Una conferenza pregnante,
articolata, che porta in sé i germi di una nuova vita all’interno del
Rinnovamento nello Spirito Santo e che, per mezzo della voce del suo
presidente, invita tutti i partecipanti alla trentatreesima edizione
della Conferenza Nazionale
Animatori
a fare ritorno ai propri gruppi con una nuova consapevolezza, scaturita
dalla fede: diventare costruttori del Regno di Dio.
La relazione conclusiva di
Salvatore Martinez ha il suo incipit nella dimensione dell’ascolto,
tipica della sentinella che veglia tendendo bene il suo orecchio e senza
fare comunione con le tenebre. Un comportamento che lo accomuna al
giovane vescovo Timoteo, neo-pastore che ascolta gli insegnamenti che
l’anziano pastore Paolo gli indica nel suo combattimento per l’annuncio
della Parola di Dio. Il combattimento spirituale, cuore dell’intera
conferenza; l’esercizio del discernimento, proprio dei pastori; le opere
associate alla fede e declinate nei diversi ambiti della vita sociale,
vengono sottolineate con decisione dal presidente Martinez. Il
Battesimo, la Cresima, la Penitenza scandiscono la preparazione del
guerriero che, nell’Eucarestia, trova la sua vittoria certa e
definitiva: «Noi siamo più che vincitori» (Rm 8, 37). Non c’è
spazio per i disertori, coloro i quali si reputano liberi ma vivono un
dissidio interno tra infruttuose opere della carne e fruttuose opere
dello Spirito, per i quali la legge militare prevede la prigionia.
«Noi siamo chiamati ad annunciare un Regno di Dio che è venuto e deve
venire – ha affermato Salvatore Martinez – Il Regno di Dio è Dio,
non c’è modo più sintetico di esprimerlo. E chi comprende questo, ha un
grande obbligo e dovere: predicare la Verità». Per gli ingiusti,
quelli che rinunciano alla Santità di Dio e non accettano l’amore che si
dilata e dilata, c’è solo l’adesione ad un piano sottile e sistemico che
vede sempre più spesso un accanimento contro il Rinnovamento nello
Spirito. «Confusione, divisione e distruzione sono i tre punti di un
piano ben strutturato con cui il male attacca i credenti, la Chiesa, il
RnS. La prima comunità cristiana, durante il Concilio di Gerusalemme,
concluse che lo Spirito Santo doveva avere il primato su ogni cosa. Lo
Spirito unisce e
permette
di percorrere il cammino del perdono, della riconciliazione, della
correzione fraterna che nella nostra umanità non sono facili da attuare.
C’è bisogno di umiltà, pazienza e discrezione per rendersi docili
all’azione dello Spirito e al compimento del piano di Dio nella nostra
vita, all’interno dei nostri gruppi». Diventa allora fondamentale
ritornare al carisma del discernimento, alla capacità di ascoltare il
Signore in una continua ricerca di conferme sugli orientamenti scelti.
«Lo Spirito menzognero fa vedere il male come bene, solo il
discernimento nello Spirito libera: ogni nostra scelta è per l’eternità
e la coscienza non può accettare alcun tipo di compromesso tra luce e
tenebra». Scelte che i pastorali dei singoli gruppi sono chiamati a
fare all’interno di una realtà, il Rinnovamento nello Spirito Santo, che
non è un episodio di costume ma una lezione di realismo cristiano e che,
per questo, deve essere più amato, più difeso, più diffuso nella
dimensione della preghiera ma anche, e in questo momento storico più che
mai, in una dimensione di vita reale imperniata su Cristo.
«Permettete allo Spirito di farvi diventare nuovi responsabili del
Rinnovamento, allargate il cuore come fanno i piccoli e addestrate alla
battaglia coloro i quali vorranno. Date agli uomini l’opportunità non
solo di pregare ma di parlare di Gesù per passare dalle parole ai fatti».
L’appuntamento è per la prossima conferenza animatori: «Tra un anno
ci ritroveremo qui, per verificare insieme il cammino percorso. Intanto
proclamiamo che il Regno di Dio è qui, nel nostro cuore, e noi ne siamo
i costruttori».
Elsa De Simone