La
preghiera comunitaria carismatica che dà inizio alla sessione mattutina
della domenica 7 dicembre si apre con un invito rivolto a tutta
l’assemblea: «Il Signore oggi ci vuole tutti in paradiso», cioè nel suo
“giardino” per far festa insieme a Lui.
Dall’assemblea si alza una forte preghiera di lode, una lode che fa
risplendere la grandezza di Dio sul volto del suo popolo, che conduce a
sottoporre tutto alla sua Maestà e che purifica i cuori da ogni idolo e
da ogni catena. La Parola del profeta Isaia: «Il Signore Dio mi ha dato
una lingua da iniziati, perché io sappia indirizzare allo sfiduciato una
parola» (Is 50, 4) esorta l’assemblea a invocare il nome di Gesù su ogni
debolezza, sfiducia, paura e a richiedere il dono dello Spirito Santo
che è il solo in grado di condurre Gesù nella vita di ciascuno.
La
Parola guida questo momento profetico: «Questi uomini non sono ubriachi
come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino.
Accade invece quello che predisse il profeta
Gioele: Negli ultimi giorni, dice il Signore,
Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona; i
vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri
giovani
avranno visioni e i vostri anziani faranno dei sogni» (At 4, 15-17).
La presenza di Gesù,
donato dallo Spirito, che passa in mezzo al suo popolo che scioglie le
catene e fa rialzare dalla caduta è quasi palpabile e non può che
generare un sentimento di rendimento di grazie che esplode con canti di
gioia. Le parole del profeta Michea: «In quel giorno - dice il Signore -
radunerò gli zoppi, raccoglierò gli sbandati e coloro che ho trattato
duramente. Degli zoppi io farò un resto, degli sbandati una nazione
forte» (Mi 4,6-7) rappresentano la conferma che si attendeva, il Signore
ha veramente scelto gli ultimi (zoppi e sbandati) per fare un popolo di
salvati e allora ancora di più «Grazie, Signore!».
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