Con l’approssimarsi delle elezioni si ripropone il seguente articolo pubblicato sul numero 1/2 – 2008 della rivista “Rinnovamento nello Spirito Santo”. Il servizio, curato della Redazione, è stato approvato dal Comitato Nazionale di Servizio nella riunione del 22-23 febbraio 2008.
La Chiesa cattolica
italiana invita i credenti ad avvicinarsi
Cattolici e politica
A distanza di appena due anni gli italiani sono di nuovo chiamati al voto per eleggere il Parlamento nazionale. Non ci interessa addentrarci sulla fine prematura di questa legislatura. A noi del Rinnovamento, come cattolici attenti a ogni aspetto della vita del nostro Paese, interessa capire cosa sia più giusto fare a partire da questo momento. Non possiamo disinteressarci: vogliamo essere fra coloro che si danno pensiero per il tempo corrente, con responsabilità e discernimento. Una riflessione che non vogliamo fare da soli, ma ispirati e confortati dal giudizio della Chiesa. I nostri vescovi, la Caritas, il Forum delle associazioni familiari, Scienza e vita, Rete in opera, il Movimento per la vita, e più di tutti il Santo Padre Benedetto XVI, ci offrono quotidianamente spunti di riflessione utili a maturare un giudizio e a prendere decisioni anche sulle nostre scelte politiche. Cosa c’è da fare, dunque? Per prima cosa un atteggiamento culturale orientato dalla speranza. È lo stesso Pontefice a suggerirlo, con forza, nella sua ultima Lettera enciclica. Quindi, prima di tutto, dovremo andare a votare per far sentire il peso delle nostre scelte. Ma possiamo fare di più, informandoci e partecipando attivamente ai dibattiti e agli incontri che prepareranno le consultazioni elettorali, senza limitarci ad assistere passivamente ai salotti televisivi, dove ognuno sembra apparire nel giusto. Rigore morale e programmi precisi C’è poi un nuovo criterio da tenere presente: la legge elettorale in vigore dà netta prevalenza alle liste e poi ai candidati. Certo è importante leggere bene i nomi di coloro che i partiti offrono come possibili parlamentari, ma ancora di più è necessario prendere coscienza dei programmi che le singole liste intendono realizzare. Il card. Angelo Bagnasco, presidente della CEI, denuncia un’Italia senza più solide fondamenta cristiane, «una società di coriandoli» come l’ha definita Giuseppe De Rita. Una realtà siffatta non cambia in un giorno e non cambia solo per l’azione dei parlamentari. Il Presidente dei vescovi italiani dichiara che è necessaria una profonda opera di ricostruzione spirituale, che orienti una nuova morale, che cambi il cuore degli uomini. Ci sembra questo un augurio di buon lavoro al RnS! E il card. Bagnasco aggiunge anche che questi nuovi comportamenti devono incidere nel tessuto sociale e politico del Paese, così che alcuni mali siano sradicati. Per primo l’immoralità dei comportamenti civili e politici e la cattiva amministrazione della cosa pubblica. Una più stabile e forte struttura delle istituzioni democratiche aiuterà lo Stato ad essere presente e decisivo dove serve. È necessario dire dei no nel momento in cui si affermano dei sì. Il sì alla famiglia significa no all’equiparazione delle coppie di fatto, ancor di più no al riconoscimento giuridico delle “famiglie omosessuali” con annessa la possibilità di adozione di minori. Ma significa anche un no al grave precariato del lavoro che non consente ai giovani di avere una condizione di stabilità per mettere su famiglia e progettare una possibilità di futuro. E ancora agevolazioni fiscali ed economiche a sostegno delle famiglie che desiderano avere figli, in controtendenza con la bassissima media nazionale. Questi provvedimenti, in Francia e in Inghilterra, hanno portato un sensibile aumento delle nascite. Un sì convinto alla vita comporta un no altrettanto deciso a ogni forma di eutanasia, manifesta o mascherata, ma anche, come ha detto il card. Camillo Ruini, alla necessità di una riflessione sull’attuazione della legge 194 sull’aborto. Non si può prescindere dal rispetto e dalla cura dell’uomo e della sua esistenza, dalla nascita all’invecchiamento; dalla possibilità che questi sia educato cristianamente senza limitazioni da parte dello Stato, che possa inserirsi nel mondo del lavoro e delle professioni in un sistema meritocratico e incentivante. Dunque, si deve porre l’uomo e le sue esigenze al centro del creato, al di sopra di ogni altra realtà vivente in natura. I cattolici e la politica, una sfida aperta La Chiesa cattolica italiana non fa opzioni di tipo partitico, ma invita i credenti ad avvicinarsi con più decisione al mondo dell’impegno politico. Di recente l’ha fatto in occasione del Referendum sulla Legge 40 sul tema della fecondazione artificiale, poi con il Family day e in molti altri interventi di natura sociale, esprimendo le sue legittime convinzioni, anche quando per alcuni si è trattato di “indebita ingerenza”. I cattolici italiani, a Pisa, in occasione della Settimana sociale dell’ottobre scorso, hanno confermato il loro diritto/dovere di “esserci”, perché la ricerca, la difesa e la promozione del bene comune non siano mai un occasionale richiamo ideale, piuttosto l’ideale a cui far tendere l’agenda della politica e il cammino delle istituzioni. I cattolici sono soprattutto un popolo, desideroso di unità e proteso alla testimonianza sociale delle specifiche dimensioni della vita, della famiglia e della libertà di educazione. Il quotidiano nazionale dei cattolici, Avvenire, continuamente va richiamando la necessità che un numero crescente di cattolici sia attivamente partecipe della vita sociale e politica italiana, nelle sue multiformi espressioni istituzionali, civili, politiche e culturali. Queste elezioni politiche sono un’ulteriore occasione per dirigere il nostro Paese verso una politica che ritrovi il senso vero della sua funzione: il servizio all’uomo soprattutto se debole, incapace, trascurato. Anche noi, con umiltà e rispetto di tutti, cercheremo di farlo, a partire da una fervente preghiera, che confidi negli interventi e nelle sorprese dello Spirito Santo. Una preghiera che tocchi il cuore e la mente degli uomini, di chi sceglie e di chi sarà scelto, certi che la nostra fede e l’azione dello Spirito sono la più grande forza di rinnovamento e di cambiamento possibili. Perché nulla è impossibile per chi crede! |