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Convegno Regionale Animatori nel Lazio
"Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro"
(Mt 5, 4-8)
 

di Elena Dreoni

fotografie di Fabrizio Masci

 

Un tema impegnativo ed esigente quello affrontato dagli animatori del Lazio nel loro convegno annuale svoltosi presso l’Auditorium del Santuario del Divino Amore, il 25 giugno scorso.

A Sebastiano Fascetta il compito di guidare i circa 450 intervenuti all’approfondimento del passo di Matteo “Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro celeste” (5, 4-8).

Che vuol dire essere perfetti se, come ci ricorda la Parola, l’uomo giusto pecca 7 volte al giorno?

La perfezione di cui parla Gesù nel rivolgersi ai discepoli, e non alla folla, si riferisce all’amore. Gli animatori, come discepoli – ha precisato Fascetta – sono chiamati a questa perfezione.

Con i piedi ben piantati per terra, ma con lo sguardo fisso in Gesù, gli animatori, in un continuo processo di conversione, di cambiamento di pensiero, sono chiamati ad assumere sempre di più sentimenti e pensiero di Cristo; a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo; a non giudicare i fratelli, ma a perdonare e a riconciliarsi sempre. Il Padre ama ogni essere umano così come è, perché davanti a lui siamo tutti uguali. Anche i non amabili. Ciò vuol dire che tutti abbiamo doni, caratteri e modi diversi, ma siamo chiamati ad amare tutti alla stessa maniera. Nel Vangelo di Luca – ha ricordato Fascetta – la parola “perfezione” è sostituita dalla parola “misericordia”, che ci dà la misura massima della perfezione.

L’animatore, nel suo servizio, non deve aspettarsi alcun tornaconto: questo è il salto di qualità, la perfezione che Gesù gli chiede. Infine Sebastiano Fascetta ha richiamato la parabola del Buon Samaritano per puntualizzare che l’animatore deve essere:

  • persona pronta al viaggio ed essere per altri compagno lungo la via, guida e sostegno;

  • persona pronta a fare discernimento non per sentito dire, ma dopo aver osservato, conosciuto esaminato personalmente e agito, proprio come il Buon Samaritano;

  • persona che mette a condivisione tutto ciò che ha e che deve mantenere i tratti stessi di Cristo: “Che risplenda la vostra luce attraverso le opere buone, perché gli altri possano dare gloria al Padre vostro celeste”.

L’adorazione eucaristica, guidata nella seconda parte della giornata da Sebastiano Fascetta sulla parabola del Figlio prodigo, ha dato vita a un forte momento esperienziale, in cui gli animatori sono stati invitati a riconoscersi in parte nel fratello maggiore e in parte nel fratello minore, tutti comunque bisognosi di amore, riconciliazione, liberazione, guarigione, consolazione perché in modi e per motivi diversi confusi, delusi e contusi.

La Concelebrazione eucaristica, a chiusura della giornata, è stata presieduta da S.E.R. mons. Mandara, vescovo del settore Roma-centro.

Con la sua omelia, il Vescovo ha suggellato quanto detto durante tutta la giornata. Gesù domina e ammansisce la creazione – ha precisato – così come domina anche la nostra natura umana.

Quando nella nostra vita facciamo esperienza di Gesù che domina e governa la nostra vita come ha fatto con Pietro che per le sue paure ha rischiato di affogare camminando sulle acque, allora ci lasciamo guarire anche noi da dubbi e paure.

 

 

Infine mons. Mandara ha lasciato agli animatori due indicazioni:

  • Dare lode al Signore per i suoi prodigi e per tutte le situazioni che viviamo, perfino le più difficili: sofferenze e persecuzioni.

  • Consentire a Gesù di esercitare la sua signoria anche attraverso il nostro impegno. Quando l’uomo collabora con lui, compie quell’incarico che Dio gli ha dato fin dalla creazione.


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