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XXI Convocazione Regionale delle Marche

Ancona, Palarossini, 11 settembre 2005

 

Clicca per ingrandire...“Abbiamo bisogno del vostro stile di preghiera; a questo nostro tempo che sembra dominato da una sorta di baldoria etica, va detta la parola di Dio con i modi che lo Spirito ci suggerisce. Vi incoraggio e vi chiedo di essere sempre un dono vivo per la Chiesa”. Ha parlato così l’Arcivescovo di Ancona, mons. Edoardo Menichelli, al popolo del Rinnovamento marchigiano riunito per la sua ventunesima Convocazione regionale.

Domenica 11 settembre, al Palarossini di Ancona, erano in oltre 3500; tanti, quelli chiamati per la prima volta, accorsi all’invito che ha dato il tema al raduno:“Venite a me voi tutti” (Mt 11, 28), “Questo è il mio corpo che è dato per voi” (Lc 22, 19). Ed è stato il banchetto eucaristico preparato da Dio per le sue creature il centro dell’intera giornata. “In quel Cristo - ha detto il coordinatore nazionale Salvatore Martinez - ci sono tutte le sofferenze del mondo; nell’Eucaristia sperimentiamo la bellezza del mistero cristiano, il poter stare cuore a cuore con Gesù, il dono di essere così uniti Clicca per ingrandire...a lui da assumere i suoi stessi tratti. In quel corpo, il calvario e il paradiso; nella sua essenza, l’amore”. Un amore che aspetta pazientemente ognuno di noi, un Dio “a cui si può dare del tu”. E sulla condizione di prossimità tra Cristo e l’uomo che si compie nella mensa eucaristica, ha insistito anche mons. Luigi Conti, Vescovo di Macerata, che ha presieduto, a conclusione della mattina iniziata con la calorosa accoglienza del coordinatore regionale Federico Luzietti, la Santa Messa: “Non abbiamo altro tesoro - ha detto mons. Conti, presidente della Conferenza episcopale marchigiana - se non questo pane e questo vino che divengono corpo e sangue. Adorare Gesù Eucaristia è fissare lo sguardo sul perdono di Dio”. Nel pomeriggio, l’Adorazione e la preghiera di intercessione guidata da Salvatore Martinez. Per chiedere a Dio di sanare nell’anima e nel corpo; invocare la pace, frutto dello Spirito Santo, nei cuori, nelle famiglie e nel mondo. Forte, l’invito all’evangelizzazione e alla radicalità del proprio essere cristiani: “Il vangelo – ha detto il coordinatore nazionale – non si può vivere a metà. O decidiamo di essere amici o nemici di Dio. Se Lui esiste, tutti lo devono sapere. Se io l’ho incontrato, tutti lo possono incontrare; se ha cambiato la mia vita, può cambiare la vita di tutti. Guardiamoci dal fare della Chiesa la sacrestia del mondo. È invece la palestra del mistero eucaristico e della Pentecoste”.


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