La XXXIV Conferenza
animatori del Rinnovamento nello Spirito Santo, con la partecipazione di
oltre quattromila animatori e responsabili
del
Movimento, è stata una grande occasione di riflessione e di crescita,
grazie allo spessore e alla ricchezza degli interventi dei relatori e
delle omelie dei vescovi venuti a celebrare le sante Messe, ma anche
alla densità dei momenti di preghiera e di adorazione, sostenuti
dall’adorazione notturna di tutte le regioni. Una Conferenza che ha
visto il bilancio di un quadriennio di servizio e posto le basi,
spirituali e pastorali, del cammino a venire, con particolare
riferimento al prossimo rinnovo di tutti gli organismi pastorali del
RnS.
In questo quadro non
poteva mancare un appuntamento che segna, in modo davvero incisivo, non
solo un passo di maturità sempre più consapevole, ma anche l’adesione
vitale al RnS e alle sue istanze. È la firma del Patto d’amore per il
Rinnovamento, un progetto di sostentamento attraverso il quale sovvenire
alle necessità del Movimento, nella misura di una percentuale del
proprio reddito, liberamente decisa dai sottoscrittori, da destinare ai
sempre maggiori e impegnativi Progetti di evangelizzazione, di
solidarietà, di formazione, di missionarietà del RnS.
Al termine della sua
relazione conclusiva, il Presidente nazionale Salvatore Martinez ha
voluto personalmente riproporre
il
gesto simbolico della firma del Patto, ricordando che il Rinnovamento
non può arretrare di fronte alle tante urgenze poste da molte parti:
dalla stessa Chiesa, come nel caso della costruzione e gestione del
Centro internazionale della Famiglia a Nazareth, voluta dal Vaticano;
dalle terre in cui l’annuncio di Cristo, la formazione al Vangelo, la
solidarietà per i poveri hanno bisogno di braccia, di cuori, di
intelligenze, come nel caso della Missione RnS in Moldova; dai luoghi
dell’emarginazione sociale, come nel caso del mondo delle carceri, con i
Progetti Sicomoro e ANReL.
Fare del Rinnovamento «uno
spazio di Dio, significa assumersi la responsabilità del tempo
presente», ha affermato il Presidente, osservando come la Cultura di
Pentecoste, ovvero lo sguardo, il pensiero, l’agire spirituale incarnato
nella dimensione sociale, sia divenuta ormai una questione
irrinunciabile. Il Rinnovamento sa, in modo tutto speciale, che la
preghiera nel Cenacolo è il presupposto, la condizione dell’effusione
dello Spirito che avviene nella piazza di Gerusalemme: è tempo di vivere
la Pentecoste nei luoghi pubblici, educativi e rieducativi, negli
ambienti sociali, politici, economici, aggregativi di un Paese,
l’Italia, che perde ogni giorno di più i suoi riferimenti morali e
religiosi. Tutto questo comporta non solo il ricorso a energie
spirituali, ma anche a risorse umane e materiali, così che l’azione
dello Spirito possa visibilmente concretarsi nella storia degli uomini.
Toccante e di alto
significato simbolico il momento della firma del Patto, sottolineato dal
canto e da un intenso
clima
di preghiera: i quattromila presenti, preceduti dal Comitato e dal
Consiglio nazionale, hanno lasciato i loro posti per raggiungere i
tavoli disposti lungo il salone e apporre la propria firma al Patto
d’amore, consegnando il proprio “si” non appena al Rinnovamento ma a Dio
stesso, nella consapevolezza che l’offerta della propria vita passa
anche dal mettere in comune, come nelle prime comunità cristiane, i
propri beni spirituali e materiali.
Lo scorso anno, questo
stesso gesto venne accompagnato da meraviglie, segni amorosi della
Provvidenza che hanno benedetto l’offerta dei più poveri e di molti
disoccupati che nella fede hanno apposto la loro firma. Certamente,
anche quest’anno, Dio non mancherà di farsi presente, di rispondere con
generosità ai suoi figli, con quel centuplo evangelico le cui dimensioni
sono proporzionali solo alla fede, alla libertà interiore, alla gratuità
di quanti credono.
Luciana Leone