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Un “pasto” di vita eterna

Sintesi dell'omelia di S.E. Mons. Ambrogio Spreafico

 

Un’omelia ricca di riflessioni e insegnamenti, che si inserisce perfettamente nel nostro tempo di crisi, quella di mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, nella prima Celebrazione eucaristica della Conferenza.

Nella sua omelia mons. Ambrogio Spreafico approfondisce il valore e i significati del tema della Conferenza: la relazione tra preghiera ed evangelizzazione.

L’invito del presidente Martinez a partecipare all’Incontro di Rimini è l’occasione per il Vescovo di gridare forte il profondo bisogno che c’è nel mondo di pregare. Questi difficili tempi di crisi, che molti vogliono far credere essere solo di natura economica e finanziaria, sono soprattutto tempi di crisi spirituale. «Senza Spirito – ha ricordato il Vescovo – non c’è vita… e la forza spirituale si riceve e si rafforza solo nella preghiera, in quel colloquio d’amore tra l’uomo e Dio, attraverso cui noi impariamo a vedere e a pensare come il Signore». Anche il Santo Padre Benedetto XVI ha sottolineato, nelle sue ultime catechesi, l’attuale urgenza di rinforzare il rapporto con il Signore attraverso una “scuola” che insegni a pregare, la Scuola di Gesù che per primo è stato esempio di autentica preghiera. Ogni «cristiano che prega – ha continuato mons. Spreafico – è per sua natura un missionario perché la forza spirituale che ha dentro di sé diventa comunicativa».

Anche la Chiesa sta perdendo il suo spirito missionario poiché ha perso di vista il senso di Dio che solo nella preghiera e nelle Scritture può essere riscoperto e può liberare l’uomo da inutili egoismi e false necessità.

Il Vangelo di questa giornata (Lc 14, 1-11) si colloca subito prima della parabola degli invitati al banchetto di nozze. Gesù osserva come gli invitati scelgono i primi posti, una consuetudine comune anche oggi. Invitati tutti a un “banchetto speciale” manifestano il desiderio di predominare, l’ossessione per false ricchezze ed egoismo. Oggi più che mai anche la nostra società manca di senso di umiltà, di solidarietà verso chi è meno fortunato. Ma proprio in questo brano del Vangelo troviamo la risposta a tali comportamenti contrari alla dottrina cristiana: «chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Dunque – conclude il Vescovo di Frosinone – «Dio ha il grande desiderio di incontrare tutti gli uomini per far gustare loro il Cibo delizioso, la sua Parola di vita eterna».

Ancora una volta l’invito a ognuno di noi a essere umili annunciatori del Vangelo cosicché i nostri cuori possano essere guariti dall’orgoglio e dall’egoismo per poter gustare la gioia e la bellezza della vita con Gesù.

Anche Salvatore Martinez, nel salutare mons. Spreafico, ha ricordato la crisi spirituale del secolo appena trascorso, un secolo buio – ha detto – ma anche di risveglio dello Spirito Santo. Il Rinnovamento, ha aggiunto, è un segno della nuova Pentecoste della Chiesa. «Riflettiamo affinché questa Cultura di Pentecoste prenda forma». Quindi, il dono al Vescovo, come ormai è consuetudine, frutto del lavoro dei detenuti del Fondo Sturzo di Caltagirone.

Daniela Di Domenico


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