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III Convocazione Diocesana di Pisa

Omelia di S.E.R. Mons. Alessandro Plotti - Pisa 19 ottobre 2004

 


«La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”.

Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”.

Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”».

(Gv 20,19-23)

 

L’effusione dello Spirito Santo è per la missione

 

Abbiamo ora ascoltato dal vangelo di Giovanni che “l’effusione dello Spirito Santo è per la missione”. «Ricevete lo Spirito Santo»«Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi».

S.E.R. Mons. Alessandro Plotti - Arcivescovo di PisaNon si possono scindere questi due momenti; l’effusione dello Spirito ci spinge ad andare per il mondo ad annunciare Gesù Cristo, perché se la forza dello Spirito Santo rimanesse chiusa nel nostro cuore potremmo scoppiare. L’azione dello Spirito è talmente forte e vigorosa che non la possiamo contenere dentro la nostra vita. Bisogna che esploda. E deve esplodere nella missione dove più c’è bisogno di amore, gioia e speranza. D’altra parte questo è successo anche agli apostoli (At 2,1-11) stavano rinchiusi in casa per paura dei giudei ed erano come bloccati dalle loro incertezze e paure. Ecco che arriva questo “vento gagliardo” che li travolge e li riempie dello Spirito Santo e non riescono più a contenersi dentro questa casa, che diventa troppo stretta. I loro cuori esplodono e devono andare per le strade di Gerusalemme a gridare Gesù Cristo. Tutti comprendono questo messaggio e non c’è bisogno di traduzione simultanea. Questo miracolo delle lingue è legato proprio a questo entusiasmo, alla forza che questi uomini hanno ricevuto dal dono dello Spirito.
Ecco noi questa sera preghiamo perché lo Spirito scenda dentro la nostra vita. Cosa sarebbe la nostra vita senza l’effusione dello Spirito Santo? L’abbiamo ricevuto il giorno del nostro battesimo e una seconda volta con la Cresima, conferma di questo dono immenso che il Padre ci fa e lo riceviamo ogni giorno perché lo Spirito Santo continua ad essere effuso nel nostro cuore e nella nostra vita dalla presenza continua di Cristo salvatore. Tutta questa forza non può servire soltanto a lenire o a curare le nostre paure, pigrizie e le nostre chiusure dobbiamo anche noi, appunto, esplodere perché deve esplodere nel mondo questa buona notizia rivoluzionaria cioè che l’uomo non è più schiavo del peccato e della morte ma è diventato figlio di Dio e tutto questo per opera dello Spirito Santo che ha applicato alla nostra vita i meriti di Gesù Cristo morto, sepolto e risorto.

 

La Chiesa annuncia il vangelo

 

Dobbiamo sempre vedere come obbiettivo primario l’annuncio del vangelo. Una chiesa che non è missionaria non è più una chiesa. Una chiesa ripiegata su se stessa non è più una chiesa ma è un club di iniziati. Quanta fatica facciamo ogni giorno noi tutti per far maturare nel popolo cristiano questa vocazione alla missionarietà. Non è qualcosa che si aggiunge, non è un optional ma il battezzato non può tenere per sé il privilegio di essere diventato figlio di Dio; deve annunciare questa grande notizia al mondo intero. Il nostro mondo ha bisogno di evangelizzazione. Ha bisogno cioè di recuperare il vero senso della vita per godere della speranza e della gioia del Cristo risorto. Ciascuno di noi deve sentire questo impegno inderogabile, ma c’è una missionarietà personale che ciascuno deve vivere nella propria dimensione individuale, secondo la diversità dei carismi, ma c’è anche una missionarietà che la comunità cristiana deve maturare insieme come luogo di accoglienza, di gioia e di condivisione.

 

Il Rinnovamento chiamato ad annunciare Cristo

 

Allora vorrei chiedere al vostro movimento di contribuire efficacemente a questa sensibilizzazione alla missionarietà. Se non lavoriamo tutti anche nella nostra chiesa locale, nelle parrocchie, nei movimenti, nelle associazioni, nei gruppi concordemente dentro questa missione della chiesa portando ciascuno il proprio carisma, la propria sensibilità e tradizione Cristo rischia di diventare un personaggio da museo, una figura anacronistica e antistorica. Questa è la grande sfida della chiesa. Allora dobbiamo maturare questo carisma personale, comunitario e associativo per concorrere tutti a uscire dalle mura delle nostre pigrizie e delle nostre precomprensioni per annunciare Gesù Cristo e gridarlo. Il Signore ci ha detto che la nostra fede deve essere gridata sui tetti (Mt 10,27; Lc. 12,3). Bisogna rompere tutte le paure i complessi di inferiorità che spesso abbiamo, altrimenti lo Spirito Santo vieni ingabbiato, viene come sotterrato come il denaro di quel servo infedele e infingardo (Mt. 25,26).

Certo è un rischio mettere a repentaglio per le strade del mondo la propria fede. Sarebbe molto più comodo coltivarsela dentro in maniera quasi narcisistica e tenerla in caldo per paura di perderla. Invece noi dobbiamo tranquillamente correre questo rischio perché abbiamo, con noi e per noi lo Spirito Santo, il quale non tradisce. Lo Spirito Santo è questa effusione continua di amore, forza, gioia, speranza e condivisione. Mai frenare questa impetuosità dello Spirito Santo!

 

La conversione del cuore

 

Bisogna avere per fare tutto questo un cuore convertito. Se vogliamo vivere la missionarietà nella chiesa in prima persona, portando il nostro contributo guidati dallo Spirito, dobbiamo predisporre il nostro cuore all’avvento del Signore. Le parole che Paolo scrive ai Corinzi sono molto chiare: «nessuno può dire - Gesù è Signore – se non sotto l’azione dello Spirito Santo» perché «siamo stati tutti battezzati in un solo Spirito» e «tutti ci siamo abbeverati ad un solo Spirito». (1Cor 12,3-7.12-13) È inutile che continuiamo a sottolineare le nostre differenze è inutile coltivare i sospetti reciproci a che serve? Facciamo un pessimo servizio allo Spirito Santo. Bisogna invece coltivare sempre più questa convergenza. Ma per fare questo bisogna convertire il cuore, bisogna vincere tutte le nostre vanità, il nostro orgoglio, le nostre convinzioni per mettere la nostra vita davvero e totalmente nelle mani dello Spirito perché lo Spirito faccia ciò che vuole Lui e non ciò che vogliamo noi.

 

Servi della Parola

 

Essere missionari significa, infatti, diventare servi della parola. Non possiamo noi decidere dove e come annunciare il vangelo, dove ci fa più comodo, dove troviamo maggiore consenso. È lo Spirito che ci deve suggerire. Ma se non abbiamo il cuore purificato, convertito, liberato lo Spirito Santo busserà alla nostra porta ma troverà chiusura. Allora “la missionarietà è azione dello Spirito” e lo Spirito deve agire dentro di noi per convertirci per farci più veramente discepoli del Signore. Preghiamo per questo. Perché questa coscienza missionaria possa maturare sempre di più nella nostra chiesa anche attraverso il contributo dei movimenti. Possiamo raccogliere così le nostre forze, anche se impari, per portare il vangelo a tutti coloro che hanno perso la strada, che sono tanti, che sono troppi. Tenendo presente che molti sono lontani dalla chiesa, forse perché noi non li abbiamo sufficientemente amati, capiti e accolti e quante chiusure e quante preclusioni, quanti preconcetti!

 

Combattere l’ipocrisie del nostro mondo

 

Gesù non se l‘è fatta con i potenti o con i signori del tempio, avrebbe avuto una vita molto facile, avrebbe avuto un ascolto molto più efficace se avesse seguito le modalità di una religione di potere. Ha rifiutato questa possibilità è andato a cercare i peccatori, gli storpi, gli zoppi, i ciechi, i lebbrosi, le prostitute, i pubblicani, cioè coloro che non avevano cittadinanza dal punto di vista non solo civile ma anche religioso. Ha voluto combattere la superbia e l’arroganza di chi si credeva santo solo perché osservava la legge. Bisogna che noi combattiamo con maggiore rigore e aggressività l’ipocrisie del nostro mondo che spesso purtroppo albergano anche nei nostri ambienti e portare questa parola a chi più la chiede.

 

Un mondo che attende Cristo

 

E se è vero che il mondo è sempre più secolarizzato è altrettanto vero che c’è tanta gente, molto più di quella che noi immaginiamo, che sta cercando valori, amicizia e senso da dare alla vita. I sociologi ci parlano spesso di questo ritorno delle esigenze spirituali. Ma perché poi tanta gente va a cercare le risposte ai propri interrogativi nelle sette, nelle religiosità tipo strane o addirittura nella magia e nel satanismo? Perché noi forse non siamo stati capaci di annunciare davvero Gesù Cristo e di ripresentare tutto il fascino di una religiosità che non è quella di un potere, di un privilegio o della salvezza a poco prezzo ma è quella che ci dona lo Spirito Santo. Ecco allora preghiamo davvero perché ciascuno di noi possa rompere i propri indugi e possiamo insieme tutti sentire questa esigenza indilazionata di portare fiducia a tutti. Allora chi più ne ha più ne metta!

Chi ha più forza, chi ha più luce preghi lo Spirito Santo per questa conversione del cuore perché tutti possiamo sentirci mobilitati ad accogliere questa sfida che il mondo pone oggi alla chiesa di riportare Gesù Cristo al centro dell’intera concezione anche della cultura dominante. Questo è il miracolo che ha compiuto sempre lo Spirito Santo nella chiesa e questo è il miracolo che vogliamo chiedere con insistenza allo Spirito per noi oggi.


 

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