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Convegno Cultura di Pentecoste

“Non aprite quella porta alle tenebre”


Fermo (AP), 18 novembre 2006

 

 “La vita è nelle mani di Dio, non ci appartiene”. L’ha ribadito con forza, sabato 18 novembre, presso il seminario vescovile di Fermo, il presidente della conferenza episcopale marchigiana, mons. Luigi Conti. Al tavolo di dibattito - promosso dal Rinnovamento nello Spirito Marche – anche il coordinatore nazionale Salvatore Martinez e il neosenatore Luca Marconi. Moderatori, Federico Luzietti e Feliciana Capretta, rispettivamente coordinatore regionale e delegata diocesana di Fermo. Tema dell’incontro, “Non aprite quella porta alle tenebre. Le nuove sfide per la società e la famiglia del terzo millennio. Eutanasia - PACS - educazione libertà”.

Clicca per ingrandire...“Oggi – ha continuato l’Arcivescovo – assistiamo ad un regresso della creazione in un rinnovato caos, ad una crescente incapacità di separare le luci dalle tenebre”. E, sottolineando la concezione moderna di una libertà vista come totale autonomia, ha invitato a presentare il cristianesimo non come semplice moralismo, ma come “dono, possibilità, apertura profonda alla vita”. Un’azione in cui, ha detto, “dobbiamo farci condurre dallo Spirito”.

E di cultura della Pentecoste - per la cui diffusione Giovanni Paolo II si rivolse proprio al Rinnovamento – ha parlato Salvatore Martinez, definendola “servizio alla verità, alla vita, alla famiglia; difesa dell’uomo. Cultura della Pentecoste - ha continuato il Coordinatore nazionale del RnS – è combattere l’egolatria. Oggi nessuno è più disposto a sacrificarsi per il proprio simile. Ma per un cristiano vivere è consumarsi, non risparmiarsi”. Così, quella porta da non aprire alle tenebre è “la porta del cuore, della mente, della volontà, del futuro delle società, dell’avvenire delle nostre chiese… Il vento dello Spirito – ha ricordato Martinez – è più forte di ogni sfida al genere umano!”.

A richiamare l’unità dei cattolici sui temi etici fondamentali, è stato Luca Marconi, che ha tra l’altro invitato a riflettere sulle responsabilità degli adulti soprattutto in merito all’educazione dei figli. Ha esortato a non demordere nella scelta quotidiana della testimonianza del bene; si è appellato alla volontà del cristiano di costruire, di proporre una cultura della vita, piuttosto che “piangere” sui mali della società. Poi, riferendosi alla questione dell’eutanasia, ha detto: “La battaglia sull’eutanasia sarà lunga e difficile. La potremo vincere solo mettendo in gioco il nostro cuore, cioè tutta la nostra vita”.


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