La
preghiera della mattina dell’8 dicembre, giorno in cui si festeggia
l’Immacolata Concezione e che conclude la Conferenza Nazionale
Animatori, inizia sotto lo sguardo amoroso di Maria, esempio di
abbandono fiducioso in Dio, la quale da sempre dice al mondo che “nulla
è impossibile a Dio”.
Con questa certezza si
alza dall’assemblea una potente invocazione allo Spirito Santo, con
musica, preghiere e canti in lingue. In un atmosfera carica di attesa,
la Parola di Dio viene incontro al suo popolo: «Io concederò nella mia
casa e dentro le mie mura un posto e un nome migliore che ai figli e
alle figlie; darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato. Gli
stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome
del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare
il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte
santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro
olocausti e i loro sacrifici saliranno graditi sul mio altare, perché il
mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli» (Is 56,
5-7).
Queste parole risuonano
nel cuore di tutti, creano in ciascuno la volontà di non essere più
stranieri per il Signore, ma sevi a cui lui concede un posto nella sua
casa.
Con le parole del profeta
Geremia: «Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai
fatto forza e hai prevalso» (Ger 20,7), il popolo risponde all’invito
del Signore e dopo aver ricevuto la forza dallo Spirito Santo, invocato
con fiducia, si alza forte il canto “Dove tu mi vuoi”, attraverso il
quale gli animatori pronunciano il loro Si seguendo l’esempio di Maria.
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