Sessione
a tre voci sul tema: “Educati alla responsabilità per un rinnovato
impegno nel Rinnovamento nello Spirito Santo. È Mario Landi a introdurre
i tre relatori: Dario Sacchini, Emma Agnelli e Alberto Civitan.
La sessione pomeridiana
del secondo giorno di Conferenza è stata incentrata sul tema della
responsabilità che deve animare e guidare l'impegno di tutti quelli che
all'interno del Rinnovamento nello Spirito Santo ricoprono un ruolo
pastorale. « È l'amore che ci rende responsabili – ha sottolineato Mario
Landi, coordinatore nazionale del RnS introducendo la sessione – e la
responsabilità nasce dall'appartenenza a Dio. I primi verso cui dobbiamo
essere responsabili sono i fratelli e le sorelle che incontriamo nella
nostra vita; così siamo realmente Chiesa e diventiamo artefici della
storia».
Il primo dei tre relatori,
Dario Sacchini, è delegato nazionale per l'Ambito famiglie e
ricercatore di bioetica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore
in
Roma. Un intervento nel quale è stata rimarcata l'importanza della
dimensione antropologica che anima la figura di chi diviene
“responsabile” all'interno del Rinnovamento. «Chi è l'uomo? Quali
strumenti ci permettono di conoscerlo? – con questi interrogativi Dario
Sacchini ha iniziato la sua riflessione. Per conoscerlo – ha continuato
– dobbiamo sicuramente usare la testa, la ragione. Ma anche la fede.
Affidarsi a Dio. “Credo per capire, comprendo per credere” diceva
Agostino D'Ippona, perchè fede e ragione si richiamano da vicino,
proprio come pensava Tommaso D'Aquino. La fede e la ragione sono le due
ali che ci permettono di innalzarci per raggiungere la verità e dunque
non sono in antitesi né si mortificano l'un l'altra. «L'uomo è la via
per la verità e per la stessa Chiesa, ma purtroppo oggi vive in una
grande povertà esistenziale – ha sottolineato Sacchini – perché ha perso
la sua totalità diventando ora un ruolo, ora un'idea, ora un oggetto. È
vittima del consumismo che subisce nelle nuove “cattedrali” dei centri
commerciali, è un soggetto da cui prendere pezzi di
ricambio come vorrebbe la clonazione, è snaturato dal corpo quando segue
le nuove “religioni” come la new age che ne fanno l'oggetto di uno
spiritualismo alienante. Ha perduto l'appartenenza al suo corpo, ha
dimenticato di essere uno e inscindibile e la sua anima non è astratta
ma è un concetto antropologico. C'è una possibilità per capire chi siamo
– ha poi svelato concludendo il suo intervento –; per conoscersi l'uomo
deve mettersi in relazione con il mondo, deve “ponderare”,
“rem-ponderare”, valutare dentro di sé ciò che fa e sceglie,
letteralmente deve “pensarci su”, rapportandosi agli altri perché
responsabilità significa anche condivisione. E per diventare degli
autentici cristiani, diceva Giovanni Paolo II, dobbiamo essere uomini
maturi, veri. Gesù è cresciuto innanzitutto come uomo e lo ha fatto
rapportandosi con i sui genitori, Giuseppe e Maria, partecipando per
tanti anni alla vita della sua famiglia».
Valentina Cerrone