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Giornata dei Pastorali in Sicilia

Palermo, domenica 14 novembre 2004

 


Bisogna che il vescovo sia irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso,non attaccato al denaro. Sappia dirigere bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi con ogni dignità,perché se uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio? (1Tim.3.4-5)

S. Paolo scrivendo a Timoteo, sicuramente rispondendo ad un suo quesito, delinea la figura del Vescovo elencando le qualità indispensabili per portare avanti il suo ministero nella Chiesa di Dio.

Queste doti naturali non si leggono come in un curriculum che lo stesso interessato compila sapendo di concorrere ad un incarico così alto ma come esperienze di vita vissuta che rivelano doti naturali, di giusto atteggiamento morale e di governo.

I comportamenti di vita vissuta, sotto l’azione dello Spirito Santo, diventano “le credenziali” più veritiere per servire i fratelli.

Trascurando alcune consuetudini dell’epoca che non troverebbero motivate applicazioni ai nostri tempi, le qualità elencate da S. Paolo e un attento esame dei nostri comportamenti in famiglia e fuori, potrebbero aiutarci a rinnovare la nostra vita e migliorare il servizio all’interno degli organismi pastorali a cui apparteniamo.

Riscoprire il senso del servizio evangelico senza la presunzione di motivare ogni gesto per qualificare il ministero o per piacere a qualcuno che non sia Dio stesso, significa perseguire la meta della maturità spirituale. La denominazione che più si addice a chi è stato chiamato al ministero pastorale è quella di padre e madre; in essa si nasconde tutta la tenerezza di colui che si sente “genitore”, in quanto genera, cioè: partorisce figli a vita nuova!

Il senso pastorale e le qualità di un buon padre non sono legati al mandato ne si ricevono per “grazia di stato” ma vanno desiderate e conquistate ogni giorno con pazienza, disponibilità e docilità di cuore. Stare assieme come amici, pregare, condividere gioie e dispiaceri accresce in noi l’appartenenza alla famiglia spirituale perché in essa ci si sente amati di un amore soprannaturale.

Uno dei “virus” più dannosi all’azione pastorale è la coscienza di sapere trovare sempre la soluzione giusta a tutte le questioni, senza far ricorso al dono del discernimento che non è mai pronto all’uso. Esso va desiderato e chiesto nella preghiera dal pastorale come il dono della luce che illumina ogni cosa, proprio come nel giorno della creazione.

 

“il desiderio della sapienza conduce al regno.” (Sap.6,20)

 

Spalanchiamo i nostri cenacoli alla luce dello Spirito Santo che ci saprà indicare il sentiero che conduce al Regno di Dio.

La giornata dei pastorali del 14 Novembre p.v. che si terrà a Palermo, presso il centro Gesù Liberatore, si qualifica come uno dei tanti sentieri che il Comitato Regionale di Sicilia persegue in questo triennio: indicare la direzione della luce prima che le cose da fare. Il fare non illuminato equivale al non fare. Il desiderio dell’unzione più che la funzione, ci ha ricordato il nostro caro Peppino Di Martino, a Milazzo lo scorso 16 Ottobre.

La giornata, ha come tema: il discernimento, “prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento” (Fil.1,9) sarà tenuto da Salvatore Martinez, coordinatore Nazionale del R.n.S. Non mancheranno forti momenti di esperienza carismatica, le esortazioni pastorali da parte dei membri del CRS, un tempo di testimonianze e l’esortazione di Ronald W.Nikkel Presidente di Prison Fellowship International sul tema: “mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore” (Lc.4,18-19).

La Celebrazione Eucaristica, Presieduta da P. Matteo La Grua, concluderà la giornata.

 

Ignazio Cicchirillo

Coordinatore Regionale RnS Sicilia

 


 

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