La
Sala blu del Palacongressi è gremita. Tutti i volontari giunti a Rimini
già da qualche giorno per preparare la “Tenda del convegno” della 34a
Conferenza nazionale animatori sono riuniti per la Santa Messa dedicata
al servizio.
La
Celebrazione eucaristica presieduta da don Guido Pietrogrande,
consigliere spirituale nazionale del Movimento, segna, come consuetudine
l’avvio di questo importante appuntamento annuale che raduna, da tutta
l’Italia, i responsabili ai vari livelli, nazionale, regionale e
diocesano, del RnS.
«Guardando i vostri volti, direi che ci siamo già visti più di una
volta», dice scherzosamente don Guido salutando gli oltre duecento
volontari presenti, alcuni dei quali prestano il loro servizio davvero
da molti anni. «Il volontariato è contagioso», aggiunge sorridendo, lui
che è presente da sempre agli incontri del RnS.
Riprendendo il brano del Vangelo di Luca 6, 12-16, si ferma a riflettere
su come la scelta degli apostoli sia stata preceduta dalla preghiera
notturna di Gesù: «La chiamata dei Dodici è frutto del dialogo tra il
Padre e il Figlio – sottolinea –; la loro vita è cambiata in forza di
quella preghiera».
In
questo tempo così importante per il RnS, perché preannuncia e prepara il
momento in cui si rinnoveranno tutti gli Organi pastorali ai vari
livelli, è importante – aggiunge – soffermarsi su tre parole che questo
brano di Luca ci richiama. Tre parole che sono state oggetto di grande
riflessione nei week end di formazione pastorale svoltisi in tutta la
Penisola: chiamata, vocazione e responsabilità.
«La
chiamata, frutto della preghiera di Gesù, porta in sé una grazia, quella
di dire il proprio sì. E richiede uno stile di servizio che non si fonda
solo sul buon cuore, ma sullo stile di Maria e di Gesù». Il Consigliere
spirituale sottolinea come rispondere al progetto di Dio, esserne parte,
significhi piena realizzazione per l’uomo: Dio desidera che l’uomo si
realizzi attraverso la grazia della chiamata.
Riguardo alla vocazione, don Guido aggiunge che nel servizio è
necessaria, oltre l’entusiasmo personale, una nobile precisione che è
piena consapevolezza di servire Dio nei fratelli; che è amore
preveniente per loro.
Infine,
invita i volontari a dare alla parola “responsabilità” la giusta
connotazione, che non è certamente negativa. «Responsabilità nel caso
nostro significa che chi è nobilmente preciso nell’amore non può essere
timoroso per quel che accade». A conclusione della sua omelia, ha voluto
ribadire che dall’impegno del servizio dipende che sia conosciuto Gesù e
il mistero della salvezza».
A
conclusione della Santa Messa, il saluto di Mario Landi,
coordinatore nazionale, il quale ha guidato un breve momento di
preghiera, e di Marcella Reni, direttore nazionale.
Subito
dopo la benedizione di tutti i luoghi dove si svolgerà la Conferenza.
Si
spengono le luci della Fiera su questa lunga vigilia di lavoro, sugli
infaticabili volontari che come i Dodici lasciano il luogo dell’incontro
con Gesù per andare a riposare in attesa di una nuova intensa giornata.
Si spengono le luci della cappella, già accuratamente preparata dalla
Comunità delle Beatitudini per il lungo ininterrotto tempo di adorazione
che durerà per tutta la Conferenza. Si spengono le luci, ma non si ferma
il servizio di Gesù per noi: la sua preghiera notturna continua nel
dialogo con il Padre. Le sue braccia restano aperte per invocare l’amore
del Padre su ciascuno dei servi con cui Egli in ogni momento e in tutti
i tempi serve con la più nobile delle precisioni la Chiesa, sua Sposa.
Elena Dreoni