“Camminiamo secondo
lo Spirito. Non cerchiamo la vanagloria. E non stanchiamoci di fare
il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo” (Gal 5,
25b-26a. 6, 9).
Una Conferenza
Nazionale Animatori di particolare significato e contenuto quella
che si conclude il 10 dicembre, con l’intervento del Coordinatore
nazionale Salvatore Martinez.
Una Conferenza che
vede chiudersi un triennio, e che, d’altra parte, apre un nuovo
ciclo, in parte determinato dalla definizione del nuovo Statuto, che
modificherà l’assetto pastorale del Rinnovamento.
Dopo
le due relazioni di sintesi del cammino percorso è adesso la volta,
per il Coordinatore nazionale, di delineare alcune prospettive per
il cammino a venire. Il Rinnovamento, infatti, è sempre “in
movimento”, ricorda Salvatore, ed è chiamato a seguire Gesù,
“un grande camminatore dal passo sempre molto esigente”. Occorre
sempre interrogarsi, sempre discernere per comprendere se si è sulla
strada giusta. E è nella libertà dello Spirito che “le nostre
scelte saranno improntate al bene comune più che a quello
personale. La libertà che viene dallo Spirito è per la fraternità,
non per l’indipendenza; è per la comunione, non per l’autonomia, né
per valutazioni o scelte che fanno prevalere i nostri voleri sulla
volontà di Dio”.
Rilegge, Salvatore,
quella che egli definisce “una storia d’amore, il RnS, che
ricomincia sempre. È così che nascono e rinascono i ‘testimoni di
Gesù risorto’ e il RnS torna a vivere, nei suoi gruppi e comunità. È
così che in questi giorni sono nati e rinati i servitori del RnS del
prossimo quadriennio… ciascuno di noi ritorna a casa con la stessa
domanda di Gesù agli apostoli: ‘forse anche voi volete andarvene?’ (Gv
6, 67)”.
Sono molte le domande
che gli animatori sono spinti a farsi dopo questa Conferenza,
domande sulla fede, sull’impegno, sulla missione. Ma tutti vengono
chiamati anche ad assumere un proposito: “regaleremo più tempo ad
amare i fratelli e non alla burocrazia; ci fideremo più dello
Spirito che dei nostri programmi e anche quando dovremo programmare
e organizzare ci preoccuperemo prima di tutto del ‘primato dello Spirito’, di salvare la fraternità, di far prevalere l’amore su
qualunque altro interesse”.
Solo
così ogni animatore, ogni responsabile potrà vivere il RnS senza
appropriarsi dei ruoli, ma semplicemente dell’esperienza del RnS:
“Solo mediante lo Spirito oggi, come a partire dalla Pentecoste per
gli apostoli, è possibile rimanere veramente fedeli al Vangelo e
consegnare Gesù al mondo”.
A questo
proposito, viene ripresa una espressione ormai cara al RnS:
diffondere la Cultura di Pentecoste, che può essere definita una
“sintassi spirituale”; troppi cristiani vivono ancora un’esistenza
prepentecostale: “a Pentecoste -
sottolinea Salvatore – nascono uomini nuovi, capaci di declinare una
nuova cultura… a Pentecoste nasce la vera vita interiore della
storia umana… nasce il ‘prepolitico’ ovvero l’orientamento che ogni
atto sociale e umano deve avere…
Cultura della Pentecoste è definitivo
riscatto delle verità fondamentali di Dio sull’uomo da ogni inganno,
menzogna, falsità del tempo corrente…
Cultura della Pentecoste, allora, non è appena un sistema di valori
ispirati a Cristo, ma è la riproposizione pratica, vitale del
pensiero di Cristo. Cultura della Pentecoste non è un giudizio sulla
società, ma un impegno concreto per rinnovarla. Cultura della
Pentecoste non è “delegare” ad altri la propria coscienza civile, ma
rendersi protagonisti di una nuova testimonianza d’amore”.
Non potevano mancare,
in questo intervento conclusivo, alcune consegne e impegni comuni,
relativi alla definizione del nuovo Statuto e dei prossimi rinnovi
degli incarichi pastorali. Il Coordinatore nazionale richiama qui
alla necessità di prepararsi adeguatamente a questo tempo,
attraverso la logica di un servizio che non si esaurisce con il
concludersi di un mandato, ma che sempre si rinnova nell’amore per
il RnS e per la Chiesa.
Accanto a questo
alcuni richiami fondamentali per la vita e l’impegno futuro del RnS.
Questi le prospettive indicate: il rilancio della spiritualità
carismatica come via privilegiata della nuova evangelizzazione; il
rapporto con le nostre Chiese locali e con le parrocchie; l’urgenza
delle attenzioni pastorali a famiglie e giovani; l’impegno di tutti
i membri del RnS nella diffusione della “cultura della Pentecoste”;
la diffusione capillare dei “Roveti Ardenti”; la crescita del senso
di appartenenza e della comunione fra tutte le componenti del RnS e
di queste con le diverse realtà ecclesiali.
Per concludere,
Salvatore raccomanda ai gruppi del Rinnovamento alcune priorità che
salvaguardano l’identità e la natura del Movimento: attenzione e
cura nel cammino ministeriale, caratteristica fondamentale
della nostra esperienza, la cui sintesi, però, è sempre nella
visione pastorale; centralità dei due incontri settimanali, uno per
la preghiera e uno per l’approfondimento della Parola; necessità del
ritiro mensile, che mai deve mancare nella programmazione; impegno
nella diffusione del RnS con la creazione di nuovi gruppi; risveglio
della preghiera di lode e di intercessione, che si fa anche di
guarigione e liberazione per i tanti fratelli sofferenti che bussano
alle nostre porte; impegno a realizzare ogni anno i seminari di
effusione
e di post effusione, luoghi di annuncio e di crescita essenziali per
ogni gruppo e comunità.
La relazione del
Coordinatore nazionale giunge così alla fine e non può mancare un
momento intenso e commovente di ringraziamento. Salvatore viene
raggiunto dal Comitato Nazionale di Servizio e dal Consiglio
Nazionale; via via si aggiungono quanti lo hanno collaborato più da
vicino e alcuni anziani da sempre attivi nella grande vigna del
Rinnovamento.
Un tempo si chiude,
uno nuovo se ne apre, e la viva speranza è quella di mantenersi
sempre pronti, con le lucerne accese, così come voleva il segno di
apertura di questa XXX Conferenza Nazionale Animatori.
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