«Bentornato
a casa!». Con queste parole e con infinita gioia, il presidente del
Rinnovamento nello Spirito Santo, Salvatore Martinez, ha accolto mons.
Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare de L’Aquila. Lo ha accolto come si
accoglie un famigliare, e come tale si è sentito mons. D’Ercole in
occasione di questo nuovo, atteso incontro con il Rinnovamento.
Prima di celebrare la
Messa conclusiva di questa terza e intensa giornata della 34ª
Conferenza animatori, il Vescovo ha espresso due pensieri. Il primo è
stato una promessa: quella di celebrare la Santa Messa per tutte le
intenzioni dei presenti. Il secondo è stato una richiesta personale: la
preghiera affinché il suo ministero «sia sempre una paternità nei
confronti di tutti, sia laici che religiosi», e che sia sempre a
servizio della verità.
«Non
abbandonarmi, Signore mio Dio!», così è iniziata la Liturgia della
Parola. Una preghiera – ha detto nel corso dell’omelia –, una supplica
che ricorre spesso nei Salmi e nella Bibbia. Una delle esperienze più
drammatiche dell’uomo di oggi – ha continuato il Vescovo – è infatti la
paura ricorrente di sentirsi soli e abbandonati nei momenti di
difficoltà. Ma Dio, ancora una volta, torna a ricordarci con fermezza e
amore, che mai ci abbandona. Attraverso le parole del Vangelo, infatti,
Zaccheo, uomo di piccola statura, sale su un sicomoro per scorgere Gesù.
Tante sono state le interpretazioni di questo passo, ma mons. D’Ercole,
in questa occasione, ci invita a quella che forse è la più semplice:
Zaccheo è “piccolo” a causa della sua superbia e presto si rende conto
di avere fame e sete di Dio. E proprio Dio lo invita a scendere
dall’albero per incontrarlo nella sua stessa dimora. «Evangelizzazione –
ha continuato il Vescovo de L’Aquila – è proprio questo: l’incontro
personale con Gesù, che ci consente di entrare in contatto con tutta la
sua potenza». Se non è forte l’amore verso Dio, non saremo mai capaci di
essere strumento che trasmette il suo stesso amore. E concludendo la sua
omelia, mons. D’Ercole ha esortato i presenti con le stesse parole di
Paolo ai Tessalonicesi: «Prego affinché siate degni della chiamata di
Dio e perché possa compiersi in voi la sua opera». Lo Spirito Santo
trasformerà in bellezza, in opera d’arte, ogni cosa. E prima di benedire
l’assemblea, ha voluto sottolineare il bisogno di non perdere mai la
fiducia in Dio che è amore, anche se i tempi che verranno saranno
difficili. Ma dove arriva la benedizione di Dio, il demonio, ogni sorta
di male, fugge.
Daniela Di Domenico