessa di Gesù: «umiltà, però, non significa irrilevanza ecclesiale, storica e sociale; Gesù si fa servo non perché si sente inutile, ma perché è il figlio di Dio». E ancora, Mario ha invitato alla sobrietà, che non può diventare pauperismo; si legge infatti nel vangelo di Matteo: «“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5, 16). Le opere devono essere fatte bene e non presentate con sciatteria». Infine, il Coordinatore nazionale ha ricordato, citando le parole del cardinale Suenens, che «non si entra nel Rinnovamento, ma è il Rinnovamento che entra in noi». Ed elencando le realtà in cui il Movimento è impegnato, ha concluso: «In tutte le opere del RnS, l’unica nostra preoccupazione è che sia glorificato il Signore. E dipende solo da noi».

Dopo Landi è stata la volta di Angelo Civalleri che, in una relazione molto puntuale, ha attualizzato il passo Ef 2, 10. C’è un atto di libertà alla base dell’appartenenza al RnS: «”Voi non appartenete a voi stessi” (cf 1 Cor 6, 19), infatti noi non ci apparteniamo poiché “sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore” (Rm 14, 8b). Questa appartenenza divina giustifica la nostra libertà, non la annulla e non la lede, perché “il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà”. Liberamente – ha spiegato Civalleri – abbiamo deciso di aderire al RnS; liberamente abbiamo accettato la candidatura come membri di un Organismo pastorale di servizio e la successiva elezione, per la quale abbiamo promesso priorità e impegno: aspetti che determinano la nostra identità». Civalleri ha sottolineato l’urgenza dell’evangelizzazione: «È necessario che si manifesti la bellezza della vita nuova nel far gustare la gioia di essere cristiani e il puro orgoglio di essere cattolici. Per questo lo Spirito Santo ci ha fatti eredi dell’appartenenza alla Chiesa, incarnata nei suoi pastori, ma anche nel “ministero servizio” di noi laici. Quindi anche a noi spetta il compito di trasmettere il messaggio cristiano in un modo creativo, originale e potente, così da diventare “fermento” in una società delusa e lontana; nello stesso tempo impulso e germe di un fecondo sviluppo spirituale anche all’interno del nostro Movimento». Di qui, la necessità di una seria riflessione: «C’è in noi lo zelo per la casa del Signore e lo slancio per l’opera voluta da Dio? Oppure c’è trascuratezza, tiepidezza, svogliatezza? Chiediamoci se siamo fedeli leali o dei disertori». È tempo di Rinnovamento, è tempo di Pentecoste, è tempo di maturità, ha stigmatizzato Civalleri. È tempo di diventare «oblativi, di donarsi, poiché il non donarsi non soltanto impoverisce noi stessi ma impoverisce il nostro prossimo. Confermiamo e rinnoviamo il nostro impegno a essere servi di Cristo, a farci servi dei nostri fratelli. In questo contesto di novità e di fraternità operante possiamo immaginare il RnS come un grande cantiere aperto “perché ciascuno di noi compia le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo” (cf Ef 2, 10). A ognuno una consegna: “Persevera nel tuo impegno e dedicati a esso” (cf Sir 11, 20)».

Lucia Romiti


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