Sul
palco della fiera di Rimini, ad aprire la serie di relazioni
previste nei quattro giorni della Conferenza Nazionale Animatori, è
il membro del Comitato nazionale di servizio padre Giovanni
Alberti.
E il tema di cui parla
è proprio quello di questa trentesima Conferenza, che si ispira al
passo del Vangelo di Luca: “Beati quei servi che il padrone al
suo ritorno troverà ancora svegli” (Lc 12, 37. Il servo, dunque,
la sua fedeltà, la sua capacità di attesa, il suo saper donarsi
senza riserve.
Padre Giovanni Alberti
cita anche l’episodio raccontato da Marco al capitolo 10, versetti
35-45. A Giacomo e Giovanni che avevano chiesto a Gesù il privilegio
di sedere nella sua gloria accanto a lui, il Maestro aveva risposto
dicendo a tutti i discepoli: “Chi vuol essere il primo tra voi sarà
il servo di tutti”. E il membro del CNS, rivolgendosi agli animatori
del Rinnovamento nello Spirito, delinea un efficace alfabeto del
servo fedele. “A” come amore; un amore maturo che sia uscito
dall’egoismo per entrare nel noi. “C” come comunità. Perché “il
Rinnovamento – dice – è un gioco di squadra”, e impone un cammino di
gruppo. “D” come dono. E a questo
proposito ricorda che chi più ha ricevuto più dovrà rendere conto a
Dio, ed esorta con forza gli animatori a cibarsi quotidianamente
dell’Eucaristia. E ancora, “F” come fedeltà, “G” come gratuità, “P”
come perdono.
Padre Giovanni Alberti
non si stanca di invitare all’umiltà, e di ricordare quale grande
privilegio sia essere chiamati a lavorare per il Regno di Dio.
Invita gli animatori del RnS ad immergersi nella vita quotidiana dei
fratelli, nelle loro sofferenze e nelle loro gioie. “Alla fine –
dice – la vittoria sarà di Dio. Servire vuol dire andare oltre,
volare alto. Il Signore ci chiama a grandi vette. Sappiamole
scalare!”
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