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Il cristiano è il realista per eccellenza

Sintesi dell'intervento conclusivo di Salvatore Martinez

 

Clicca per ingrandire...«Questi giorni sono stati per noi la casa della Parola. Ora è tempo di obbedienza, è tempo di operare. La parola di Dio non è solo ascolto ispirato, deve essere adesione convinta». Nella relazione conclusiva della XXXII Conferenza nazionale animatori, Salvatore Martinez invita a guardare la Croce e ad abbracciarla senza timore, senza paura di perdere, perché in Cristo – come insegna san Paolo – anche l’atto più estremo è un guadagnare.

Esorta a farsi sfidare dalla parola di Dio, il Presidente del Rinnovamento: «Se anche fino a oggi siamo stati lenti nell’amare, non possiamo tornare a casa senza ricambiare l’amore di Dio. Dobbiamo formarci un cuore nuovo, una nuova capacità di entrare nel Mistero».

«“Cristo e questi crocifisso” (cf 1 Cor 2, 2): questa è la realtà, la sapienza di un cristiano – dice Martinez ricordando le parole dell’Apostolo –. Capiremo allora che le nostre comunità, il Rinnovamento, la Chiesa, non sono il luogo dei “diritti maturati” ma dei “doveri mancati”».

Dare la vita per gli altri, essere disposti a cambiare le priorità, nella certezza di essere in Cristo: «perché quando amiamo, siamo nel cuore di Dio, entriamo nella sua gratuità, nell’amore sorgivo del Padre». Questo deve essere il cammino del cristiano, un cammino che incontra e accoglie la sofferenza: «Il credente è il realista per eccellenza – continua il Presidente RnS –, colui che costruisce la storia sul fondamento che è Cristo, altrimenti la storia diviene un “reality”. Clicca per ingrandire...Davanti alla croce s’impone ad essere, nel tempo, “pazienza offesa”. Bisogna essere uomini di sofferenza, perché la vita cristiana è sempre crocifiggente: se perdessimo la gioia di soffrire per Cristo racconteremmo solo il fallimento di Gesù sulla croce». Salvatore Martinez invita a «generare Cristo nella fede carismatica, audace nell’abbandono allo Spirito» e ammonisce dal rischio di «immiserire e addomesticare l’amore di Dio».

Unità, sacrificio, radicalità, preghiera, e soprattutto «custodire la carità, che è il latte con cui l’umanità è sempre svezzata»: a questo sono chiamati i gruppi e le comunità del RnS.

Dal palco di Rimini, Martinez torna a parlare con forza contro il relativismo e l’utilitarismo della cultura contemporanea. Riprendendo un concetto espresso da Benedetto XVI, mette in guardia da un cristianesimo fatto di ideali solitari, ed esorta gli animatori del RnS a vivere nella concretezza la loro fede carismatica: «Paghiamo volentieri, personalmente, gioiosamente il nostro “canone di sofferenza” per la diffusione del Vangelo di Gesù».


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